Condividi

CAMPIONATO SERIE A – La Juve prova ad allungare con il Verona. Sul Milan l’ombra di Sacchi

CAMNPIONATO SERIE A – I bianconeri, che oggi si laureano ufficialmente campioni d’inverno, hanno la grande occasione di allungare sulla Roma, fermata ieri dal Palermo, ma la partita casalinga contro il Verona non sarà facile come in Coppia Italia – Insidioso l’incontro interno del Milan contro l’Atalanta: su Inzaghi si allunga l’ombra di Sacchi.

CAMPIONATO SERIE A – La Juve prova ad allungare con il Verona. Sul Milan l’ombra di Sacchi

La Juve sa come si fa. Tale è l’abitudine alla vetta che non serve guardarsi alle spalle, se non per controllare che l’inseguitore non si stia avvicinando troppo. Anzi: con la Roma fermata sul pari a Palermo i bianconeri possono volare a +5 e dare vita alla prima, vera fuga in classifica. Allegri lo ha detto e ribadito alla vigilia della sfida contro il Verona, remake della gara di Coppa Italia di giovedì scorso terminata con un tennistico 6-1: “Sarà una partita diversa dalla Coppa Italia – ha detto l’allenatore in conferenza – dopo una sconfitta del genere il Verona giocherà un’altra partita, con più attenzione, cercando di concederci poco. Saremmo fuori di testa a pensare che sarà tutto facile. In questa seconda parte di stagione dobbiamo commettere meno errori possibile, perché c’è meno tempo per recuperare. Quanto fatto finora non basta per vincere il campionato”.

Senza Vidal (dimesso dall’ospedale nella tarda mattinata di sabato dopo essere stato sotto osservazione per febbre e tonsillite), a centrocampo spazio a Pirlo, Pogba e Marchisio con Pereyra trequartista alle spalle di Tevez e Llorente. Anche in difesa non dovrebbero esserci sorprese, con Lichtsteiner ed Evra esterni, Bonucci e Chiellini centrali. A proposito di Chiellini, Allegri è tornato sulla polemica innescata nei giorni scorsi dall’interista Juan Jesus, che aveva definito il difensore bianconero “un pessimo esempio di sportività” dopo la decisione della Corte d’Appello federale di non ridurre le tre giornate di squalifica per la gomitata rifilata allo stesso Chiellini nel corso di Juventus-Inter: “Non penso che Chiellini sia un giocatore antisportivo – ha duramente replicato Allegri -. Juan Jesus è stato fortunato a non essere stato visto dall’arbitro, altrimenti sarebbe stato espulso con rigore per noi. Era meglio se non tornava sull’argomento”.

Mentre quasi tutte le squadre si stanno guardando attorno sul mercato, dall’alto del loro primo posto a Vinovo non hanno la stessa esigenza, ben sapendo come la corazzata bianconera sia sufficientemente coperta in tutti i reparti: “Preferisco non parlare di mercato – ha tagliato corto Allegri -, ne parlerò solo in caso di nuovi arrivi. Se prendiamo qualcuno vuol dire che l’avremo ritenuto all’altezza”. Come dargli torto, anche perchè in fondo sono gli altri a dover inseguire.

Ben altri traguardi si prefigge il Milan, che vede nel terzo posto finale il suo personale scudetto. Tra alti e bassi i rossoneri chiuderanno il girone di andata a San Siro contro l’Atalanta, ben sapendo come dopo la sconfitta contro il Sassuolo e il pareggio contro il Torino è arrivato il momento di cambiare marcia: “Dobbiamo tornare a fare 14 punti nelle prime 7 giornate come abbiamo fatto all’andata – ha detto Inzaghi, che al momento ha fatto solo 4 punti in più di Allegri lo scorso anno -. Recuperando tutti, la squadra migliorerà. La partita di martedì mi lascia fiducioso”.

Ma quella era Coppa Italia, mentre in campionato i rossoneri hanno racimolato soltanto 12 punti nelle ultime 11 partite, abbastanza per far storcere il naso a più di un tifoso. E Inzaghi sa bene che da lui e dal Milan ci si aspetta di più: “Sono stato giocatore, so che le critiche costruttive fanno crescere. Io vado avanti per la mia strada, sono molto sicuro delle mie idee, del mio gioco e del mio lavoro. Non puoi pensare di fare l’allenatore del Milan senza avere responsabilità. La squadra mi segue, sono sereno, chiedo solo pazienza, le uniche medicine che conosco sono lavoro e serietà. Come il nostro presidente voglio riportare in alto il Milan, mi ha chiamato dopo Torino per rincuorarmi”.

Tema caldo a Milanello il possibile ritorno di Arrigo Sacchi al Milan. Vietato parlare di “tutor” per Inzaghi, semmai la sua posizione sarebbe quella di supervisore con un occhio di riguardo al settore giovanile: “Confrontarsi con il ‘guru’ degli allenatori è una bella soddisfazione – ha detto Inzaghi commentando l’incontro di venerdì a Milanello -. Io mi confronto con tutti, poi però l’allenatore decide di testa sua. Arrigo è uomo Milan, qualsiasi ruolo gli venga dato dalla società per noi è motivo di soddisfazione. Sarebbe una figura ingombrante? Non mi sono mai posto questi problemi, con lui ho un rapporto splendido È tutto chiaro, non cerchiamo streghe!”.

Meglio pensare alle questioni di campo, con il dubbio sul sistema di gioco da adottare. Il collaudato 4-3-3 (con El Shaarawy, Menez e Cerci) o il più offensivo 4-2-3-1 con Pazzini (di nuovo in gruppo dopo due giorni di febbre) prima punta? Inzaghi sembra propenso per la prima ipotesi, con il dubbio Bonaventura-Poli come terzo di centrocampo accanto a De Jong e Montolivo: “Ho provato tante volte a giocare con il 4-2-3-1, è un modulo che possiamo fare quando tutti sono al 100%. Adesso abbiamo giocatori che rientrano da infortuni, Cerci non ha mai giocato così. Nella mia testa ci sarà un Milan con più attaccanti possibili. Però a partita in corso, come col Sassuolo, si potrà fare”.  

Commenta