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Brexit: in calo la fiducia di consumatori e imprese

Sia in Italia che in Francia l’indice è in discesa: l’Istat rilevaper i consumatori un calo da 112,5 a 110,2 a giugno, in tutte le componenti – Per le imprese si passa da 103 a 101,2 punti – Il dato è stato elaborato alla vigilia del referendum per la Brexit – Fiducia in flessione anche in Francia.

Brexit: in calo la fiducia di consumatori e imprese

Peggiora la fiducia di consumatori e imprese italiani. A rilevarlo è l’Istat, secondo cui nel mese di giugno l’indice relativo ai consumatori ha conosciuto la terza flessione consecutiva, attestandosi a 110,2 dal 112,5 registrato a maggio. L’indice delle imprese, invece, è passato da 103 punti a 101,2. Per la fiducia dei consumatori si tratta del livello più basso da agosto 2015, mentre per quella delle imprese è il risultato peggiore da marzo 2016. A giugno peggiora la fiducia di consumatori e imprese

Il dato di giugno, essendo la rilevazione concentrata nei primi 15 giorni del mese, non tiene conto del probabilissimo effetto Brexit, anche se potrebbe pagare le tensioni precedenti al referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Nello specifico, peggiorano tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori: il clima personale (a 103,0 da 105,4) e quello economico (a 131,8 da 135,7), così come il clima corrente (a 108,2 da 109,8) e quello futuro (a 112,9 da 117,6). 

Quanto alle aziende, migliora l’indice di fiducia nella manifattura (a 102,8 da 102,1) e nelle costruzioni (a 121,6 da 120,4), mentre si registra una flessione nei servizi di mercato (a 105,0 da 107,3) e nel commercio al dettaglio (a 99,7 da 101,0).

Francia
Anche dall’altra parte delle Alpi l’ottimismo dei consumatori ha visto giorni migliori. L’indice di fiducia dei consumatori francesi elaborato dall’Insee è sceso, infatti, a 97 punti a giugno, arretrando dai 98 del mese di maggio, che rappresentavano il livello più alto raggiunto dall’indice dall’ottobre del 2007.

Il calo rispetto a maggio era previsto dagli analisti. L’indice generale paga il minore ottimismo per quel che riguarda le prospettive di benessere dei prossimi mesi e il calo del numero di famiglie che giudica questo un momento adatto per impegnarsi in grosse spese.

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