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Champions: Napoli, colpaccio con il Liverpool ma l’Inter delude

La squadra di Ancelotti supera con pieno merito (2-0) i campioni d’Europa del Liverpool mentre l’Inter di Conte acciuffa solo alla fine un modesto pareggio in casa contro lo Slavia Praga

Champions: Napoli, colpaccio con il Liverpool ma l’Inter delude

Impresa Napoli, passo falso Inter. È questo, in sintesi, ciò che resta del martedì di Champions, caratterizzato dallo splendido 2-0 degli azzurri sul Liverpool, ma anche dal grigio 1-1 dei nerazzurri con lo Slavia Praga. Tutto ribaltato rispetto alla vigilia, quando, giustamente peraltro, si pensava che il compito più proibitivo toccasse ad Ancelotti e che per Conte, invece, si trattasse solo di una passeggiata. Niente di più sbagliato, e non solo perché il primo ha vinto e il secondo ha pareggiato: di diverso ci sono state soprattutto le prestazioni, in perfetta sintonia con i risultati finali. Partiamo dalle buone notizie e dunque dal Napoli, capace di piegare i campioni d’Europa con un secco 2-0. Una vera e propria impresa, mai riuscita a nessuno in questo primo scorcio di stagione, che ha visto Klopp vincere la Supercoppa Europea e comandare la Premier League, peraltro da imbattuto.

Al San Paolo però è stata un’altra storia con un Napoli semplicemente perfetto, in grado di togliere agli inglesi la loro arma migliore, ovvero quell’intensità che li ha portati sul trono d’Europa. Ieri gli azzurri l’hanno messa sullo stesso terreno, dimostrandosi, anche se solo per una notte, addirittura migliori. La conseguenza è che le frecce Salah-Mané hanno perso lucidità (emblematico il contropiede buttato via al 55’) e che Meret, eccezion fatta per la paratissima sullo stesso egiziano (65’) e un colpo di testa fuori di un soffio di Firmino (44’), ha potuto passare una serata molto più tranquilla del previsto.

Gli azzurri, dal canto loro, hanno invece creato diversi brividi ad Adrian, bravissimo già al 7’ su Fabian Ruiz e addirittura miracoloso al 49’ su Mertens, fino all’episodio che ha rotto gli equilibri all’80’. Il contatto tra Robertson e Callejon (a dire il vero cercato più dallo spagnolo) ha indotto Brych e il Var a decretare un rigore che Mertens, in stato di grazia come ai tempi di Sarri, ha trasformato in gol, facendo esplodere il San Paolo. Per l’urlo della liberazione però c’è voluto Llorente, lesto nello sfruttare un errore di Van Dijk e a insaccare il pallone del definitivo 2-0 (93’), che proietta il Napoli in vetta al girone assieme al Salisburgo, autore a sua volta di un pirotecnico 6-2 sul Genk.

“È stata la vittoria di una squadra che vuole crescere, che ci crede e che ha tanta qualità – il commento di Ancelotti. – A volte ci si perde un po’ nelle partite, ma è normale. Dobbiamo sapere fare tutto, anche giocare palle lunghe come nel finale. La squadra ha fatto una partita sporca e questo mi è piaciuto tantissimo”.

“Partita straordinaria, sono orgoglioso di essere il vostro presidente” il tweet entusiasta di De Laurentiis, a dimostrazione di quanto Napoli, dal più illustre fino all’ultimo dei tifosi, attendesse una notte così.

Toni decisamente diversi a Milano, dove l’Inter di Conte è incappata nella prima delusione della stagione. Il pareggio con lo Slavia Praga, oltre ai punti persi (anche se, alla luce della prestazione, i rimpianti sono più dei cechi), fa male per la prestazione, molto al di sotto rispetto a quanto non fosse lecito attendersi.

Già nel primo tempo, al netto delle occasioni avute dall’Inter (con De Vrij, Lautaro e D’Ambrosio), si era avuta la sensazione che la squadra di Trpisovsky fosse più in palla, quasi fosse arrivata più carica di fronte ai 60 mila di San Siro. Impressione divenuta certezza nella ripresa, quando i nerazzurri hanno ceduto campo e lo Slavia è passato in vantaggio con Olayinka, rapido nel battere Handanovic con un tap-in ravvicinato dopo che lo stesso aveva compiuto un miracolo su Zeleny (63’).

A quel punto Conte, che già all’intervallo aveva cambiato lo spento Candreva con Lazaro, ha tentato le mosse Politano e Barella e proprio quest’ultima gli ha fruttato un pari in extremis, quando ormai non ci credeva più nessuno, forse nemmeno lui. L’1-1 finale, alla luce dello 0-0 di Dortmund tra Borussia e Barcellona, non è poi da buttare ma è chiaro che l’Inter non può fallire gare del genere, non se ambisce davvero a passare il turno.

“Abbiamo fatto fatica e sicuramente non sono soddisfatto della prestazione, ma il primo responsabile sono io – ha tuonato Conte. – Noi non abbiamo mostrato niente della nostra idea di gioco, purtroppo fa parte della crescita. Voi pensate che io arrivo, tocco e tutti diventano cigni ma non è così, c’è ancora da lavorare tanto. Siamo stati tutti sotto il livello della sufficienza, io per primo. Anzi, io sono il più asino, da mettere dietro la lavagna…”.

Parole durissime, di un “maniaco della vittoria” a cui, giustamente, non può andar bene una gara così, nemmeno se aggiustata in pieno recupero. Sabato c’è il derby e c’è da scommettere che Antonio spingerà sull’acceleratore per tutta la settimana, deciso a trasformare quello di ieri solo in uno spiacevole incidente di percorso.

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