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CAMPIONI AL TRAMONTO – Totti lascia la Roma? E’ l’ultimo caso dell’addio amaro del campione-bandiera

Dopo i casi Maldini (contestato dai tifosi del Milan all’ultima partita) e Del Piero (di fatto già silurato da Agnelli) è bastato un rigore sbagliato contro la Juventus a mettere in discussione l’ultimo degli “intoccabili”: Francesco Totti, che ha ammesso di aver pensato all’addio dopo le critiche ricevute. Un’altra storia d’amore che rischia di finire male

CAMPIONI AL TRAMONTO – Totti lascia la Roma? E’ l’ultimo caso dell’addio amaro del campione-bandiera

Forse, a tirar troppo la corda a volte succede anche questo. Succede anche che grandi campioni e bandiere universalmente riconosciute da tifosi e avversari si lascino “male” con le loro squadre storiche. Come due fidanzati che, dopo essersi amati così intensamente, non vogliono rassegnarsi all’idea che la loro relazione è finita. E tirando troppo la corda, appunto, la spezzano.

Se è successo tre anni fa in occasione dell’addio al calcio di Paolo Maldini, 25 anni di fedeltà al Milan e una lista di trofei vinti che è persino superfluo ricordare, per poi vedersi contestato dalla curva Sud dei tifosi rossoneri nell’ultimo giro di campo, figuriamoci cosa stanno vivendo adesso Alessandro Del Piero alla Juventus e Francesco Totti alla Roma.

Anche loro bandiere quasi generazionali delle loro squadre (entrambi hanno esordito nel ’94 e non hanno mai cambiato casacca) e figure mitologiche per i tifosi, si stanno avviando sul viale del tramonto. La carta d’identità inizia a pesare ma la voglia di giocare rimane. Fin qui, non ci sarebbero problemi. Bisogna però fare i conti con le “fidanzate”, che non sono i tifosi, sempre fedeli e romanticamente legati al mito, ma le società, che devono far fronte ai costi d’ingaggio e al necessario ringiovanimento della squadra.

Nel caso di Maldini questo problema non si presentò, anzi furono vecchi rancori con un gruppo di tifosi a rompere l’incantesimo e a rendere amaro un addio che meritava ben altro tributo.

Nel caso di Del Piero invece la situazione è esattamente questa: ancora ben voluto dai fans, ma di fatto silurato dal presidente Andrea Agnelli che poco elegantemente ad inizio stagione ha messo i puntini sulle “i”: “Grande Alex, grazie di tutto, ma forse è meglio che questa sia la tua ultima stagione”.

L’ultimo caso invece, quello di Totti, finora non presentava nessuno di questi problemi. Ancora osannato e anzi addirittura “preteso” in campo dai tifosi, che ogni volta che non vedono apparire il nome del Pupone in formazione titolare chiedono immediatamente la testa di Luis Enrique, e ancora, ad oggi, accontentato in tutto e per tutto da una società forse troppo influenzata da un ambiente, quello romano e giallorosso, decisamente pressante e poco disposto a compromessi.

“La Roma è Totti”, ha decretato il popolo della Sud. E dunque in società (prima con i Sensi e anche ora con la gestione DiBenedetto) bocche cucite e rinnovo del contratto fino al 2014, cioè fino alla veneranda età di 38 anni, per un giocatore che già da almeno un paio d’anni sembra obiettivamente sempre meno utile alla causa.

In più, Totti è stato accontentato anche sulla cifra, che ha visto un ritocco solo minimo e grava ancora sul club (in nota difficoltà finanziaria) per quasi 9 milioni all’anno lordi. Niente male, per un contratto stipulato dai 34 ai 38 anni. La riconoscenza per quasi 20 anni di As Roma è anche questo.

Ma adesso persino questa corda (un cordone ombelicale, più che altro) si sta spezzando. E’ bastato un rigore sbagliato contro la Juve. Proprio lui, l’eroe infallibile del cucchiaio, e proprio contro i nemici più odiati, quei bianconeri del gol di Turone e di Calciopoli. Parrebbe che i tifosi, per la prima volta, stiano iniziando a mormorare, e Totti ad accusare un accenno di malessere avvertendo questa mancanza di fiducia. Tutti si affrettano a smentire, come in un matrimonio quando ci sono di mezzo amanti o cose che nessuno deve sapere. Ma la storia d’amore, anche questa, è ormai finita. E c’è da giurarci che gli innamorati si lasceranno male: “ti vorrò sempre bene, ma non possiamo più stare insieme”.

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