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Breguet: la maison d’alta orologeria che conquistò Napoleone

Breguet alla corte di Francia, da Maria Antonietta e Luigi XVI a Napoleone Bonaparte e sua moglie, l’imperatrice Giuseppina

Breguet: la maison d’alta orologeria che conquistò Napoleone

Pochi settori sono stati influenzati da un singolo individuo, quanto lo è stato quello dell’orologeria da Abraham-Louis Breguet. Un’influenza non solamente intensa ma soprattutto protrattasi nel tempo e che ancora oggi si riflette nelle creazioni di tante Case. Tuttavia i meriti di Breguet non si esauriscono elencando le rivoluzioni tecniche apportate.

Infatti, egli conserva la virtù di aver conferito un impulso decisivo all’orologeria complicata o “d’autore”, ovvero la creazione di oggetti ad uso personale, i quali pur rappresentando lo scorrere del tempo, risultano impreziositi da lavorazioni e finezze tecniche. Oggetti tanto preziosi e raffinati non potevano non fare breccia nel cuore dei regnanti dell’epoca, notoriamente dediti alla ricerca di sfarzo ed unicità.

Abraham-Louis Breguet – Credits: Breguet

Breguet e la Corona francese

Dopo la brillante conclusione dell’apprendistato, Breguet inaugura il proprio laboratorio in Quai de l’Horloge, nel quale comincia a ricevere i propri clienti lavorando su commissione. La fama dei segnatempo firmati Breguet si sparse ben presto all’interno dei circoli nobiliari parigini, fino ad arrivare nelle stanze reali del palazzo di Versailles. Tanto che nel 1782 la Regina Maria Antonietta visita all’atelier di Breguet, dove rimanendo colpita dalle creazioni, acquista un orologio “Perpétuelle“, ovvero uno dei primissimi movimenti a ricarica automatica.

Il rapporto fra Breguet e Maria Antonietta si fortifica col passare degli anni, dal momento che la regina diviene ben presto una delle sue migliori nonché esigenti clienti. Il sostegno reale permette la consacrazione del nome Breguet, all’interno degli atelier parigini e consente all’artigiano di disporre dei fondi necessari per sperimentare le proprie neonate soluzioni tecniche.

Breguet no. 160 commissionato da un anonimo ammiratore di Maria Antonietta, Credits: Breguet

Legato alla figura di Maria Antonietta ma non commissionato dalla regina, il Breguet no. 160 rappresenta uno dei segnatempo più preziosi mai realizzati, nonché l’opera omnia del Maestro. La storia, fin dalla sua nascita, conserva un’aurea di mistero che contribuisce ad accentuarne il fascino. Infatti, non si conosce l’identità del committente, il quale doveva essere un nobile, ammiratore segreto della regina. Alcuni storici sostengono che tale figura potrebbe essere il conte svedese Axel Von Fersen il Giovane, presunto amante della regina al tempo. Se il committente intendeva rappresentare il suo amore per Maria Antonietta tramite il segnatempo, si trattava certamente di un sentimento molto forte, tanto che Breguet operava senza un budget preciso.

Il motto con cui il no. 160 è stato realizzato potrebbe essere riassunto nella frase: “il meglio in tutto“. Infatti, per espressa volontà del committente, l’oro doveva essere esteso a tutte le parti per le quali non serviva un materiale specifico. Anche a livello tecnico le indicazioni non lasciavano spazio a dubbi, con Breguet che avrebbe potuto sbizzarrirsi, inserendo qualsiasi complicazione.

L’impegno dell’artigiano e le risorse messe in campo dal misterioso acquirente furono annullate dallo scoppio della Rivoluzione Francese e la conseguente morte della regina. Tale evento unito all’enorme lavoro necessario per realizzare e rifinire un segnatempo tanto complicato, portarono ad un’importante dilatazione dei tempi. Commissionato nel 1783, il no. 160 venne ultimato nel 1827, ben 4 anni dopo la morte di Breguet. Da quel momento l’orologio rimase di proprietà dell’azienda Breguet fino al 1887, anno in cui venne venduto a Sir Spencer Brunton. Negli anni ’20 del Novecento il no. 160 fu ceduto allo scienziato inglese David Lionel Salomons, alla morte del quale venne donato, insieme ad altri cimeli, all’ L.A. Mayer Institute for Islamic Art Museum di Gerusalemme. Tuttavia il 17 aprile 1983 il museo subì un furto nel quale vennero sottratti numerosi oggetti, fra cui il Breguet no. 106. Ci vollero 24 anni affinché il segnatempo fosse recuperato e venisse riportato in Israele, dove tuttora si trova.

Breguet dopo la Rivoluzione Francese

La corrispondenza fra l’orologiaio e Maria Antonietta durò fino al 1789, anno in cui scoppiò la Rivoluzione Francese e la famiglia reale venne condannata a morte. La caduta dell’Ancien Régime segnò un passaggio decisivo per la vita professionale di Breguet, momento costellato, sia da incertezze economiche, derivanti dal venire meno della sua clientela, sia da un fervore creativo inedito fino a quel momento. Nel 1793 Breguet si trasferì in Svizzera, già all’epoca patria di illustri orologiai. La parentesi svizzera durò solo fino al 1795, quando Breguet rientrò a Parigi e trovò una clientela rinnovata, fatta di esponenti dell’esercito napoleonico.  Il successo riscosso fra i nobili dell’Ancien Regime si riconfermò anche fra fra la neonata classe dirigente. Nel 1797 Breguet introduce la celebre serie dei “soubscription“, una serie di segnatempo costruiti previo pagamento di un quarto del totale. Tali oggetti risultano meno costosi di quelli realizzati su commissione e contribuiscono ad allargare la pletora di clienti. Il prestigio assunto dal nome Breguet spinse Napoleone in persona ad acquistare tre segnatempo nell’aprile del 1798. 

Orologio Breguet da viaggio realizzato per Napoleone Bonaparte, Credits: nationalmuseum.ch

Fin dai primi anni del 1800, Breguet aggiunse alla lista dei suoi più affezionati clienti un’altra figura apicale dell’epoca, la futura regina di Napoli, nonché sorella di Napoleone: Caroline Murat. Fra il 1808 ed il 1814 Caroline Murat acquistò ben 34 orologi firmati Breguet e nel 1810 commissionò quello che sarebbe passato alla storia come il primo orologio da polso mai prodotto. Breguet accettò la sfida e la portò a termine, consegnando il segnatempo provvisto di ripetizione e termometro nel 1812.

Caroline Murat

A questo punto il nome Breguet aveva varcato le soglie dei salotti parigini per arrivare in tutta Europa. A questo proposito, vi sono innumerevoli manifestazioni di stima da parte di artisti, intellettuali, nobili e sovrani nei confronti di Breguet, tra cui ricordiamo quella di Stendhal e quella dello Zar di Russia Alessandro I. Il coronamento della carriera di Breguet avvenne nel 1816, quando venne eletto presso la prestigiosa Académie Royale Des Sciences. Abraham-Louis muore il 17 settembre 1823 a Parigi.

Nel 1795, l’orologiaio compiva un grande passo nella perpetua ricerca della precisione assoluta, introducendo la spirale Breguet. Essa rappresenta un’evoluzione della spirale piana, inventata nel 1675 da Huygens, modificandone la forma per garantire maggior efficienza e precisione. La neonata spirale Breguet venne impiegata in lungo ed in largo durante tutto il 1800 ed il 1900. Tuttavia l’invenzione che più di tutte ha fatto assurgere Breguet a figura centrale nella storia del settore è il Tourbillon.

Primo prototipo di orologio Breguet con Tourbillon, Credits: timeandwatches

Brevettato il 26 giugno 1801, a seguito di una richiesta, inoltrata personalmente da Breguet al Ministro dell’Interno francese Chaptal (scienziato e già cliente di Breguet), tale soluzione incrementava sensibilmente la precisione dei segnatempo. Infatti, l’obiettivo è quello di annullare le irregolarità derivanti dall’azione della gravità sull’orologio. Ciò venne messo a punto, inserendo il bilanciere, l’ancora e lo scappamento all’interno di una gabbia che compie una rotazione completa al minuto attorno ad un asse. Il progetto, estremamente ambiziosi, necessita di 4 anni per vedere la luce. Infatti, solo nel 1805 vennero ultimati i primi due segnatempo dotato di tourbillon e fino alla morte di Breguet ne vennero realizzati e venduti solamente 35 unità.

Lorenzo Rabbiosi (The Watch Boutique)

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