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Caso Armstrong, gli improbabili vincitori dei Tour dal ’99 al 2005

Dall’incredibile doppietta del nostro Daniele Nardello al trionfo del portoghese Azevedo, dal compianto Kivilev alla possibile vittoria prematura di Cadel Evans, sei anni prima di quella effettiva: ecco cosa accadrebbe se l’Uci revocasse i sette Tour de France vinti da Lance Armstrong

Caso Armstrong, gli improbabili vincitori dei Tour dal ’99 al 2005

Se l’Uci dovesse confermare la revoca dei sette Tour de France conquistati da Lance Armstrong dal 1999 al 2005, al fianco di Anquetil, Hinault, Merckx e Indurain nel prestigioso palmares della Grande Boucle non apparirebbe il tedesco Jan Ullrich, che avrebbe potuto così raggiungerli nel gotha dei cinque volti vincitori (in virtù dei trionfi del ’96 e del ’97 e dei secondi posti nel 2000, 2001 e 2003), ma gregari di lusso come il nostro Daniele Nardello, che entrerebbe nell’albo d’oro con addirittura due successi, scavalcando gente come Gimondi e Pantani.

Questo perché il kaiser, pur collezionista di secondi posti e dunque miglior aspirante sulla carta al “ripescaggio”, è stato a sua volta qualche anni fa preso con le mani nella marmellata nella famigerata Operaciòn Puerto. Stessa sorte toccata a Ivan Basso, anche lui effettivo protagonista del Tour 2005 con un brillante secondo posto (e un terzo nel 2004), ma a sua volta coinvolto in un’inchiesta di doping e poi squalificato. Perciò, al netto di squalifiche, ammissioni, perquisizioni, coinvolgimenti veri o presunti, l’ecatombe dell’Uci non si fermerebbe solo ad Armstrong ma come il più classico degli effetti domino andrebbe ad investire anche secondi, terzi, quarti classificati e così via, andando così a premiare, in alcuni casi, emeriti sconosciuti.

Come il portoghese Josè Azevedo, compagno di squadra di Armstrong nel 2002, sesto a Parigi a quasi 16 minuti dal texano ma virtuale vincitore in virtù dei “casini” rimediati dal basco Joseba Beloki, coinvolto anche lui nell’Operaciòn Puerto e dal lituano Raimondas Rumsas, la cui moglie fu trovata dalla polizia con la macchina carica di prodotti dopanti.

Un po’ più famoso era lo scalatore spagnolo Escartin, che nel Tour ’99 passa da terzo a primo per il coinvolgimento di Alex Zulle nell’affaire Festina, ma poi a sua volta viene scoperto a “frequentarsi” con il dott. Michele Ferrari (tornato agli onori delle cronache in seguito alla positività pre-olimpica di Schwazer) lasciando dunque al nostro Nardello anche l’edizione del 2000, in cui il varesino finisce addirittura nono, ma vincerebbe a tavolino visto che il kaiser Ullrich finisce pure lui nei cattivi giri iberici, ed è accompagnato da colleghi come Botero, Mancebo e appunto dallo stesso Escartin. Nel 2001 il titolo andrebbe invece assegnato al compianto kazako Andrei Kivilev, quarto a 10 minuti da Armstrong e successivamente deceduto in seguito a una caduta nella Parigi-Nizza.

L’edizione del 2003 vedrebbe il trionfo di uno dei pochi spagnoli considerati al 100% puliti in quegli anni, Haimar Zubeldia, che sui Campi Elisi è quinto ma approfitta delle defaillances del solito tandem Armstrong-Ullrich e di Aleksandr Vinokourov e Tyler Hamilton. Un po’ controversa l’assegnazione del 2004: andrebbe al tedesco Andreas Kloden, anche lui però al centro di molti sospetti e pertanto, visto che il terzo classificato è di nuovo il non candidabile Ivan Basso, non è da escludere la doppietta di Josè Azevedo.

Ancora più controverso è il Tour de France del 2005, l’ultimo dei sette vinti dal ciclista texano. Andrebbe al connazionale ed ex compagno di squadra Levi Leipheimer, che però è stato trovato positivo nel 1996 e su di lui gravano anche pesanti accuse del suo direttore sportivo ai tempi della Gerolsteiner, Hans-Michael Holzer. In caso, ci sarebbe spazio per un altro bis. Quello, postumo, di Cadel Evans, sei anni prima del suo effettivo trionfo nel 2011. L’australiano finì settimo a 12 minuti da Armstrong.

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