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Chiesa (Bpm): “No a una fusione con Mediobanca”

Il direttore generale dell’istituto nega l’ipotesi e sull’aumento di capitale rimanda “fra 3-4 mesi: è molto meglio che presentarci tra 10-15 giorni” – Il titolo guadagna a Piazza Affari

Chiesa (Bpm): “No a una fusione con Mediobanca”

Si è voluto rassicurante oggi Enzo Chiesa, neo direttore generale della Bnaca Popolare di Milano, in un’attesissima conference call. “Avere 3-4 mesi per fare l’aumento di capitale è molto meglio che non presentarci tra 10-15 giorni come capita ad alcuni concorrenti”, ha sottolinerato. Per poi aggiungere: “Noi avremo l’aumento tra un sacco di tempo, dopo l’estate, dopo la semestrale, dopo la presentazione del piano, con anche una soluzione greca un po’ più definita, quindi auspicabilmente quando sul mercato ci sarà anche un appetito per il rischio più elevato”.

  Quanto alla possibilità di una fusione tra la Bpm e Mediobanca «la mia risposta va nella stessa direzione» di quella rilasciata dal vice presidente di Mediobanca, Dieter Rampl, secondo il quale l’operazione non è possibile.

Chiesa aveva anticipato alcuni numeri in un’intervista al Sole24Ore, spiegando che Bankitalia ha chiesto a Bpm “di avere una liquidità a un mese pari al 3% dell’attivo e una liquidità a tre mesi non negativa. Questi sono i dati al 9 giugno: la liquidità a un mese è di tre miliardi, pari al 6% degli attivi, anche includendo il consolidamento di Bpm Vita che da settembre sarà deconsolidata; quella a tre mesi è positiva per oltre un miliardo. E sugli accantonamenti e rettifiche su crediti in sofferenza siamo già al 100% di quanto ci ha chiesto la Banca centrale”.

Secondo Chiesa, l’allarme che si è diffuso sui mercati in seguito alla relazione ispettiva è stato eccessivo: “Si tratta di dati riferiti al 30 giugno 2010, in questi mesi siamo tornati in linea con i parametri chiesti dalla Vigilanza”. Il dg rivela poi che la differenza tra gli accantonamenti sui crediti di Bpm e quelli chiesti da Bankitalia, che al 30 giugno 2010 era pari a 162 milioni di euro, sei mesi dopo era già scesa a 62 milioni. “Il dato al 30 aprile si era ulteriormente ridotto a 49 milioni e scenderà ancora. Aggiungo che, all’interno di queste rettifiche, quelle sui crediti in sofferenza sono già al 100% di quelle chieste da Bankitalia”.
Oggi, intorno alle 15:30, il titolo Bpm guadagnava l’1,34% alla Borsa di Milano.

Pubblicato in: News

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