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Cinema: torna Cetto in versione sovranista

Su FIRST Arte il critico cinematografico Patrizio Rossano recensisce il ritorno sul grande schermo di Antonio Albanese: “Non è un film comico. Anzi, c’è proprio poco da ridere”.

Cinema: torna Cetto in versione sovranista

Il fortunato personaggio interpretato dal comico Antonio Albanese torna sul grande schermo dopo diversi anni di assenza anche in televisione. Abbiamo lasciato Cetto sindaco di Marina di Sopra ed ora lo ritroviamo emigrato in Germania dove è divenuto imprenditore, è sposato con una donna tedesca ed è chiamata dalla zia morente in Italia dove gli si riveleranno le sue nobili origini.

Ed ecco dunque che ci si ritrova catapultati nella realtà del “sovranismo” o presunto tale, dove in questo caso è proprio il monarca chiamato a risollevare le sorti del Paese. Da osservare che il film, firmato alla regia da Giulio Manfredonia, arriva nelle sale pochi giorni dopo le felici esternazioni di Emanuele Filiberto di Savoia: “Buonasera a tutti gli italiani, ho il dovere di annunciare ufficialmente il ritorno della Famiglia Reale” tanto per riportarci alla cronaca quotidiana.

Su FIRST Arte il critico cinematografico Patrizio Rossano si pone più di un interrogativo: “Il film di Albanese racconta di un Italia più o meno come l’avevamo lasciata 10 anni addietro. È cambiato poco nella società, nella politica, nella cultura e nei costumi del Paese. La sceneggiatura, i testi, aggiungono solo qualche tratto in più rispetto a quanto già noto, a quanto già sappiamo su quello che di orribile succede ogni giorno intorno a noi. Non è un film comico: c’è proprio poco da ridere… Anzi, per certi aspetti appare drammatico. Si tratta dello stesso film, della stessa storia, con lo stesso personaggio aggiornato e corretto che abbiamo visto da quando è comparso in televisione e poi sullo schermo cinematografico”.

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