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Ciclismo: a Liegi i big deludono

Nel gelo vince Poels: L’olandese della Sky precede Albasini e Rui Costa al termine di una gara flagellata dal freddo e dal nevischio. Valverde (16esimo) manca il poker. Nibali si perde nel finale. Ancora peggio Froome finito a oltre 10 minuti dal vincitore

Ciclismo: a Liegi i big deludono

Tanti campioni ai nastri di partenza ma a vincere la Liegie-Bastogne-Liegi, corsa in un gelo invernale e sotto i fiocchi di neve delle Ardenne, è stato a sorpresa l’olandese Wout Poels della Sky, 29 anni gregario di Froome e di Kwiatkowski, un’onesta carriera ma fino a oggi priva di una vittoria di peso. Affascinante come sempre, con le sue “cotes” che si susseguono una dopo l’altra, brevi ma con pendenze che alla fine prosciugano l’energie, alla fine la 102esima Doyenne è stata tradita dagli uomini più attesi. Ha visto la fuga iniziale dei soliti coraggiosi si esaurirsi, ha offerto momenti di protagonismo ai vari De Marchi, Vockler, Wellens e Betancur, a turno protagonisti di generosi allunghi in uno scenario di pieno inverno – che ricordava l’edizione 1980 quella vinta da Bernard Hinault- alimentando la suspense per una bagarre che prima o poi si sarebbe accesa tra i big. Ma così non è stato.

I grandi favoriti della vigilia hanno alla fine deluso, a partire da Alejandro Valverde. Il dominatore della Freccia Vallone, dopo aver obbligato i suoi della Movistar a fare la’ndatura del gruppo per quasi tre quarti della gara si è trovato a corto di benzina proprio sulle ultime due “cotes”, quella di Saint Nicolas e della Rue Naniot, e nel lungo rettilineo in ascesa che porta al traguardo, quando scattava un trio formato da Poels, lo svizzero Michele Albasini e il portoghese Rui Costa, prendendo un centinaio di metri di vantaggio: ormai imprendibili, era Poels a precedere di un soffio l’elvetico dell’Orica GreenEdge e l’ex campione del mondo di Firenze della Lampre-Merida. Un po’ più indietro, staccato di 4 secondi giungeva Samuel Sanchez, quindi il russo Zakharin e il francese Barguil. Valverde finiva 16esimo, preceduto anche da Kreuziger e Joaquim Rodriguez, anche se con lo stesso distacco di 12” dal vincitore.

Più che a vincere alla fine i big hanno preferito marcarsi a vicenda dando via libera alle sorprese di giornata: anche Julian Alaphilippe e Daniel Martin, altri due corridori molto gettonati alla vigilia, hanno finito per essere risucchiati in questa tattica. Peggio sono andati Nibali e Kwiatkwoski, che si sono persi nel finale. Il migliore degli italiani è stato ancora una volta Gasparotto, 13esimo al traguardo. Addirittura 112esimo, a oltre 10 minuti, è arrivato Chris Froome, che ha tenuto il passo fino a una trentina di km dall’arrivo per poi sparire nel solito anonimato che accompagna il “marziano” del Tour quando affronta – con molta parsimonia – le classiche-monumento.

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