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Con la variante Delta nuove restrizioni in tutto il mondo

In Australia quattro città in lockdown, l’Irlanda pensa a una stretta sui pub, mentre in Italia si valuta se rimodulare il Green Pass. La Ue annuncia: “in arrivo 5 terapie per la cura del Covid”

Con la variante Delta nuove restrizioni in tutto il mondo

La diffusione sempre più massiccia della variante Delta sta spingendo diversi Paesi a ripensare regole e restrizioni, varando una nuova stretta.

Anche nella lontana Australia, l’allarme resta alto. Dopo i lockdown di quattro giorni imposti a Sydney e Darwin, e da stamattina anche a Perth, il 30 giugno non si potrà uscire di casa nemmeno nell’area metropolitana di Brisbane, quarta città dell’Australia. Di recente sono stati rilevati solo tre casi di positività nella grande città occidentale australiana, che ha però avuto sempre un approccio molto prudente nei confronti dell’epidemia. Da sottolineare che, dall’inizio della pandemia l’Australia (circa 25 milioni di abitanti) ha registrato poco più di 30.000 casi, tra cui 910 decessi. La diffusione dei contagi non è dunque paragonabile a quella rilevata in Europa o negli Stati Uniti, ma ciò nonostante il primo ministro Scott Morrison non intende correre rischi.

Novità potrebbero arrivare in giornata anche da parte del governo irlandese che sta pensando di consentire l’ingresso nei pub, nei bar e nei ristoranti al chiuso solo ai cittadini vaccinati con entrambe le dosi (una se la scelta è caduta su Johnson&Johnson). Parlando ai giornalisti prima di una riunione di gabinetto, il ministro dei trasporti Eamon Ryan ha detto che il Governo sta esaminando una raccomandazione del National public health emergency team che richiederebbe ai cittadini di «mostrare lo stato di vaccinazione» prima di sedersi a mangiare o a bere in un qualsiasi locale. Le restrizioni potrebbero significare ritardare riapertura dell’ospitalità al chiuso, prevista per lunedì, per dare il tempo di sviluppare un sistema per gestire i cambiamenti. In ogni caso, mangiare e bere all’aperto continuerà ad essere consentito. Il paese ha il quinto più alto tasso di infezioni da Covid-19 dei 31 paesi monitorati dal Centro europeo per il controllo delle malattie.

Dall’Irlanda passiamo al Regno Unito dove, nonostante il forte incremento dei contagi dovuti alla diffusione della variante Delta, il Governo guidato da Boris Johnson non prevede un ulteriore rinvio dopo quello del 21 giugno. Dal 19 luglio cadranno tutte le restrizioni. “Pensiamo che sia sensato attenersi al nostro piano per avere un approccio cauto ma irreversibile, utilizzando le prossime tre settimane circa per completare il piano di vaccinazione con altri cinque milioni di dosi che possiamo iniettare entro il 19 luglio”, ha dichiarato il premier Boris Johnson parlando con i giornalisti. 

In Italia, in seguito alla cancellazione dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto dal 28 giugno, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha proposto di rimodulare i meccanismi di rilascio del Green Pass: non più a 15 giorni di distanza dalla prima dose, ma dopo la seconda. “È verosimile che la variante Delta ci vedrà costretti a rimodulare il Green pass – spiega  il sottosegretario -, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane”.  

Nel frattempo, nella Ue, la Commissione Europea annuncia un primo portafoglio di cinque trattamenti che “potrebbero essere presto disponibili per curare i malati nell’Ue”. Quattro di queste terapie sono anticorpi monoclonali, che sono in rolling review da parte dell’Ema. Il quinto è un immunosoppressore, che ha un’autorizzazione alla commercializzazione che potrebbe essere estesa anche alla cura dei malati di Covid. Per la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, “anche se la vaccinazione sta prendendo velocità, il virus non sparirà e i pazienti avranno bisogno di cure sicure ed efficaci per ridurre il peso della Covid-19”.

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