In Italia ben poco, forse un caffè o una brioche al bar in alcune zone del Paese. In Belgio, per dirne una, la salsa per accompagnare le patatine. In Inghilterra, secondo alcuni internauti, addirittura niente. In Uganda però ci compri già 10 uova, in Messico un litro di latte, in Malesia un bicchiere di tè freddo al limone, in Tailandia, Indonesia e Congo anche dei pasti completi. Per non parlare del Venezuela, dove con 1 dollaro, ovvero 73 centesimi di euro, ci fai quasi il pieno di benzina.
La campagna #1dollar, lanciata su Twitter dalla Banca Mondiale per sensibilizzare la popolazione mondiale sulla povertà, invita il suo mezzo milione di follower e in generale tutti gli internauti del pianeta a cinguettare che cosa, nei loro Paesi, è effettivamente acquistabile con quella modesta cifra. Attraverso questo originale hashtag, che sta facendo il giro del mondo, l’istituto internazionale ha voluto soprattutto attirare l’attenzione sul fatto che oltre un miliardo di persone vivono oggi con meno di 1,5 dollari (1,10 euro) al giorno.
E se per alcuni questa somma può valere un minimo di alimentazione completa, per altri, come in Kenya e Pakistan secondo alcuni tweet, può significare potersi permettere appena un tozzo di pane. “Se pensate che si possa e si debba mettere fine alla povertà entro il 2030, lasciate la vostra testimonianza ai politici del pianeta affinché capiscano che l’obiettivo deve essere comune a tutti”. La Rete, al momento, ha risposto presente all’iniziativa lanciata l’11 ottobre.