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Borse, Milano crolla per l’effetto Lisbona sulle banche

di Ugo Bertone – Dopo la bocciatura dei bond portoghesi da parte di Moody’s, crollano i titoli finanziari sui listini e a Milano le banche sono tra le prime a farne le spese: a metà giornata Mps perde il 5%, Unicredit e Ubi oltre il 4% e Intesa più del 7% – Tracollo di FonSai – Vola TI Media sulle ali di Murdoch – Crollo di Sabaf (-11%)

MAZZATA “PORTOGHESE” SULLA BORSA DI MILANO (-1,74%)
LA UE IN CAMPO CONTRO IL VOTO DI MOODY’S A LISBONA

L’Unione Europea non ci sta. La Commissione di Bruxelles, infatti, è scesa ufficialmente in campo per contestare la retrocessione del debito del Portogallo al rango di junk bond, decisa da Moody’s. Una scelt, tra l’altro motivata dall”alta probabilità” di un nuovo pacchetto di aiuti per evitare il default, che ha seminato il panico nelle Borse “periferiche”,a partire da Milano che più di qualsiasi altro mercato europeo fa le spese del declassamento di Lisbona: L’indice FtseMib perde l’1,74% ( a quota 19924) con le banche in netta caduta. Al contrario, Francoforte segna un modesto rialzo (+0,06), quasi invariata Parigi. Modesto l’effetto anche sulla City (Ftse -0,24%).

BANCHE TRICOLORI IN CADUTA LIBERA
IL CDS SULL’ITALIA E’ SALITO A 220 BP

 Intesa perde il 3,71%, Unicredit il 4,37%, MontePaschi scende del 5,08% , dopo che Goldman Sachs ha abbassato il target a 0,9 euro dal precedente 0,93 euro. Per Intesa l’esposizione verso le obbligazioni dei Paesi a rischio è di 2 miliardi, per Unicredit 1,7 miliardi. Sotto anche Ubi (-4,66%) , Banco Popolare (- 3,65%) e Bpm (- 3,55) dopo che, con una mossa a sorpresa, Bpm ha annunciato l’acquisto dalla fondazione Cr Alessandria dell’immobile dove ha sede la banca stessa (80% controllata dalla stessa Bpm e per il 20% in mano alla fondazione) per 48 milioni. Nell’ambito dell’accordo che rende possibile la fusione della Cral con altre entità (vedi Banca di Legnano). Il downgrade del debito del Portogallo a ‘spazzatura’ da parte di Moody’s spinge al rialzo il costo per assicurarsi contro l’eventualità di un default dell’Italia. Il credit default swap (CDS) a 5 anni dell’Italia è infatti salito di 24 punti base dalla chiusura di ieri a 220 pb punti base, secondo Markit. Questo significa che costa 220.000 euro proteggere 10 milioni di esposizione verso i titoli italiani. Analogo movimento al rialzo per i CDS a 5 anni di tutti i paesi periferici. In particolare il costo per assicurarsi contro il default portoghese è salito di 82 punti a 850 punti base. Intanto che Wall Street Journal getta nuove ombre sul salvataggio “volontario” della Grecia da parte delle banche francesi e tedesche, oggi riunite a Parigi per cercare un saluzione dopo lo stop al piano francese di S&P’s. ”Le speranze dell’Europa per un significativo contributo degli obbligazionisti privati ad un nuovo salvataggio della Grecia si stanno riducendo, visto che diventa sempre piu’ chiaro come le banche si siano liberate di una quota significativa dei titoli di Stato di Atene, nonostante gli inviti da parte di molti ad evitare tali vendite”. Inizia cosi’ un lungo articolo in prima pagina sul Wall Street Journal. Il Paese ha circa 64 miliardi di euro di titoli in scadenza nei prossimi tre anni e diversi leader dell’Eurozona speravano che le banche che ne posseggono una gran parte avrebbero deciso di continuare a tenerli, allungandone le scadenze, in modo da dare sollievo alle finanze elleniche. Si e’ parlato di una partecipazione privata per 30 miliardi di euro di titoli, ma ”questo target appare irrealistico”, spiega il Wsj: ”il problema e’ che banche e assicuratori al tavolo delle trattative non detengono piu’ cosi’ tanto debito in scadenza al 2014, come invece succedeva un anno fa”

NUOVA FRANA PER FONSAI
OGGI IL CDA SULL’ISVAP
ATLANTIA SPERA DI CONVINCERE TREMONTI

Oltre alle banche, in Piazza Affari scendono pesantemente le assicurazioni: Generali i -2,1%, Fonsai perde il 7,21%, dopo il 6,7 accusato dal titolo nella seduta di ieri. Da escludere che Fondiaria Sai sia penalizzata dalla presenza nel suo portafoglio investimenti di bond del Portogallo, la sua esposizione alle obbligazioni di Lisbona è pari a 10 milioni di euro. Oggi il consiglio di amministrazione di Fondiaria Sai prende in esame i rilievi mossi dall’Istituto di sorveglianza delle assicurazioni in materia di governance, gestione del rischio e relazione con soggetti correlati. L’Antitrust deciderà invece domani in merito agli incroci azionari determinati dalla partecipazione di Unicredit in Fondiaria-Sai. Fra le blue chip milanesi, scende sotto la parità anche Tod’s (-0,21%). Parmalat (-4,01%) segna un ribasso quasi “bancario” mentre Fiat limita il calo a -0,78%. Finmeccanica (-1,38%), attraverso la controllata Alenia Aeronautica, si e’ aggiudicata un contratto di circa 200 milioni di dollari per la fornitura al Messico di quattro velivoli da trasporto tattico C-27J. Atlantia (-2,63) si aspetta di riuscire a convincere il governo a cancellare la norma che modifica i tempi di ammortamento delle concessioni statali, lo ha detto ieri pomeriggio l’amministratore delegato Giovanni Castellucci nel corso di una conference call con gli analisti e gli investitori. Per Atlantia, l’approvazione della norma che fissa il tasso di ammortamento delle concessioni all’1% porterebbe ad un impatto negativo pari a 500 miloni di euro, il 6% della capitalizzazione. Citigroup intanto ha abbassato il target a 15,5 euro dal precedente 17,14 euro

TIMEDIA SALE PER EFFETTO MURDOCH
BUY DI EQUITA SULL’ESPRESSO

 Fra le small cap Telecom Italia Media sale +4,4% sulle voci di un possibile interesse del gruppo Murdoch. L’altro candidato all’acquisto, il gruppo l’Espresso presenterà i suoi risultati il prossimo 20 luglio. Equita si attende un Ebit invariato nel secondo trimestre (nel primo era cresciuto del 30%) con un incremento della pubblicità del 2,3% (+4.9% nel 1Q) ed un calo della circulation del 1,8% (fattore ora in contrazione del 35% in media). Le radio sono attese in calo dell’8-10% quanto a raccolta pubblicitaria. Sull’intero anno, gli analisti limano le stime di raccolta da +3.3% a +2.5% e la stima di ritorni da circulation è ora invariata rispetto al precedente +2.5% perché gli incrementi dei prezzi sui quotidiani locali sono stati rinviati al 2012. Equita incrementa del 1% la base costi per il maggior costo della carta e abbassa del 5% la stima di utile. Anche il target price si abbassa dell’8% a 2,3 euro per azione, anche se il rating resta “buy”.

SABAF GIU’ (-11%) SU PROFIT WARNING
JV TEDESCA PER SAES GETTERS

Cade Sabaf -11% che ieri ha annunciato un profit warning con revisione in ribasso delle stime sul 2011.A  mercati chiusi, Sabaf ha annunciato che non riuscirà a rispettare gli obiettivi di ricavi ed Ebitda del 2011. I nuovi target sull’esercizio in corso prevedono una crescita compresa tra il 2% e il 4% per le vendite (da +10% precedente) con Ebitda margin dal 21% al 22% (dal precedente range da 23% a 24%). Saes Getters ha annunciato ieri di aver fondato una joint venture (denominata “Actuator Solutions”) con la società tedesca Alfmeier Präzision per lo sviluppo e la fabbricazione di attuatori realizzati con la tecnologia delle leghe a memoria di forma (Shape Memory Alloys). Secondo il comunicato, Actuator Solutions inizierà la produzione nel quarto trimestre 2012. La joint venture rappresenta una specie di integrazione in un settore, quello degli attuatori, molto promettente per le applicazioni industriali delle leghe a memoria di forma. In questo modo Saes rafforza la sua posizione competitiva e diventa in grado di nestarre maqgior valore dalla sua leadership tecnologica.

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