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Bpm, i soci dicono no al voto a distanza

L’assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio 2012 ha votato contro la proposta di modifica del regolamento volta a introdurre la possibilità di voto a distanza – Fallito il primo test per la spa – In un comunicato congiunto Fabi e Fiba Cisl ribadiscono i dubbi sul progetto – Bonomi: “Abbiamo 60 giorni per vedere se capiscono il loro nuovo ruolo”.

Bpm, i soci dicono no al voto a distanza

I soci della Bpm dicono no al voto a distanza. L’assise ordinaria convocata presso la Fiera di Milano, che ha visto la partecipazione di 4.230 soci in proprio o per delega, ha votato a maggioranza contro la modifica dell’articolo 2 del regolamento che puntava a inserire a fianco delle eventuali sedi di collegamento per la partecipazione a distanza di cui all’art.29 dello statuto già previste anche “le eventuali modalità di espressione del voto da remoto tramite mezzi elettronici”. Un punto particolarmente caldo in vista della futura assemblea di giugno chiamata a votare sulla controversa operazione di trasformazione della banca, oggi popolare, in Spa decisa dall’attuale management. Non ha sortito effetto quindi il tentativo Del presidente del Consiglio di gestione Andrea Bonomi di convincere la vasta platea di soci della banca popolare, dove ogni testa equivale a un voto indipendentemente dal numero di azioni possedute. “La cooperativa, che ha retto per quasi 150 anni, è un oggetto fragile e quando si rompe non è facile rimetterla in piedi. La dialettica  la contrapposizione è solo la normale discussione di una banca che sta cercando di andare avanti per il meglio – ha detto Bonomi in apertura di lavori tentando di smorzare i toni di una contrapposizione che negli ultimi giorni è diventata sempre più esacerbata – Ora  deve fare sforzi anche chi in passato ha comandato dentro la banca”.

L’assise ha invece dato il proprio via libera agli altri punti all’ordine del giorno: il bilancio 2012, l’esame delle politiche di remunerazione, la nomina dell’avvocato Luca Perfetti per integrazione del Consiglio di sorveglianza, la nomina per l’integrazione del Comitato dei probiviri e altre modifiche regolamentari necessarie per adeguamenti di legge. L’integrazione delle cariche lasciate libere dall’ondata di dimissioni dei giorni scorsi, dal presidente Annunziata ad altri tre consiglieri, avverrà a giugno. “Non attribuite eccessiva importanza a queste dimissioni, sono elementi non piacevoli ma, sotto la viva attenzione delle Autorità di vigilanza, Bankitalia e Consob, il Cds e il Cdg sono più che in grado di adempiere con pienezza di funzioni i rispettivi doveri istituzionali”, ha commentato il presidente ad interim del consiglio di sorveglianza Giuseppe Coppini.

La bocciatura del voto a distanza è stata accolta in assemblea con un boato di esultanza. Diversi i dubbi sul alcuni aspetti tecnici sul voto a distanza. Inoltre c’è chi ha sollevato la questione che la modifica del regolamento non sia sufficiente a rendere il voto a distanza operativo perché sarebbe necessaria la modifica dello statuto e quindi un’assemblea straordinaria. Ma l’aspetto che più ha pesato nell’assise è il dubbi che il voto a distanza sia una mossa per “snaturare o diluire” il voto assembleare dei dipendenti di giugno spianando la strada all’approvazione della trasformazione in Spa, un progetto fortemente osteggiato dall’anima dei dipendenti soci e dei sindacati della banca. Su questo punto le varie sigle sindacali hanno infatti ritrovato la propria compattezza sferrando duri attacchi contro l’attuale gestione. “Il risultato dell’assemblea di Bpm è un primo, chiaro, responsabile segnale ai Vertici di Bpm da parte delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati e della società civile milanese e lombarda – hanno commentato dopo l’assemblea Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, e Giuseppe Gallo, Segretario generale della Fiba Cisl – I soci esprimono, con fermezza, tutti i dubbi e le preoccupazioni per il progetto di trasformazione in Spa e la volontà di preservare l’identità e l’autonomia della loro banca, fonte, nella sua lunga storia, di sviluppo e di coesione sociale. Non solo. Esprimono, inoltre, il rifiuto di fare di Bpm Spa la testa di ponte in grado di mettere a rischio il futuro delle banche popolari cooperative e di aprire brecce profonde nella stabilità del sistema bancario italiano.Come Fabi e Fiba Cisl, respingiamo, infine, le strumentalizzazioni di chi vuol legare il prossimo aumento di capitale sociale esclusivamente alla trasformazione di Bpm in spa ibrida”.

Dal canto suo Bonomi ha voluto ribadire in assemblea che il piano Spa, “non è un attacco contro nessuno, rappresenta solo il momento di cambiare”. Da lunedì, ha annunciato il presidente del Cdg, se tutte le autorità daranno le autorizzazioni, ci sarà il sito web con il blog e le informazioni su cui è costruita la proposta della Spa ibrida. “Il voto a distanza non è disegnato per la trasformazione in Spa” della Bpm, ha poi replicato Bonomi: la modifica dell’art. 2 rappresenta una semplice proposta di trasparenza al fine di favorire la partecipazione di tutti soci.  “Non è neanche detto – ha aggiunto – che all’assemblea del 22 giugno sul piano di trasformazione e sull’aumento di capitale ci sarà il voto a distanza. È un segno di civiltà che votino tutti, se rimaniamo popolare devono votare tutti”. La Popolare di Milano non si può più permettere di fare assemblee come questa, questo sistema di raccolta di voti è terribile”.  Certo è che questo voto non ha fatto che esacerbare gli animi già tesi. E, fallito questo test, il voto di giugno per la Spa pare fortmente ipotecato. “Era un punto per far veder cos’è la Bpm oggi – ha detto Bonomi in conferenza stampa – è questo che dobbiamo risolvere. Ma il voto di giugno è ben diverso”. “Nessuno schiaffo”, ha concluso Bonomi: “sul progetto spa non mi pronuncio, non ho mai correlato le due cose. Abbiamo sessanta giorni per vedere se capiscono il loro nuovo ruolo”.

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