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Cdp, Bassanini: no comment su Finmeccanica e Telecom Italia

Il presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini non ha voluto commentare oggi le ipotesi di coinvolgimento della Cdp nei dossier Finmeccanica e Telecom Italia.

Cdp, Bassanini: no comment su Finmeccanica e Telecom Italia

Il presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini non ha voluto commentare oggi le ipotesi di coinvolgimento della Cdp nei dossier Finmeccanica e Telecom Italia.

“Le cose che riguardano società quotate non possono che vederci muti”, ha risposto Bassanini ai giornalisti che, a margine di un’audizione alla Camera, gli chiedevano se non si sentisse tirato in causa nelle vicende che riguardano la cessione di società del settore ferroviario ed energetico del gruppo Finmeccanica e il nuovo assetto societario di Telecom.

I sindacati hanno auspicato oggi il coinvolgimento della Cdp sia nell’acquisto di Ansaldo Energia che di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda, per le quali Finmeccanica ha confermato di essere in trattativa con gruppi esteri.

Quanto a Telecom, richiesto di un commento su una possibile sinergia tra la società e Metroweb, l’azienda che gestisce una delle tre grandi reti fisse di tlc in Italia – auspicata la settimana scorsa dall’Ad di F2i, Vito Gamberale – Bassanini ha risposto poco dopo, a margine di un convegno: “Gamberale parlava per sé. Mai dichiarata una disponibilità a investire in Telecom, non ci siamo mai espressi. Il silenzio è un silenzio”.

Metroweb è attualmente controllata con l’87,16% del capitale da Metroweb Italia, partecipata a sua volta al 46,2% dal Fondo Strategico Italiano, del gruppo Cdp, e al 53,8% da F2i.

In apertura dell’audizione a Montecitorio Bassanini ha ricordato, senza alcuna contestualizzazione, che la Cdp “non è, come spesso la vede l’opinione pubblica, una nuova Iri”, con riferimento all’ente dotato di patrimonio statale nato nel 1933 per il salvataggio di banche e aziende private e liquidato nel 2002.

“La Cassa depositi e prestiti è un’istituzione finanziaria con missione pubblica che gestisce non risorse pubbliche ma denaro privato e deve prestare un’attenzione rigorosa alla sostenibilità dei suoi investimenti. Molte cose che il governo e il Parlamento ci chiedono di fare non possiamo farle, perché questo metterebbe in discussione il nostro dna”.

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