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Brexit cambia faccia? La sterlina scommette sul sì di Westminster

Immediata reazione al rialzo della sterlina alla nuova versione dell’accordo tra la Mey e la Ue, anche se ora si attende il voto del Parlamento britannico – Anche dazi e chip danno fiducia ai mercati, che apprezzano le nozze tra le banche tedesche – In Italia sale lo spread ma le banche reggono – Cambio della guardia in Banca Ifis – Niente Cerved per Advent

Brexit cambia faccia? La sterlina scommette sul sì di Westminster

Lunga vita alla sterlina. Ieri sera, dopo una missione “segreta” a Strasburgo (svelata dal ministro degli esteri irlandese) Theresa May è rientrata a Londra con un nuovo testo sulla Brexit che potrebbe oggi ricevere (ma non è detto) l’approvazione del Parlamento britannico: il governo conta di strappare il sì di un centinaio di tories ant-Ue.

Il documento, illustrato in una conferenza stampa dalla stessa May e da Jean-Claude Juncker, riformula alcuni passaggi rilevanti del vecchio contratto di separazione ma non sembra contenere novità sostanziali su due temi cruciali: la frontiera con l’Irlanda e la possibilità di allungare a piacimento i tempi dell’uscita dall’Unione Europea. Nel corso della notte, Londra ha diffuso una sua interpretazione del comunicato, pare con il consenso dei negoziatori europei.

IL POUND SCOMMETTE SUL Sì DI WESTMINSTER

Immediata la reazione dei mercati. Stamane Il cross euro-sterlina scende sui minimi dal maggio del 2017 a 0,852. Il pound recupera anche sul dollaro a 1,32.

La speranza di una fumata bianca sulla Brexit ha rafforzato il buonumore sui mercati asiatici, già ben intonati dopo che l’agenzia di stato di Pechino ha dato notizia di una lunga telefonata tra Liu He, il braccio desto di Xi per i commerci, e il responsabile Usa Robert Lightizer, a conferma che la trattativa sui dazi è viva.

L’indice Csi di Shanghai e Shenzhen avanza dell’1,8%, fanno meglio a Tokyo l’indice Topix (+1,8%) e il Nikkei (+2%). L’Hang Seng di Hong Kong avanza dell’1,5%, il Kospi di Seoul dell’1%.

Il dollaro si indebolisce per la prima volta dopo otto sedute nei confronti dello yuan cinese, mentre si apprezza sullo yen. L’euro dollaro tratta a 1,125, in lieve rialzo.

APPLE (+3,5%) SI DÀ ALLA TV, COLPO GROSSO DI NVIDIA

Toro in evidenza anche a Wall Street, nonostante lo shock della sciagura aerea di Addis Abeba. A sostenere le Borse Usa ci hanno pensato i dati sull’andamento positivo dei consumi interni a gennaio e il rimbalzo dei valori tecnologici. L’idice S&P 500 mette a segno un rialzo dell’1,47%, Nasdaq in rally: +2,02%.

I guai di Boeing hanno frenato la corsa del Dow Jones, solo + 0,79%. Il colosso di Seattle chiude a -5,3% dopo aver accusato perdite più che doppie nel corso della seduta. Nel corso della notte, anche le autorità di Singapore, dopo quelle della Cina e della Malesia, hanno deciso di mettere a terra gli aerei 737 Max 8.

Il volo del Nasdaq si spiega anche con il balzo di Apple (+3,5%) dopo la promozione di Merryll Lynch e l’annunciato che il giorno 25 verrà presentata la nuova Tv in streaming della Mela.

La spinta principale però l’ha data la maxi acquisizione di Mellanox Technologies da parte di Nvidia, operazione da 6,9 miliardi di dollari. Sul produttore di chip utilizzati nel processo di analisi dei quantità sterminate di dati aveva messo gli occhi anche Intel.

Vivace stamane il petrolio. Il Brent tratta a 66,7 dollari il barile, in rialzo dello 0,3%, ieri +1,3%.

In grande evidenza ieri a Piazza Affari i petroliferi: Tenaris +3,38%. Saipem +2,25%. La società ha confermato i dati del preconsuntivo annunciati il 28 febbraio scorso.

AI MERCATI PIACCIONO LE NOZZE DEI BIG TEDESCHI

In attesa di novità sulla Brexit, le Borse europee hanno approfittato ieri dell’effetto delle possibili nozze tra i Big bancari di Germania, Deutsche Bank e Commerzbank.

Piazza Affari (+0,75%) ha interrotto la striscia negativa di ribassi (cinque di fila chiudendo a quota 20.638 punti. Deboli gli scambi: a 1,68 miliardi di euro, in calo del 30,26%, rispetto ai 2,41 miliardi di venerdì.

Rialzo analogo a Francoforte (+0,75%). Da inizio anno il guadagno è del 9,20%, una performance di poco inferiore a quella di Piazza Affari (FtseMib +12,50%).

È passata in secondo piano anche la notizia che la produzione industriale tedesca lo scorso gennaio ha registrato una contrazione dello 0,8%, peggiore delle attese.

In forte ascesa Deutsche Bank (+4,96%) a 8,06 euro e Commerzbank (+7,2% a 7,104 euro) nella prospettiva di un merger con la benedizione del ministro delle Finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz. Dall’operazione potrebbe nascere un gruppo con una capitalizzazione di 24 miliardi, con il benestare del fondo Usa Cerberus, grande azionista di entrambi gli istituti. Bene anche Parigi (+0,68%) e Madrid (+0,52%).

Dopo una mattinata vivace si sono ridimensionati i rialzi di Londra (+0,38%) in attesa degli sviluppi della Brexit. Oggi la parola passa al voto del Parlamento britannico. Ma potrebbe non essere l’ultima volta. May ha promesso che, se la sua mozione fosse sconfitta al voto, i parlamentari avranno un’ulteriore possibilità per votare un eventuale rinvio della separazione della Gran Bretagna dall’Unione europea.

SI RIALZA LO SPREAD, OGGI L’ASTA BOT

Assai meno emozionante l’andamento del mercato del debito, ancora sotto l’effetto degli annunci della Bce. Chiude in leggero la carta italiana dopo il rally di fine settimana. Il rendimento del decennale sale così al 2,55% in controtendenza rispetto al Bund che si è portato a 0,06%, al minimo dall’ottobre 2016. Lo spread si è così attestato in chiusura a 250 punti da 244 punti base di venerdì.

Oggi si terrà l’asta dei Bot a 12 mesi (6,5 miliardi l’offerta).

UNICREDIT DÀ LA SPINTA ALLE BANCHE

Piazza Affari ha chiuso in rialzo grazie al sostegno del comparto bancario (+1,4%): A trainare il gruppo è stata Unicredit +2,6%: le possibili nozze tra Deutsche Bank e Commerzbank fanno tornare d’attualità l’ipotesi di un merger transfrontaliero per l’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier.

Bene anche Ubi (+1,3%) e Intesa San Paolo (+1%). Banca Bper (+1,28%) ha prezzato un nuovo covered bond da 600 milioni di euro, innalzando l’importo inizialmente annunciato di massimi 500 milioni, con ordini che hanno superato i 2,9 miliardi.

In grande evidenza nel gestito Fineco (+2,32%).

RIBALTONE IN BANCA IFIS: ARRIVA COLOMBINI

Banca Ifis è crollata a Piazza Affari dopo il “licenziamento” da parte della famiglia Fuerstenberg, azionista di maggioranza della società, dell’ad Giovanni Bossi, in carica da 24 anni, socio al 3,45%. Il titolo dell’istituto specializzato in crediti a pmi e gestione di sofferenze ha lasciato sul terreno l’11,65% a 15,78 euro. In serata è stato reso noto il nome del successore: Luciano Colombini, attuale amministratore delegato del Gruppo Banca Finint, “banca veneta che vanta un elevato grado di specializzazione in materia di finanza straordinaria oltre a essere leader nel mercato italiano delle cartolarizzazioni”, si legge nella nota diramata dalla società.

OGGI CONTI DI FERRAGAMO. MENO UTILI PER TOD’S

Nel lusso ben intonata Salvatore Ferragamo (+1,9%) in attesa dei risultati che saranno diffusi domani.

Ben comprata anche Tod’s (+1,33%) che ieri ha rilasciato i conti a Borsa chiusa. Nell’esercizio 2018, l’utile netto del gruppo è stato di 47,1 milioni di euro con un margine sulle vendite del 5%, in diminuzione del 33% rispetto allo scorso anno mentre l’ebitda è stato di 118,3 milioni (-9,4%), con un margine sulle vendite del 12,6%.

I SOCI TIM IN CAMPAGNA ELETTORALE

Si arroventa il clima tra i soci di Tim -0,72% in vista dell’assemblea del giorno 29. Ieri il fondo Elliott ha lanciato un appello ai soci contro i candidati proposti da Vivendi “che non sono indipendenti”. E’ arrivata a stretto giro la replica dal fronte Bolloré: la nostra unica intenzione è di costituire un consiglio “neutrale”. Intanto la quota di Cassa Depositi e Prestiti, schierata al fianco di Elliott, è arrivata all’8,7% del capitale.

Tra gli industriali in grande evidenza alla vigilia dei conti Leonardo +1,8% che ha comunicato di aver ricevuto ordini per l’acquisto di elicotteri nell’ordine dei 150 milioni di euro. La Repubblica parla inoltre di un interessamento di per Piaggio Aereo, società messa in amministrazione straordinaria alla fine del 2018. In calo Pirelli – 1,16%.

ADVENT RINUNCIA A CERVED, MAPS VA IN ORBITA

Cerved -13%. Il fondo Advent, fattosi avanti nei giorni scorsi in vista della presentazione di un’offerta, ha rinunciato al progetto perché, recita in una nota “è una società con grande potenziale per una crescita continua ed e’ gestita da un ottimo management team” ma non si è trovato l’accordo sul prezzo.

Vola nell’Aim la matricola Maps: +44% nel finale, in tre sedute la capitalizzazione è salita da 16 a 35 milioni. La società è attiva nel settore della digital transformation.

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