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Borse, oro, petrolio: sale tutto, ma quanto durerà?

Il Nasdaq fa il nuovo record e allunga l’incantesimo dei mercati – In ascesa anche oro e petrolio – La liquidità delle banche centrali è il propellente decisivo, ma conta anche il calo del dollaro – I riflettori di Piazza Affari su Tim e Atlantia, ma anche su banche e assicurazioni

Borse, oro, petrolio: sale tutto, ma quanto durerà?

Il Tesoro americano ha rivisto al rialzo le stime sulle nuove emissioni del debito: nel terzo trimestre saranno stampati nuovi bond per 947miliardi di dollari, 270 miliardi in più rispetto alle stime precedenti. La notizia ha avuto un’eco modesta: i decennali sono saliti dello 0,03%, allo 0,5445%, ad un soffio dai minimi. I mercati si sono ormai assuefatti alla continua immissione di liquidità, necessaria per sostenere la ripartenza delle economie. E le conseguenze si fanno sentire: dopo l’oro su nuovi massimi ha spiccato il volo il petrolio, al top da cinque mesi, e i mercati azionari non si limitano più ai soli titoli tech. L’incantesimo continua, insomma, e ha pure trovato il testimonial: Walt Disney (+8,80%) ha ieri stregato Wall Street grazie ai profitti del servizio streaming, che hanno compensato 5 miliardi di perdite addebitate alla pandemia. Quanto durerà? Le incognite più vicine riguardano le trattative in corso a Washington per le nuove misure di sostegno alla disoccupazione e i nuovi numeri sul mercato del lavoro. Nubi che non sembrano in grado di turbare più di tanto l’orizzonte.

TOYOTA BRUCIA IL 98% DEGLI UTILI

Lo stallo nei negoziati tra Democratici e Repubblicani per il nuovo pacchetto di stimoli condiziona la seduta delle borse dell’Asia, stamattina prevalentemente in discesa. Il Nikkei 225 del Giappone perde lo 0,47%. I profitti di Toyota sono scesi del 98%, a 131 milioni di dollari, ma la casa ha riconquistato il primato delle vendite.

L’indice Hang Seng di Hong Kong perde l’1,64%. Lo Shanghai Composite cinese cede lo 0,8%. In controtendenza il Kospi della Corea del Sud, che guadagna lo 0,7%

IL NASDAQ VARCA LA SOGLIA DEGLI 11 MILA PUNTI

A Wall Street i tre indici principali si sono portati nel corso della seduta su nuovi massimi storici o di periodo. Guida la corsa il Dow Jones (+1,4%), a conferma del recupero dell’economia tradizionale. S&P 500 +0,64%, Nasdaq +0,52%: l’indice tecnologico aggiorna per l’ennesima volta il record storico portandosi a quota 10.998 punti (nel corso della seduta è stata anche superata la soglia psicologica degli 11mila punti).

I future sulla borsa di Wall Street anticipano un avvio in timido rialzo. Contrastati quelli sull’indice Eurostoxx 50.

IL CALO DELLE SCORTE SPINGE IL BRENT

Il petrolio stamane consolida i robusti progressi di ieri: Brent 45,3 dollari il barile, prezzo sui massimi degli ultimi cinque mesi. La Eia ha comunicato che le scorte settimanali di greggio sono scese di circa 7,37 milioni di barili, un dato più ampio delle attese, soprattutto a causa della riduzione dell’import dall’Arabia Saudita.

L’oro oscilla intorno ai massimi storici a 2.048 dollari l’oncia, +0,3%. Quello di oggi potrebbe essere il quattordicesimo rialzo in quindici sedute.

Cross dollaro-euro poco mosso nelle battute iniziali, a 1,187, in prossimità dei massimi da quasi due anni.

LA GERMANIA RIPARTE. IL TORO FA TRIS A PIAZZA AFFARI

Arrivano nuovi segnali di ottimismo per la congiuntura europea. Dopo i progressi della manifattura, ieri è stata la volta degli altri indici Pmi. Il dato relativo ai servizi è risalito a 50 punti. Fa meglio la Germania, locomotiva d’Europa: 55,6 punti, per la prima volta al di sopra della soglia del 50 punti che separa l’espansione dalla contrazione da quando sono state introdotte le misure di lockdown a marzo. Nell’Eurozona, le vendite al dettaglio del mese di giugno sono cresciute dell’1,3% rispetto all’anno scorso, contro stime di una contrazione dello 0,2%. Rivisto al rialzo anche il dato di maggio a -3,2% da -5,1%. Continua l’ascesa dell’euro, a 1,189 sul dollaro, ma il calo della valuta Usa ha messo le ali ai petroliferi.

Piazza Affari si unisce alla buona intonazione generale e mette a segno il terzo rialzo consecutivo, +0,64%, a 19.740 punti base.

ACCOR E COMMERZBANK: CONTI IN ROSSO MA TITOLI SU

Positiva Francoforte (+0,47%). Bmw chiude a -3,5%: nel secondo trimestre ha accusato con una perdita netta di 212 milioni di euro. Rimbalza invece Commerzbank (+4,8%), che dovrebbe chiudere l’anno in perdita, anche per effetto dell’ampia svalutazione dei crediti concessi a Wirecard.

Parigi +0,90%, Chiude in rialzo anche Accor (+3,5%) che pure ha segnato -6% in apertura dopo la perdita record di 1,5 miliardi nei primi sei mesi.

Madrid +0,26%. Londra +1,14% sotto la spinta dei petroliferi. BP +3%: il colosso petrolifero britannico allunga il +7% registrato dopo i conti.

BTP ANCORA SOTTO L’1%

Perdono colpi, ma non troppo, i Btp, in linea con l’andamento di Bund e Treasury statunitense, che sale a 0,55% dal minimo storico a 0,51%. Pesa la prospettiva di un aumento dell’offerta di nuova carta sulle scadenze più lunghe: il dipartimento del Tesoro Usa ha detto che emetterà più del previsto nel terzo trimestre.

Il nostro BTP oscilla intorno a 0,97%, a ridosso del livello più basso da febbraio. Il tasso del decennale si riavvicina alla soglia dell’1% (0,97%), mentre lo spread con il Bund sfiora quella dei 150 punti base.

MEDIASET, ANCORA NIENTE PACE CON VIVENDI, MA SI TRATTA

Fumata nera per Vivendi/Mediaset, -0,49% in chiusura dopo una mattinata brillante. I segnali di pace che hanno spinto al rialzo il Biscione nelle ultimi due sedute sono stati gelati ieri sera dalla nota di Fininvest dopo il cda, che, prendendo atto della sentenza del tribunale spagnolo che ha dato ragione a Vincent Bolloré, ha lanciato il guanto della sfida: “La decisione assunta dal tribunale di Madrid – si legge nel comunicato – è conseguenza soltanto dell’opposizione strumentale e preordinata di Vivendi che agisce nel proprio esclusivo interesse”. Mediaset si dice pronta a citare per danni Vivendi. Ma le parti trattano.

TIM: PIACE LA RETE UNICA, MA CI VUOLE IL SÌ DI BOLLORÉ

In evidenza Tim (+3,99%). Il cda ha visto con grande favore l’accelerazione del progetto di Rete Unica. Il mercato torna a scommettere sul matrimonio tra la rete di Telecom Italia e il suo primo rivale in fibra, Open Fiber. L’accordo va trovato entro il 31 agosto, termine ultimo di validità dell’offerta da 7,7 miliardi del fondo Usa Kkr per la rete secondaria di Tim, e nuova scadenza con cui le istituzioni si sono impegnate ed esposte attraverso una lettera firmata da Mef e Mise per la creazione della rete unica. Ma per fondersi con Open Fiber e arrivare alla rete unica senza perdere il controllo sarà necessario trovare prima l’intesa con l’azionista Vivendi, i cui voti saranno necessari in un’assemblea straordinaria per lo scorporo dei servizi.

TENARIS GUIDA IL RALLY DELL’ENERGIA

A Milano gli acquisti hanno premiato Energetici, Industriali e Banche.

Eni +3,7%, Saipem+6%, Tenaris +5,5%, rimbalzando dai minimi pluriennali. Da inizio anno il titolo ha dimezzato la quotazione.

CORO DI BUY PER INTESA

In deciso progresso il settore bancario: Bper avanza del 5,8%, Intesa Sanpaolo +2,27%. Jefferies ha alzato il target price a 2,10 euro dopo la trimestrale. Confermato il Buy. Il titolo è trainato anche dalla promessa dell’amministratore delegato, Carlo Messina, di staccare nel 2021 un doppio dividendo. Secondo Giovanni Razzoli, analista bancario di Equita, la banca potrà staccare nel 2021 una cedola fino a 0,30 euro per azione, pari a un rendimento oggi del 16%. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 2,1 a 2,22 euro, confermando la raccomandazione buy. Ubi +1,27%. Continua il recupero di Mediobanca (+2,8%).

BPER RIVEDE IL PIANO, BUYBACK PER ILLIMITY

Bper Banca ha tagliato i target del piano industriale al 2021 alla luce del peggioramento del quadro macro. Per fine anno prossimo stima un utile stand-alone di 235 milioni, atteso in crescita a 375 milioni per effetto dell’acquisizione del ramo di azienda da Intesa Sanpaolo dopo l’acquisizione di Ubi. A questo proposito, prevede un aumento di capitale intorno a 800 milioni per finanziare l’operazione.

Tra le mid-cap, forti guadagni per Illimity (+9,15%), dopo i conti del secondo trimestre oltre le attese e l’avvio di un piano di riacquisto delle azioni proprie a servizio del long term incentive plan.

BUZZI SUPERSTAR, GOLDMAN PROMUOVE FERRARI, FRENA PIRELLI

Tra gli industriali, in ascesa Buzzi (+5,16%), promossa da Equita da hold a buy, con un prezzo obiettivo che sale del 9% a 24,4 euro, dopo i conti del secondo trimestre 2020. Mediobanca alza il target da 19,8 a 22,6 euro dopo la trimestrale. Giudizio Outperform confermato.

Poco mosso Ferrari (+0,1%). Goldman Sachs ha alzato il target price da 165 a 189 euro, giudizio Buy confermato.

Pirelli ha rivisto al ribasso le stime di margine operativo e cash flow per l’intero 2020 a causa del “forte” impatto della pandemia.

ATLANTIA -1,16%, I BENETTON PRONTI A USCIRE DA ASPI

Volatile Atlantia, arrivata a perdere fino al 5% per poi recuperare terreno (-1,6%) dopo una nota di Edizione che ha preso atto delle decisioni assunte ieri dal Cda in merito all’uscita di Aspi dal perimetro del gruppo. La holding dei Benetton ha detto di condividere le operazioni proposte e che ha in programma di mettere in vendita la sua quota entro 18 mesi dall’eventuale scissione.

ARTERRA +31%, DA FRUTTA E VERDURA L’ANTIDOTO PER IL COVID

Falck Renewables -3,8%, penalizzata dai risultati “misti e con una guidance leggermente inferiore”, rileva Fidentiis.

In rally Tinexta (+15,72%) dopo i risultati oltre le attese. Sull’Aim, focus su Arterra (+31,36%): l’azienda ha identificato un composto naturale derivato da scarti della filiera agroalimentare capace di legare la proteina Spike, prevenendo così l’infezione virale da SARS-CoV-2 (Covid-19).

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