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Clandestinità e indulto: primi passi del Parlamento col colpo di scena di Grillo

La Commissione Giustizia del Senato ha dato il primo via libera, col voto favorevole di Pd e Sel e il sì del Governo, all’emendamento presentato da due senatori M5S che abolisce il reato di immigrazione clandestina – La rabbia di Grillo – Martedì in esame i disegni di legge su amnistia e indulto – Berlusconi potrebbe evitare i servizi sociali.

Clandestinità e indulto: primi passi del Parlamento col colpo di scena di Grillo

Fervono i lavori in Commissione Giustizia al Senato. Sono due le direttrici principali su cui ci si muove, oltre che le più discusse dall’opinione pubblica, per i loro numerosi risvolti: l’abolizione del reato di clandestinità e i disegni di legge su amnistia e indulto.

Clandestinità – Il primo sì è già arrivato. La Commissione giustizia del Senato, come annunciato dal sottosegretario Cosimo Maria Ferri, ha dato il via libera all’emendamento, presentato da due senatori del Movimento 5 Stelle, che abolisce di fatto il reato di immigrazione clandestina.

La norma, che ha ricevuto voto favorevole da Pd e Sel e il via libera del Governo, riguarda la delega sulla messa alla prova, ma interviene solo sulla parte relativa al reato di ingresso e soggiorno clandestino, introdotto dalla legge 94 del 2009 in materia di pubblica sicurezza, a modifica della legge 286 del 1998, la cosiddetta Bossi-Fini, mentre rimangono in piedi tutti i procedimenti per l’espulsione e tutte le altre fattispecie di reato compresi dalla Bossi-Fini.

Molti i commenti del mondo politico a questo primo passo normativo. Si va dalla soddisfazione di Pd (“Un buon inizio”) e Scelta Civica (“Un’ottima notizia”) al silenzio del Pdl, rotto solo da un tweet di Mariastella Gelmini (“Abolito il reato di clandestinità? Ma siamo impazziti?”), passando per l’indignazione della Lega (“Una vergogna”), che accusa Alfano e il Pdl di aver votato a favore dell’emendamento, comportandosi in maniera incoerente.

L’emendamento dovrà poi passare alla Camera, attraverso un iter che si è improvvisamente complicato negli ultimi minuit, in seguito a un post sul blog di Beppe Grillo, firmato dal comico genovese e da Gianroberto Casaleggio che hanno, di fatto, sconfessato il lavoro dei due senatori, Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, che hanno presentato l’emendamento: “La loro posizione in commissione Giustizia è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito”. E poi, “se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico”. Ora bisognerà vedere come si comporteranno i grillini nei prossimi appuntamenti parlamentari.

Indulto e amnistia – L’altro fronte caldo che vedrà impegnata la Commissione Giustizia del Senato è quello di amnistia e indulto dopo l’appello del Capo dello Stato a fronteggiare l’emergenza carceri. I relativi disegni di legge presentati dai senatori Compagna (Gal) e Manconi (Pd) verranno esaminati martedì 15 ottobre.

La proposta di Manconi ricalca quella già presentata lo scorso 26 marzo alla Camera dal deputato Pd Sandro Gozi: l’amnistia coinvolgerebbe tutti i reati commessi entro il 14 marzo 2013 per i quali è stabilita una pena detentiva non superiore a 4 anni, ovvero una pena pecuniaria, sola o congiunta al carcere, ferme restando alcune esclusioni per i reati connotati da maggiore pericolosità sociale e lesivi di beni giuridici di rango costituzionale particolarmente elevato. Discorso analogo per l’indulto, concesso nella misura di 3 anni in linea generale e di 5 per i soli detenuti in gravi condizioni di salute.

Il testo di Compagna, invece, parla di pene non superiori a 4 anni ed elimina la nozione, particolarmente discussa in questo momento, di “reato finanziario”.;

Si parla molto, in questi giorni, delle eventuali conseguenze dell’indulto sulla condanna subita da Silvio Berlusconi. Secondo Donatella Stasio, in un articolo pubblicato ieri su “Il Sole 24 Ore”, se fosse adottato l’indulto veloce, ricalcando il modello del 2006, il Cavaliere potrebbe evitare l’affidamento ai servizi sociali.

Pesano, in questa situazione, però anche le altre pendenze giudiziarie, in particolare quella relativa al caso Ruby. In ogni caso, perchè l’indulto estingua la quota di pena residua (un anno), la legge dovrebbe essere approvata in tempi relativamente stretti, ovvero nel giro di 6-8 mesi, il tempo necessario al Tribunale di Milano per decidere sulla richiesta di affidamento in prova di Berlsuconi, che attualmente si trova nella condizione di “condannato libero sospeso”.

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