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Borse positive ma Milano resta indietro dopo la bocciatura Ue

I listini europei chiudono positivi dopo il buon avvio di Wall Street – Lo spread, dopo una fiammata iniziale rientra verso i 270 punti – Balzo di Juventus ma banche in rosso

Borse positive ma Milano resta indietro dopo la bocciatura Ue

Piazza Affari soffre, ma non crolla mentre Bruxelles ritiene “giustificata una procedura per debito eccessivo”. La notizia, in parte attesa, fa sbandare il Ftse Mib, che poi argina le perdite nel finale, chiudendo in calo dello 0,36%, 20.155 punti. Lo stesso schema si ripete nell’obbligazionario: il rendimento del decennale addirittura scende leggermente al 2,49% (2,53% ieri) e lo spread è quasi invariato a 271.00 punti base (+0,22%), dopo aver toccato i 285 punti. “Il mercato è sull’ottovolante, i volumi sono modesti ma la notizia giunta era già scontata, aspettiamo anche la Bce domani”, commenta un dealer a Reuters. Palazzo Chigi intanto risponde alla Commissione Ue e spera in “un dialogo costruttivo”. Il Fondo monetario conferma le proprie stime di crescita sull’Italia: +0,1% nel 2019, vale a dire 0,5% punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. Mentre la partita fra Roma e Bruxelles si gioca sul filo del rasoio, chiudono poco mossi gli altri listini europei: Francoforte +0,08%; Londra +0,06%; Madrid +0,4%; Parigi +0,45%.

Anche Wall Street ondeggia, spinta da una Federal Reserve più colomba del previsto e frenata dai timori sulle tariffe. Con questa lente bifocale si analizza il deludente dato sul lavoro nel settore privato, con 27mila posti creati a maggio contro 173mila attesi, perché da un lato potrebbe spingere la Fed a ritoccare i tassi al ribasso, ma d’altro alimenta i timori di un ulteriore impatto dei dazi. A frenare i listini è inoltre il tonfo del greggio, innescato dall’inatteso balzo delle scorte settimanali Usa. A New York il Wti perde il 4% e scende a 51,34 dollari al barile. Il Brent perde il 2,69% e passa a 60,3 dollari al barile. L’oro si arrampica invece ai piani alti e vale 1328,5 dollari l’oncia.

L’euro-dollaro consolida la ripresa intorno a 1,125. 

In Piazza Affari la seduta è particolarmente favorevole per la Juventus, +5,18%, che si sta riavvicinando ai massimi storici toccati a metà aprile prima dell’eliminazione dalla Champions League. In ripresa il lusso con Ferragamo +3,04% e Moncler +2,25%. Rimbalza Atlantia +2,6%, nel giorno dell’avvio delle votazioni al Senato sullo Sblocca cantieri. 

Fra i titoli oil resta positivo Saipem, +1,24%, grazie a una maxi commessa da sei miliardi di dollari in Mozambico. Il crollo del petrolio pesa invece su Tenaris, che perde il 3,29%; male anche Eni -1,07%. In fondo al paniere ci sono soprattutto le banche, fiaccate da uno spread che resta in ogni caso troppo pesante. Unicredit -3,45%; Banco Bpm -2,23%; Bper -1,81%; Ubi -1,18%; Intesa -0,87%.

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