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Case green: via libera del Parlamento europeo alla direttiva Ue sull’efficienza energetica

Approvata in Plenaria la “Energy Performance of Building Directive” per efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. Contraria l’Italia che ha votato no. Picchetto: “Ci difenderemo”

Case green: via libera del Parlamento europeo alla direttiva Ue sull’efficienza energetica

Passo in avanti per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa.

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green denominata “Energy Performance of Building Directive” (Epbd). Il via libero in Plenaria è arrivato con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti.

La direttiva rientra nel progetto Ue Fit for 55 ed è stata presentata dall’eurodeputato dei Verdi, Ciarán Cuffe. Il documento punta a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra (Ghg) e il consumo di energia nel settore edilizio dell’Ue entro il 2030 per renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Il testo prevede che i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. mentre gli edifici residenziali dovranno raggiungere entro il 2030 la classe di prestazione energetica E e D entro il 2033.

Testo ora alla prova dei negoziati

Lo scorso 9 febbraio era arrivato il primo via libera da parte della Commissione Industria, Ricerca ed Energia dell’Eurocamera. Oggi l’approvazione all’Eurocamera è solo un altro passaggio prima che il provvedimento venga approvato dalla commissione.

Il testo, emendato dal Pe in più parti, sarà ora oggetto del trilogo, ovvero il negoziato con il Consiglio e la Commissione europea prima di tornare in Plenaria. Solo una volta completato questo iter si arriverà alle versione definitiva della nuova direttiva, che una volta in vigore, dovrà essere ratificata dagli Stati membri.

“Abbiamo visto che vince la ristrutturazione con forza, degli edifici. Ora rinvio in testo in Commissione per i negoziati istituzionali”, ha dichiarato in Aula, il promotore del testo, Ciarán Cuffe.

L’Italia vota no, Picchetto: “Insoddisfacente per il nostro Paese, ci difenderemo”

L’Italia si oppone alla direttiva e in Plenaria i rappresentanti del nostro paese hanno votato contro l’approvazione. Critico il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che ritiene “La direttiva sulle Case Green approvata in Parlamento europeo insoddisfacente per l’Italia. Anche nel Trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale. “Non mettiamo in discussione – aggiunge Picchetto – gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come bene rifugio delle famiglie italiane. Gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese”. L’Italia – conclude il ministro “non chiede nessun trattamento di favore, ma solo la presa di coscienza della realtà; agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”.

Critiche anche da Confedilizia

”Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di direttiva che prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili europei. Gli esponenti della maggioranza politica italiana hanno votato contro e di questo li ringraziamo. La vicenda, però, non si conclude qui. Da oggi, infatti, ha inizio una fase di negoziazione che vedrà protagonisti anche i Governi dei Paesi dell’Unione” ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia che già nei giorni scorsi si era mostrato dubbioso sulla proposta. Secondo Spaziani, per rendere meno dispendiosa un’abitazione, ci vorrebbero in media diecimila euro per unità abitativa (stimata per difetto data il ritmo dell’inflazione e i costi crescenti). “La direttiva è dannosa per l’intero settore immobiliare italiano, anche per quei soggetti che pensano di poterne trarre qualche vantaggio. Si tratta di un provvedimento sbagliato in radice nel momento stesso in cui obbliga, anziché incentivare, la realizzazione di alcune tipologie di interventi”, il parere di Spaziani.

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