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Btp e Atlantia nella bufera: grosse vendite di bond

I rendimenti dei titoli di Stato italiani schizzano versano l’alto, accentuando la tensione sul debito – A Piazza Affari tutti gli occhi su Atlantia, che in mattinata arriva a perdere il 25% – dopo la revoca della concessione ad Autostrade per la tragedia di Genova – Recupera l’euro, cade l’oro – In Argentina tassi al 45%

Btp e Atlantia nella bufera: grosse vendite di bond

Nel pomeriggio di Ferragosto, nonostante fossero chiuse quasi tutte le Borse europee, sono scattate robuste vendite sul debito italiano. Lo rileva il Financial Times, segnalando che il rendimento dei titoli a due anni è schizzato ai massimi da inizio giugno (1,435%, +16 punti), mentre quello sul decennale è balzato al 3,2%. La tensione sul debito aggiunge così un nuovo elemento al clima drammatico che ha investito il Bel Paese dopo il crollo del ponte Morandi.

Genova, ancora alle prese con il bilancio delle vittime, tenta di riavviare l’economia (almeno 11 miliardi di euro i danni stimati). Piazza Affari, oltre che con lo spread (e con le ricadute su banche ed assicurazioni), oggi dovrà fare i conti con l’emergenza che minaccia di sommergere Atlantia (-5,39% martedì), cui fa capo la gestione del tratto della A10 cui apparteneva il ponte. Oltre alla società controllata dalla famiglia Benetton, che rischia la revoca della concessione e una multa fino a 150 milioni, sono destinate a finire nel mirino dei venditori Autogrill e i titoli controllati dall’altro grande concessionario, il gruppo Gavio, già in forte calo martedì (Sias -3,83% e Astm -2,87%).

Dopo aver passato un’ora senza riuscire a fare prezzo, il titolo Atlantia è entrato in contrattazioni con una perdita del 25%.

ARGENTINA, TASSI AL 45%. A WALL STREET MACY’S -15,9%

È stato una giornata difficile anche per le Borse aperte nel giorno di Ferragosto. I contraccolpi della crisi turca si sono fatti sentire sulle piazze emergenti: il ribasso dell’indice Msci ha superato il 20 % da gennaio. L’Indonesia ha alzato il costo del denaro per la quarta volta da maggio, l’Argentina ha portato i tassi al 45%.

In forte tensione anche Wall Street, che ieri ha accusato nel corso della seduta perdite superiori all’1% prima di recuperare posizioni nel finale. Il Dow Jones ha chiuso con una perdita dello 0,54%, S&P 500 -0,76%, Nasdaq -1,23%. Il tonfo del listino tecnologico è stato provocato dal calo di Tencent, colosso cinese che ha annunciato il primo calo degli utili dopo 13 anni di attività.

Nella old economy soffre Macy’s (-15,9%), che ha registrato utili inferiori alle stime.

In ribasso Tesla (-3,9%) dopo la rivelazione di Fox News secondo cui la Sec ha avviato un’indagine per aggiotaggio a carico di Elon Musk in relazione all’annuncio sul (per ora ipotetico) delisting.

COMMERCI, RIPARTE IL CONFRONTO CON LA CINA

Il rimbalzo è stato favorito dalla notizia che, entro fine mese, riprenderanno i colloqui tra Cina e Usa sui commerci. Una delegazione guidata dal vice ministro Wang Shouwen sarà a Washington a fine agosto per incontrare il responsabile dell’area Affari Internazionali del Dipartimento del Tesoro.

La Borsa del Giappone è in lieve ribasso nel finale di seduta, in allontanamento dai minimi di stanotte: indice Nikkei -0,2%.

Scendono le Borse della Cina, mentre lo yuan rimbalza a 6,89 su dollaro, da 6,93 della chiusura. Hong Kong -0,5%, indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,5%. Ai minimi a Seoul il prezzo di Samsung: il calo di Tencent pesa più di più delle parole di Erdogan, che ha invitato i turchi a boicottare Apple.

IL QATAR FINANZIA ERDOGAN. SI MUOVE ANCHE LA GERMANIA

Anche dalla Turchia arrivano segnali più incoraggianti. La lira è poco mossa, a 6,1 sul dollaro, dopo due giorni di forte recupero. Il Qatar si è detto pronto ad investire 15 miliardi di dollari in Turchia: ieri l’emiro Sheikh Tamin al Thani ha incontrato il presidente Recep Erdogan. Si è mossa anche la Germania, il primo partner commerciale di Istanbul con un interscambio di 37 miliardi: il presidente turco sarà a Berlino alla fine di settembre.

TONFO DI FERRAGOSTO PER IL PETROLIO

Stamane l’euro si apprezza su dollaro a 1,138 da 1,134.

Ieri c’è stato un forte calo dei metalli preziosi e delle materie prime. Il petrolio Brent è scambiato a 71 dollari il barile, in rialzo dello 0,3%, da -2,3% di ieri dopo l’annuncio di scorte Usa superiori al previsto. Il Wti tratta a 65,06 dollari.

Ieri l’dice Energy della Borsa Usa ha subìto un calo del 3,5%, il più profondo dal 5 febbraio. Saipem è stata martedì tra le migliori del listino (+4%). Barclays alza il giudizio a Outperform, dal precedente Underperform, target price a 5,20 euro.

Oro a 1.172 dollari l’oncia, ieri -1,6%. Alla Borsa di Istanbul, gli scambi sul future dell’oro sono saliti moltissimo.

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