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Cocopro: arriva il salario base

Tutte le novità previste dagli emendamenti dei relatori: rafforzamento dell’indennità di disoccupazione per i parasubordinati, modifiche sulla flessibilità in entrata e partite Iva considerate vere a partire dai 18mila euro l’anno – Sale da sei mesi a un anno la durata del primo contratto a termine – Licenziamento disciplinare: no allo stop per malattia.

Cocopro: arriva il salario base

Salario base per i co.co.pro, rafforzamento dell’indennità di disoccupazione per i parasubordinati, modifiche sulla flessibilità in entrata e partite Iva considerate vere a partire dai 18mila euro l’anno. Infine, ancora un paio di ritocchi sui licenziamenti. Queste le principali novità contenute nei 16 emendamenti alla riforma del lavoro depositati oggi al Senato dai due relatori, Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd). Dal governo arrivano invece 27 proposte di modifica.

Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per venerdì alle 18. Dopo di che l’iter della riforma dovrebbe proseguire a ritmo serrato. “Presumiamo che la commissione Bilancio darà i suoi pareri sulle coperture entro martedì pomeriggio”, ha detto Castro, specificando poi che “da martedì in notturna” si dovrebbe cominciare a votare in commissione, “per concludere all’alba di giovedì”.

Veniamo ora al contenuto degli emendamenti.

Salario base per i contratti a progetto. “Viene individuato un parametro economico – ha spiegato ancora Castro – per una remunerazione nella media tra i minimi del lavoro autonomo e dei contratti collettivi”.

Indennità ai lavoratori parasubordinati. Il Pd avrebbe voluto “da subito” la mini-Aspi – ha spiegato Treu -, ma i vincoli finanziari non lo permettono. Si rafforza quindi l’una tantum già prevista dall’ex ministro Maurizio Sacconi, iniziando con una fase sperimentale di tre anni. “Secondo calcoli fatti – ha continuato Treu – se si lavora tra i 6 mesi e un anno in media si avrà un assegno di circa 6mila euro” per un anno. Alla fine dei tre anni di sperimentazione “si farà una verifica” per valutare se trasformare la misura a regime. 

Partite Iva. Si presumerà che siano vere solo le partite Iva con un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro. 

Contratti a termine. Sale da sei mesi a un anno la durata del primo contratto a termine, che può essere stipulato senza causale. Si potrà ridurre inoltre l‘intervallo che dovrà trascorrere tra due contratti a tempo successivi: dai 60 e 90 previsti dalla riforma Fornero si passa a 20 e 30. I tempi si potranno abbreviare nei casi in cui l’assunzione a termine avvenga “nell’ambito di un processo organizzativo determinato, dall’avvio di una nuova attività, dal lancio di un prodotto o di un servizio innovativo, dall’implementazione di un rilevante cambiamento tecnologico, dalla fase supplementare di un significativo progetto di ricerca e sviluppo, dal rinnovo o dalla proroga di una commessa consistente”.  

Licenziamento disciplinare: no allo stop per malattia. L’obiettivo è di evitare frodi da parte di lavoratori che potrebbero mettersi in malattia per frenare la procedura. Fatti salvi i casi d maternità o di infortunio sul lavoro, tutti i licenziamenti disciplinari diventano effettivi “dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è stato avviato, salvo l’eventuale diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennità sostitutiva”. 

Voucher anche per commercianti e studi professionali. Verrà ripristinata la possibilità di utilizzare i voucher anche nelle imprese commerciali e negli studi professionali. Per quanto riguarda il settore agricolo, il ricorso alle attività lavorative occasionali è ammesso solo per i lavoratori che non sono iscritti negli appositi elenchi nominativi anagrafici dei lavoratori agricoli.

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