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BORSE OGGI 23 NOVEMBRE – Braccio di ferro tra Ue e Russia sul price cap sul petrolio. Ftx manda in fumo 9 miliardi

Gazprom riduce le forniture di gas all’Europa come reazione al price cap: prezzi in altalena – Devastante l’impatto del crack di Ftx nel settore delle criptovalute – I mercati scrutano le banche centrali e i consumi natalizi – Boom del Manchester United

BORSE OGGI 23 NOVEMBRE – Braccio di ferro tra Ue e Russia sul price cap sul petrolio. Ftx manda in fumo 9 miliardi

A prima vista regna sui mercati un clima vacanziero: chiusi oggi i listini in Australia e Giappone, domani comincia in Usa il lungo week end dello shopping, atteso con grande curiosità dagli analisti. Ma la calma potrebbe essere di breve durata. Si annuncia infatti una giornata calda sul fronte dell’energia e dei dati economici sia in Europa che in Usa, prima della pubblicazione in serata delle minute della Fed.

Apertura positiva in Europa, attesa per le minute della Fed

• I future anticipano una partenza positiva dei mercati europei +0,3%. Calma piatta a Wall Street dopo una seduta brillante. A spingere gli acquisti è stata a revisione al rialzo delle stime di vendita di Best Buy +12,78% e di Abercrombie & Fitch +9% che fanno sperare nella tenuta dei consumi, nonostante l’inflazione.

Sale Hp, il Manchester United fa boom

• Nell’after hours ha presentato i dati del trimestre HP: il produttore di pc e stampanti ha battuto le previsioni ma ha avvertito che licenzierà seimila dipendenti. Il titolo è arrivato a segnare un rialzo del 2%. Corre +15% anche il Manhester United sulle voci di una possibile uscita della famiglia Glazer. Ieri è diventato ufficiale il divorzio tra i Reds e Cristiano Ronaldo.
• Ma la spinta all’indice S&P +1,4% è arrivata dal settore energy, il vero protagonista della stagione, non solo per l’avvicinarsi del freddo: con l’embargo della Ue e il potenziale tetto dei prezzi che dovrebbe iniziare il giorno successivo alla riunione dell’OPEC+, il 4 dicembre, si profilano giorni decisivi per gli equilibri economici.

  • Attesa per l’assemblea straodinaria di Credit suisse oggi che dovrebbe varare un aumento di capitale da 4 mld a fronte di perdite monster previste anche nel quarto trimestre. Il ruolo degli arabi

Milano corre, l’Europa macina record

• Energia in primo piano ieri anche in Europa. Piazza Affari +0,96% è stata tra i listini più brillanti preceduta solo da Madrid e Londra. L’indice ha così recuperato con gli interessi lo stacco cedola del giorno precedente (impatto 0,68%). Ma le azioni italiane vengono scambiate vicino alla loro valutazione più bassa da un decennio, nonostante abbiano sovraperformato le controparti europee dall’estate in poi.

• Sulle altre piazze si moltiplicano infatti i record: Ieri il FTSE 100 di Londra (+1,2%) si è spinto sui top da settembre, l’Ibex di Madrid (+1,7%) si è proiettato sui top da agosto e il Dax di Francoforte (+0,3%) sui top da giugno.

Oggi i dati Pmi, cresce il dibattito alla Bce

• In mattinata usciranno i dati Pmi sull’andamento delle principali economie del Vecchio Continente.
• Seduta di attesa per i mercati obbligazionari: Bund decennale tedesco a 1,98% di rendimento. Btp decennale a 3,89%.
• Sale di tono il confronto tra i membri del direttorio della Bce. Il “falco” Holzman, governatore della banca austriaca, si è espresso per un aumento di 75 punti. Più prudente il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, che ha aperto la porta a “aumenti minori”, ma ha affermato che la strada è ancora lunga.

• In Asia Pacifico è la borsa di Hong Kong a mettersi in luce in una seduta condizionata dalla chiusura dei mercati finanziari del Giappone e dell’Australia.

Alibaba prende il volo, esplode la rabbia per i lockdown

• L’indice Hang Seng guadagna l’1% grazie alla spinta dei tech. Alibaba sale del +3,5% sulle voci di una chiusura dell’inchiesta sulla sua controllata Ant Group. L’indagine avrebbe portato ad una multa da circa un miliardo di dollari, ma una volta pagata questa, la società potrebbe riavviare le pratiche dell’Ipo.
• Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen sale dello 0,3%. Proteste su larga scala sono scoppiate nello stabilimento Foxconn di Zhengzhou, la cosiddetta ‘iPhone City’, in base alle voci rimbalzate e supportate dalle immagini circolate sui social media in mandarino (Weibo) e internazionali (Twitter). Nelle scorse settimane, l’impianto, il più grande assemblatore al mondo di iPhone della Apple, è stato al centro della fuga di massa di lavoratori per sottrarsi a un lockdown anti-Covid.
• Kospi di Seul +0,4%. Sulla parità il BSE Sensex di Mumbai.

La Nuova Zelanda alza i tassi

• Tra le poche valute in rafforzamento sul dollaro statunitense, c’è stamattina il dollaro neozelandese. La Reserve Bank of New Zeland ha alzato il tasso di riferimento di 75 punti base a 4,25%: si tratta dell’incremento più forte di sempre. Si indebolisce lo won della Corea.
• Rimbalza il Bitcoin +2% ma le notizie sul crack della piattaforma Ftx che occupa le prime pagine dei giornali Usa sono tragiche. Non c’è traccia di 9 miliardi di dollari svaniti nel nulla.

Un price cap per il petrolio russo. Mosca regisce

• Poco mosso il petrolio: Brent a 88,30 dollari, Wti a 81. L’American Petroleoum Institute ha comunicato stanotte che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono scese di quasi cinque milioni di barili. Oggi gli ambasciatori dei 27 Paesi della Ue si incontrano per approvare il “price cap” sul petrolio russo, fissando un prezzo massimo di 60/70 dollari. Gazprom, per tutta risposta, ha minacciato di ridurre, a partire da lunedì, i flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, ultima rotta verso l’Europa
• Il Gas europeo ha chiuso in rialzo del 3% a 119 euro per Mwh. La Commissione UE ha proposto un price cap a 275 euro per Mwh sui derivati a un mese nella borsa Ttf di Amsterdam. Perché sia attivato il meccanismo è necessario che il superamento di questo limite si verifichi per almeno due settimane.

A2A frena sugli investimenti. Reazioni contrastate per il piano Enel

Dopo Enel oggi arriva il piano A2A. La multiutility taglia le previsioni sugli investimenti, anche per preservare il merito creditizio. Il piano industriale al 2030 prevede 16 miliardi di euro di investimenti nel decennio in corso, di questi, 3,5 miliardi sono stati già investiti. Il precedente piano era da 18 miliardi di euro. A fine piano, per effetto dei minori investimenti, l’Ebitda sarà intorno a 2,6 miliardi di euro, 300 milioni di euro di quanto indicato in precedenza. Confermato il target al 2026.

  • Contrastate le reazioni al piano Enel. Citi boccia il piano industriale presentato ieri e taglia il giudizio a Sell. DZ Bank invece alza il target price a 6,10 euro, Goldman lo porta a 7 euro.
  • Terna. Entro la fine del 2022 rilascerà la soluzione tecnica di connessione a tutti i nuovi impianti di eolico offshore che hanno richiesto, entro il 31 ottobre, l’allaccio alla rete di trasmissione nazionale, per una potenza complessiva di circa 95 GW, dice una nota.

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