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Commercio via mare: ancora in crescita nel 2022 e nel 2023. In Italia +42% rispetto al 2021

Nell’Ue l’Italia è al secondo posto, dopo la Germania, per produzione di valore aggiunto sul trasporto marittimo (16%). Rilevante il peso dei porti del Mezzogiorno. L’analisi del Centro Studi di Intesa

Commercio via mare: ancora in crescita nel 2022 e nel 2023. In Italia +42% rispetto al 2021

Il commercio mondiale via mare aumenterà dell’1,1% quest’anno (12,2 miliardi di tonnellate) e del 2,3% nel 2023. Segnali positivi arrivano anche dall’Italia: a livello europeo il nostro Paese è al secondo posto, dopo la Germania, per produzione di valore aggiunto sul trasporto marittimo (16%); a giugno 2022 l’import-export dell’Italia ha sfiorato i 184 miliardi di euro con un aumento del 42% rispetto all’anno precedente. Nonostante l’onda lunga del Covid-19 e le criticità di approvvigionamento, a cui si sono aggiunte le tensioni geopolitiche e l’impennata dei prezzi, il comparto ha mostrato una certa resilienza.

È quanto emerge dal nono Rapporto annuale “Italian Maritime Economy”, redatto dal Centro Studi (Srm) di Intesa Sanpaolo in occasione della Naples Shipping Week 2022, settimana internazionale dello shipping e della cultura del mare, di cui SRM è knowledge partner. Questa volta l’analisi si è concentrata sull’impatto che pandemia e guerra in Ucraina hanno avuto sui trasporti via mare e sulla logistica: entrambi valgono circa il 12% del Pil globale.

“Da questo rapporto emerge con chiarezza come la pandemia e la guerra stiano rafforzando alcune tendenze già in atto prima, come l’accorciamento delle supply chain e la tendenza di molte aziende a riportare siti produttivi più vicini ai mercati di sbocco”, ha dichiarato Massimo Deandreis, direttore generale SRM. Difatti, recenti stime segnalano che il 60% delle aziende europee e statunitensi che hanno delocalizzato valutano di far rientrare parte delle proprie produzioni nei prossimi tre anni.

“L’altro elemento importante è la conferma della nuova centralità del Mediterraneo – ha proseguito Deandreis –, che si sta trasformando da semplice mare di transito a mare dove crescono i commerci e le attività logistiche e dove i porti, a partire da quelli italiani e del Mezzogiorno, diventano sempre più importanti, anche nel loro nuovo ruolo di hub energetici. Le ingenti risorse che il PNRR dedica a potenziare le infrastrutture portuali e le ZES rappresentano una occasione irripetibile per rafforzare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e per lo sviluppo del nostro Mezzogiorno”.

Commercio mondiale via mare: i noli protagonisti dei rialzi record

Migliora il trend dei noli, protagonisti di rialzi record nel periodo 2019-2021. Il porto di Shanghai, il più grande al mondo, è però in fase calante: dopo aver raggiunto il picco storico dei 5mila punti a gennaio 2022, è sceso nei successivi sette mesi a 4mila, per poi flettere sotto i 3mila punti a settembre. Sicuramente sul dato ha sicuramente inciso la politica “zero Covid” del governo cinese, che non ha pesato invece sull’affidabilità dei servizi di linea. A luglio, per il terzo mese consecutivo, la percentuale di navi arrivate in orario nei porti è migliorata, raggiungendo il 40,5%. 

Prosegue la congestione portuale

La puntualità, però, non ha alleviato la congestione portuale. Le stime – si legge nel report – parlano di oltre il 37% dei container non disponibili per via delle lunghe attese in rada. Ecco, questa potrebbe essere una delle ragioni che, insieme a guerra e pandemia, ha spinto il 60% delle aziende europee e statunitensi a valutare il rientro in patria di parte delle proprie produzioni entro i prossimi tre anni.

Commercio via mare: la centralità del Mediterraneo

Il Mediterraneo continua ad essere area di forte competizione portuale e capacità attrattiva; al 2° trimestre 2022, l’indice dell’UNCTAD, Port Liner Shipping Connectivity Index dei porti Med è aumentato di circa 20 punti dal 2006. Il divario con i porti del Nord Europa è in costante diminuzione. Il Canale di Suez, anche durante il conflitto mostra numeri importanti: 15.329 navi transitate nei primi 8 mesi del 2022, in un aumento del +15,1% sul periodo precedente. Le tendenze inflazionistiche però hanno spinto il canale a rivedere le tariffe da gennaio 2023: +15% per tutte le tipologie di navi ad esclusione delle rinfusiere e delle navi da crociera per le quali il rincaro sarà del +10%. Suez si attesta quale snodo strategico per i traffici nel Mediterraneo, continuando a rappresentare il 12% del traffico mondiale ed il 7-8% di quello petrolifero.

I porti del Mezzogiorno guidano la crescita

Nel primo semestre 2022 l’import-export marittimo del Sud ha superato i 41 miliardi di euro (+53% sull’anno precedente). La performance batte quella di tutto il Paese (+42%), che a giugno 2022 ha sfiorato i 184 miliardi di euro. Somma che rende l’Italia, nel trasporto via mare, responsabile del 16% del valore aggiunto dell’Unione europea, al secondo posto dopo la Germania.

La spinta agli investimenti in sostenibilità degli armatori prosegue: dagli ultimi dati di luglio si evidenzia che il 61% di tutti gli ordini nel primo semestre 2022 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi.

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