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Catalogna, per Abertis a rischio Ebitda

L’indipendenza della regione catalana comprometterebbe il rinnovo della concessione su Acesa e Invicat, mettendo a rischio 350-400 milioni di euro di Ebitda. L’agenzia di rating CRIF prevede lo scenario della nazionalizzazione per le due concessioni

Oltre ad avere sicure ripercussioni sugli equilibri politici spagnoli ed internazionali, il possibile distacco della Catalogna da Madrid anrà sicuramente ad intaccare i rapporti economici e finanziari che numerose multinazionali hanno con la Generalitat. Già importanti istituti di credito come Banco Sabadell e Caixabank hanno deciso di spostare le proprie sedi legali in altre regioni iberiche. 

Un’altra grande azienda che si è mossa in questa direzione è Abertis, che gestisce la rete autostradale spagnola ed è da mesi nel mirino di Atlantia. 

Secondo quanto riferisce CRIF Ratings, in caso di dichiarazione di indipendenza in Catalogna ci potrebbero essere problemi per il rinnovo delle concessioni di due contratti (Acesa e Invicat), che rappresentano circa il 35% dei chilometri – 545 per l’esattezza – di autostrade gestiti da Abertis in Spagna, in scadenza il 31 agosto 2021.

“La ri-domiciliazione della sede legale di Abertis, da Barcellona a Madrid, è servita a mantenere sotto controllo la volatilità di mercato creatasi in seguito al voto referendario. Tuttavia, date le particolari circostanze che caratterizzano Abertis in questo momento, con un’offerta formale di acquisto da parte di Atlantia Spa e una potenziale controfferta da parte di ACS SA (con rating BB+ e Outlook Positivo di CRIF Ratings), la scadenza di concessioni che generano oltre un terzo dell’EBITDA realizzato dal gruppo in Spagna potrebbe costituire un punto interrogativo per gli investitori” ha dichiarato Borja Monforte, Head of International Operations di CRIF Ratings.

Nel 2016, Abertis ha generato un EBITDA consolidato pari a 3,2 miliardi di euro, dei quali 1,1 miliardi proveniente dall’attività svolta in Spagna. In assenza di dati precisi sull’EBITDA generato dalle due concessioni, CRIF Ratings stima, sulla base di una  ipotesi di chilometri gestiti da Acesa e Invicat, che circa 350-400 milioni di EBITDA all’anno potrebbero essere a rischio nel caso in cui lo scenario di indipendenza si materializzi. Il portafoglio catalano contribuisce per l’11,5% all’EBITDA consolidato di Abertis”- aggiunge Monforte.

CRIF ravvisa una situazione di incertezza a medio termine che potrebbe avere un impatto sulle operazioni societarie in cui Abertis è attualmente coinvolta. Il mancato rinnovo delle concessioni potrebbe essere compensato dalla sostituzione con nuove concessioni di quelle scadute, come storicamente dimostrato da Abertis. A va aggiunto che Abertis ha ridotto significativamente il grado di concentrazione dell’attività in Spagna negli ultimi 6 anni (nel 2011, il portafoglio ordini spagnolo rappresentava circa il 41% del totale rispetto al 19% nel 2017).

In uno scenario di indipendenza della Catalogna, il governo catalano potrebbe decidere di  nazionalizzare le sopracitate datate concessioni (entrambe assegnate nel 1967) o optare per una revisione dell’accordo. CRIF Ratings rileva come lo scenario di nazionalizzazione sia altamente probabile anche nel caso di normalizzazione della situazione in Catalogna e Spagna.

Le autostrade a pedaggio gestite in concessione da Acesa sono pari a 479 chilometri (autostrade AP-7 e AP-2) e l’accordo è stato firmato con il governo centrale spagnolo (attraverso il “Ministerio de Fomento”). Invicat gestisce 66 chilometri di autostrade a pedaggio (C-32, C-31 e C-33) e la concessione è stata firmata con il governo regionale catalano.

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