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Capodanno, con Omicron disdette al 30% nei ristoranti

Il Covid colpisce ancora e nel mirino ristorazione, intrattenimento e turismo – Fipe Confcommercio “Fioccano le disdette. Il governo intervenga subito per i comparti più in difficoltà”

Capodanno, con Omicron disdette al 30% nei ristoranti

Un Capodanno in chiaro e scuro per molti settori, soprattutto per ristorazione e intrattenimento. L’impennata di contagi e i tempi imposti dalla quarantena, che hanno colpito circa 2,5 milioni di italiani, stanno avendo l’effetto di moltiplicare le disdette. È l’allarme di Fipe Confcommercio, la Federazione dei pubblici esercizi, spiegando che le disdette dei cenoni sono già il 25-30%.

Rispetto al coprifuoco e alle chiusure imposte lo scorso anno, questo Capodanno sarà ben diverso perché la ristorazione potrà accogliere la clientela nei propri locali, ma le aspettative di una serata di festeggiamenti in tranquillità si è trasformata in quarantena e lunghe file nelle farmacie per molti italiani, con una crescita esponenziale di disdette negli ultimi giorni e che non si fermerà ad oggi.

“Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto – ha sottolineato la Fipe -, anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino solo a pochi giorni fa. Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle”.

Il tutto nel mese più importante dell’anno (dicembre da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti), e che adesso è in buona parte compromesso e rischia di aumentare le disattese per i 70mila ristoranti che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l’arrivo del 2022 con una cena fuori casa.

Eppure, fino a pochi giorni fa, i dati raccolti dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio erano piuttosto incoraggianti, con 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l’arrivo del nuovo anno nei ristoranti aperti dopo il periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita.

Un dato sicuramente in calo rispetto al 2019, ma una boccata d’ossigeno rispetto al 2020, quando i locali erano chiusi. Oltre il danno la beffa. La Fipe ha evidenziato che quest’anno “per favorire la ripresa i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto a due anni fa: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo era più evidente, 90 euro contro 105. In virtù di questi numeri la spesa totale prevista si sarebbe attestata intorno ai 325 milioni di euro, a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa”.

La sofferenza degli imprenditori italiani si trasforma nella richiesta di aiuti per i settori in difficoltà. “Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come, ad esempio, le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio”, ha concluso la Fipe.

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