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Brexit: Cameron detta 4 condizioni, ma la UE rileva “problemi”

Sono quattro le richieste che David Cameron fa a Donal Tusk per assicurare la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, alcune delle quali considerate “altamente problematiche” da parte della Commissione UE che ha già avuto una prima reazione alla lettera inviata dal primo ministro britannico.

Brexit: Cameron detta 4 condizioni, ma la UE rileva “problemi”

David Cameron detta le quattro condizioni necessarie per la permanenza della Gran Bretagna all’interno dell’Unità Europea. Diktat che però la UE considera problematici e che potrebbero compromettere il futuro dell’intero continente.

Nell’ambito di una lettera inviata al presidente del Consiglio UE Donald Tusk, il primo ministro britannico elenca le richieste che saranno oggetto di un negoziato con i partners in vista del referdum sulla Brexit che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe tenersi tra giugno e dicembre 2016.

Cameron non lascia spazio a dubbi su quali siano le sue intenzioni: “se le nostre legittime richieste sbatteranno contro la sordità dei nostri interlocutori la Gran Bretagna valuterà se l’adesione alla Ue è davvero vantaggiosa».

In altre parole Downing street deciderà se chiedere ai propri cittadini di dire “no” all’Unione Europea.

Ma quali sono le quattro condizioni elencate da David Cameron? La prima riguarda il cosidetto “opt-out”, vale a dire la possibilità per la Gran Bretagna di non rispettare la clausola dei Trattati che stabilisce la partecipazione a un’ Unione “sempre più stretta”. La seconda ha invece a che fare con il riconoscimento di un mercato unico “multicurrency”, cioè multi-valuta. Ciò che chiede Cameron dunque è che la sterlina abbia gli stessi “diritti” dell’euro nel momento in cui si raggiungerà un’ulteriore integrazione tra i Paesi dell’UE. 

In terzo luogo Downing street rivendica un ruolo più forte dei singoli parlamenti nazionali nella correzione della legislazione comunitaria. L’ultima condizione riguarda invece l’accesso al welfare per gli immigrati intracomunitari. Su questa questione – che Londra reputa “non negoziabile” – il primo ministro britannico ha richiesto che l’accesso ai benefici e ai sussidi dello stato sociale per un cittadino non inglese parta dopo quattro anni di permanenza all’interno della Nazione. La stessa limitazione potrebbe essere estesa anche ai cittadini britannici che rientrano in patria dopo aver vissuto all’estero. 

Questi i punti fondamentali della missiva che David Cameron ha inviato al presidente Donald Tusk che verranno discussi nell’ambito del summit che si terrà  Bruxelles a metà dicembre. Le parole contenute all’interno della lettera hanno già suscitato una prima reazione da parte dell’Unione Europea. Il portavoce della Commissione europea  Margaritis Schinas ha infatti indicato alcuni aspetti “fattibili”, altri “difficili, come quelli sui rapporti con i paesi dell’eurozona e gli opt-in e gli opt-out” e “altri altamente problematici, che toccano le libertà fondamentali del mercato interno”. “Le discriminazione tra cittadini europei – ha sottolineato il portavoce – ricadono in questa categoria”.

Per discutere della vicenda, nella giornata di oggi (in concomitanza con la riunione dell’Ecofin), il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker incontrerà il cancelliere dello scacchiere George Osborne. 


Allegati: lettera David Cameron.pdf

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