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Condotte: offerta non vincolante di Attestor, ma il tempo stringe

Se entro venerdì l’offerta di Attestor non diventerà vincolante, lunedì 9 luglio il gruppo italiano di costruzioni approverà i documenti che il 10 porteranno all’insolvenza e alla richiesta al Mise di commissariamento.

Condotte: offerta non vincolante di Attestor, ma il tempo stringe

Attestor Capital, fondo di private equity britannico, ha presentato un’offerta non vincolante per salvare il gruppo italiano di costruzioni con capogruppo Condotte d’acqua Spa. Prima della crisi che lo scorso 8 gennaio ha portato la società a chiedere il concordato preventivo, Condotte aveva un fatturato di 1,3 miliardi e 3mila dipendenti.

L’apporto finanziario ipotizzato dal colosso londinese sarebbe “robusto” e tale da garantire la continuità aziendale, come immaginato dal consiglio di gestione (CdG) di Condotte quale unica possibilità per evitare la dichiarazione di insolvenza e la richiesta al Mise di amministrazione straordinaria Marzano.

Il consiglio di sorveglianza di Condotte, presenti i rappresentanti della proprietà (Ferfina), ha oggi in sostanza ratificato le decisioni del CdG, accettando il fatto che se entro venerdì l’offerta di Attestor non diventerà vincolante, lunedì 9 luglio approverà i documenti che il 10 porteranno all’insolvenza e alla richiesta al Mise di commissariamento.

L’offerta di Attestor sarebbe priva di apporto da parte delle banche. Il pool di istituti italiani creditori di Condotte tornerebbe però in campo subito dopo l’eventuale presentazione del programma di rilancio aziendale entro il 17 luglio al Tribunale di Roma, in quanto la procedura di concordato preventivo in continuità prevede comunque l’approvazione del piano (che sicuramente conterrà un consolidamento del debito) da parte di tutti i creditori.

Intanto, al Ministero delle Sviluppo va in scena oggi l’ennesima riunione del tavolo di crisi, mentre è in corso lo sciopero di tre giorni (2, 3 e 4 luglio) da parte di tutti i dipendenti diretti e indiretti del gruppo Condotte.

La proprietà di Condotte, la Ferfina della famiglia Bruno, sta dunque tentando in extremis di salvare il proprio ruolo come azionista (di cui verrebbe completamente spossessato in caso di commissariamento), ma ha accettato l’ineluttabile calendario indicato nel consiglio di gestione di ieri: ci sono tre giorni per convincere Attestor a trasformare l’offerta in vincolante, poi partiranno le richieste irrevocabili per l’insolvenza e il commissariamento.

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