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Borse ostaggio dei dazi, spread verso 280. Brilla Tiscali, giù Geox

Lo stallo sui dazi preoccupa i listini – Il petrolio in rialzo spinge Eni e Saipem – Soffrono banche e auto – Ancora in calo Telecom Italia.

Borse europee in flessione in avvio di settimana sotto la pressione del confronto tra Usa e Cina, anche se il dollaro recupera posizioni sullo yen dopo che la Casa Bianca ha lasciato intendere che il filo delle trattative non è spezzato del tutto. Ma l’iniziale tentativo di rimbalzo si è presto esaurito. A sopportare il peso della situazione sono in particolare i titoli del debito, alla vigilia delle aste di domani: lo spread tocca i 278 punti, livello che non vedeva da febbraio, ormai ad un passo da quota 280 nei confronti dei Bund, ma sale anche il differenziale nei confronti del Bono spagnolo a 174 punti base, ai massimi da sei mesi. 

A Piazza Affari il ribasso all’ora di pranzo è nell’ordine del mezzo punto percentuale poco sopra 20.700 punti, in linea con Parigi. Fa peggio Francoforte -0,6%, poco mossa Madrid, in lieve rialzo Londra. I futures di Wall Street, in calo di un punto circa, lasciano prevedere un avvio in rosso dei mercati Usa. Poco mosso il dollaro. Sotto tiro in particolare i titoli automotive a partire da Daimler -2,4%: si parla di un interesse all’ingresso nel capitale dei cinesi Baic che andrebbero ad aggiungersi a Geely. In forte calo Thyssenkrupp -6%. 

Il petrolio Brent tiene le posizioni, stamattina il future è scambiato a 71,6 dollari il barile, in rialzo dell’1,2%. Stamattina l’Arabia Saudita ha annunciato che due sue petroliere, in procinto di passare lo stretto di Hormuz, sono state attaccate, non è chiaro da chi, si parla di un tentativo di sabotaggio. Un portavoce dell’Iran ha detto che l’episodio è terribile e preoccupante. 

A Piazza Affari Eni +1,25%. Il governo nigeriano ha accusato l’ex-presidente Goodluck Jonathan e l’allora ministro del petrolio di tangenti in relazione all’acquisizione da parte di Eni e Shell dei diritti per il giacimento offshore Opl. Salgono anche Saipem +2,5% e Tenaris +0,9%.  

Unicredit -1,5% dopo che Fineco -0,06% è uscita dal perimetro di consolidamento del gruppo. Jean Pierre Mustier, nelle vesti di neo presidente della lFederazione europea delle associazioni bancarie,  si è espresso da Londra sul salvataggio di Carige in cui “  dovrebbero essere coinvolte tutte le banche”. A proposito  delle fusioni sovranazionali il banchiere ha ribadito che “differenze nei tassi di interesse e nelle regole sono concreti ostacoli difficili da superare”. In ribasso il settore, azzoppato dallo spread:  

Moody’s rileva che la decisione di BlackRock di ritirarsi dal piano di salvataggio di Carige rende più plausibile l’intervento dello Stato nella banca genovese. Ubi Banca -2,2%. Banco Bpm -1,9%. Nel risparmio gestito debole Azimut -3%. Generali -0,35%. In un’intervista il ceo di Ingosstrakh, Mikhail Volkov, ha detto che la compagnia triestina vorrebbe incrementare la sua quota, pari al 38,5%, nel gruppo assicurativo russo.. 

Anche a Milano automotive sotto tiro: Fiat Chrysler -1%. Brembo -3%. In calo anche Leonardo -3,5%, che dovrebbe depositare questa settimana una manifestazione di interesse per Piaggio Aero. Giù anche Prysmian -2% e Tim -2%. Nel resto del listino: 

  • Drammatica discesa di Geox -13% che chiude il primo trimestre con ricavi a 261 milioni di euro, 4 milioni di euro in meno dello stesso periodo dell’anno scorso. A parità di perimetro, la flessione è del 2% anno su anno. Kepler Cheuvreux  ha tagliato la raccomandazione da buy a hold e il prezzo obiettivo da 1,8 a 1,5 euro. Lo stesso broker ha declassato Interpump -5,37% da buy a hold e il target price da 34 a 33 euro. 
  • Sale  Tiscali +9%. Amsicora, veicolo gestito da Claudio Costamagna, Alberto Trondoli e Manilo Marocco, ha sottoscritto un accordo per rilevare il 22,06% del gruppo e “supportarne il rilancio”, a fianco del fondatore Renato Soru, azionista il 7,9%. 
  • In ascesa Salini Impregilo +1%, si è aggiudicata una commessa da 530 milioni di euro in Turchia. 

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