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BORSE OGGI 7 DICEMBRE – Petrolio in calo è un buon segnale per l’inflazione ma i mercati temono la recessione

Il prezzo del petrolio scende ai livelli di gennaio scorso e segnala il rallentamento dell’inflazione ma la recessione fa paura alle Borse che aspettano con ansia il vertice della Fed del 14 dicembre

BORSE OGGI 7 DICEMBRE – Petrolio in calo è un buon segnale per l’inflazione ma i mercati temono la recessione

Il petrolio sceso ai livelli di gennaio, cioè prima dell’aggressione russa all’Ucraina, dovrebbe essere una buona notizia, specie in funzione antinflazione. Ma i mercati preferiscono vedere il bicchiere mezzo vuoto: il calo della domanda sta ad indicare l’arrivo della recessione, ripetono in coro i Big della finanza Usa, da Jamie Dimon di JP Morgan e Bank of America con un’insistenza sospetta: finora, infatti, l’economia ha tenuto meglio del previsto. Gli inviti alla cautela ad una settimana esatta dalla riunione della Fed del 14 dicembre, hanno comunque provocato una striscia di quattro sedute negative di Wall Street. Il ciclo negativo potrebbe spezzarsi oggi: i future segnalano un avvio con il segno più sia sui listini europei che in Usa.

Asia incontrastata, peggiora la bilancia cinese

Contrastate le piazze asiatiche. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde lo 0,6%. Hang Seng di Hong Kong -0,7%. Ma in apertura i listini erano in rialzo, spinti dalla notizia che le autorità puntano per l’anno prossimo ad una crescita economica di circa il +5%, un obiettivo da raggiungere grazie ad una serie di provvedimenti di sostegno all’economia capaci di contrastare la congiuntura negativa legata al Covid A novembre sia le importazioni che le esportazioni sono scese più del previsto. La Cina chiude il mese di novembre con un surplus commerciale di 69,84 miliardi di dollari, circa 10 miliardi in meno rispetto alle previsioni. L’export ha registrato un calo su base annua dell’8,7%, contro stime a -3,5%, l’import ha registrato un calo del 10,6% contro stime di -6%. E’ l’effetto dei
lockdown.

Londra aumenta di 35 punti il costo del denaro

Altrove, in Asia Pacifico, è in calo dello 0,5% il Nikkei di Tokyo. Kospi di Seul -0,4%. Sulla parità la borsa di Mumbai dopo che la Reserve Bank of India ha alzato di 35 punti base il tasso di sconto di riferimento a 6,25%. La RBI ha tagliato le stime sulla crescita del 2023 a +6,8%, da +7%.

Da segnalare la decisione di VinFast, il produttore di macchine elettriche del Vienam, di procedere, previa Ipo, alla quotazione a Wall Street.

Milano in rosso in attesa delle scelte sui tassi

L’attenzione dei mercati europei è concentrata sulle prossime mosse delle banche centrali, specie della Bce che si esprimerà il giorno 15, ventiquattr’ore dopo la Fed.
Milano -1,06% ha accelerato ieri al ribasso nelle ultime battute, meno pesanti le altre piazze.

Vola il BTP, meno oneri per la BCE

Continua la buona performance dei mercati obbligazionari: il titolo di Stato italiano e quello tedesco a dieci anni rendono rispettivamente il 3,67% e il 1,78%. Lo spread Btp/Bund scende a 185 punti base. Ancor più significativi sono I dati della Bce sui reinvestimenti in ambito Pepp relativi a ottobre e novembre che hanno mostrato una riduzione dei titoli di Stato dei Paesi del sud Europa in mano alla Bce – con il debito italiano in calo di 794 milioni – e un aumento contestuale dei bond tedeschi. Nell’ambito del programma Qe, i reinvestimenti della Bce in titoli di Stato italiani sono calati a novembre di 2,967 miliardi rispetto all’aumento di 5,505 miliardi registrato il mese prima. Non ci sono, insomma, segnali di tensione di origine politica. Intanto l’Istat rileva un nuovo miglioramento per i conti italiani: nel 2022 la crescita sarà del 3,8% contro la stima precedente del 2,9%. Per l’anno prossimo, però, si scende a +0,4%, comunque senza entrare in recessione.

Frena Wall Street, ma Biden può sorridere

La notte ha portato due buone notizie al presidente Joe Biden. In Georgia, il democratico Raphael Warnock ha battuto il repubblicano Herschel Walker. I democratici controllano ora 51 voti al senato contro 49, una novità di non poco conto. Perde peso infatti il voto del conservatore Mankin (democratico della Virginia spesso alleato con l’opposizione) che ha più volte frenato le scelte dell’amministrazione. Intanto i giudici di New York hanno proceduto all’incriminazione della Trump Organization per frode fiscale.

Ieri l’indice S&P500 ha chiuso in ribasso dell’1,4%. Nasdaq -2%. Sono scese di più le società dell’indice Energy (-2,6%), dell’informatica (-2%) e della Comunicazione (-2,5%). Meta Platforms -7%: il Consiglio di supervisione ha criticato le modalità di trattamento dei vip e ha invitato a rivedere il sistema di moderazione dei contenuti per gli utenti di alto profilo.

Il dollaro debole dà ossigeno agli emergenti

Dollaro poco mosso nelle ultime sedute: l’euro tratta a 1,0450. Da sottolineare il progressivo recupero in termini relativi dell’area emergente, favorito dall’attenuazione delle tensioni su tassi e dollaro. Dal primo novembre ad oggi l’indice MSCI Emerging Markets ha battuto la performance delle borse sviluppate di circa 7,5 punti percentuali (+12,1% vs +4,5%).

Il petrolio ai livelli del 3 Gennaio, Gas a 136

Sotto i riflettori il petrolio: il Brent tratta a 79,60 dollari, il, Wti a 75,2. Per la prima volta dal 3 gennaio il Brent è sotto la soglia degli 80 dollari. Difficile stabilire se pesino di più le aspettative di una brusca frenata dell’economia globale o se siano i primi contraccolpi delle sanzioni sull’import di petrolio russo, ma certo è che la tendenza è in ulteriore peggioramento con grandi benefici sul fronte dell’inflazione attesa. La Russia sta valutando la possibilità di fissare un prezzo minimo per le vendite internazionali di petrolio, in risposta al tetto imposto dai Paesi del G7 a 60 dollari entrato in vigore il 5 dicembre. Tuttavia, la Russia ha detto che non rispetterà la misura anche a costo di dover tagliare la produzione. Gas Naturale europeo poco mosso a 136 euro.

Stellantis sotto inchiesta in Usa, nuovi sviluppi per Tim

Inizia oggi a Torino il negoziato tra Stellantis ed i sindacati sul rinnovo del contratto. Intanto La National Highway traffic safety Administration sta aprendo una nuova istruttoria su 1,72 milioni di veicoli Honda, 230.000 Jeep e 390.077 camion Ram. Un portavoce Usa di Stellantis, controllante di Jeep e Ram, ha detto che il gruppo sta pienamente collaborando nell’inchiesta.

Terna: Morgan Stanley taglia il giudizio a Equal Weight. Target price 7 euro.

Tim: Il Corriere delle Comunicazioni ha scritto ieri sera che i fondi infrastrutturali, a partire da Kkr e Macquarie, dovrebbero avere un ruolo chiave nel piano di riassetto della telefonia sul quale sta lavorando il governo. Vivendi cederebbe la rete per concentrarsi sulla partita dei servizi. A Cassa Depositi il ruolo di governatore attraverso un patto parasociale che attribuirebbe specifici diritti di governance. L’ipotesi di un’Opa di Cdp su Tim non è praticabile con una proprietà al 51% che implicherebbe de facto l’accollo totalitario del debito.

Brunello Cucinelli ha di nuovo migliorato la guidance sui ricavi 2022 prevedendo una crescita intorno al +28% rispetto al +25% indicato a ottobre, già rivisto dal +15% atteso ad agosto.

Amplifon cerca opportunità di crescita negli Stati Uniti, paese dove l’età media sta salendo. Ne parla il ceo in un’intervista a Bloomberg.

Juventus: la società di revisione contabile indipendente Deloitte & Touche ha detto che il bilancio rivisto depositato dalla Juventus fornisce una panoramica accurata della situazione finanziaria della società, ma ha contestato l’entità delle perdite registrate nelle ultime due stagioni. 
Eni: la libica Noc (National oil corporation) ha chiamato a raccolta le compagnie energetiche internazionali – da Eni a Bp, Total, ConocoPhillips, Omv e Repsol alle quali è legata da accordi e joint venture – con la richiesta di revocare la forza maggiore che tiene ferme le attività di esplorazione e dare nuovo slancio alla produzione.

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