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Borse in attesa dei dati sull’inflazione Usa, ma la Fed non molla. Btp sotto il 3%, ma mutui più cari

Le Borse aspettano con ansia i dati dell’inflazione americana per le 14 e 30 di oggi ma la Fed avverte che i tassi saliranno presto di un altro mezzo punto – Le Borse viste in rialzo

Borse in attesa dei dati sull’inflazione Usa, ma la Fed non molla. Btp sotto il 3%, ma mutui più cari

Joe Biden, dopo aver ricevuto Mario Draghi, ha ieri rimesso nel cassetto il dossier Ucraina per dedicarsi alla guerra che deciderà le prossime elezioni Usa di novembre: quella contro l’inflazione, lo spettro che s’aggira per le pompe di benzina americane, dove il carburante è salito al nuovo record di 4,37 dollari al gallone. Biden ha promesso vari interventi per frenare i prezzi, non escludendo nemmeno la fine dei dazi sulle merci cinesi. Un’offensiva in piena regola a poche ore dall’annuncio sui numeri dell’aumento dei prezzi di oggi (ore 14.30 in Italia) che dovrebbe segnalare i primi cenni di frenata dei prezzi al consumo, da 8,5 a 8,1%. È il dato più atteso da Wall Street (oggi uscirà il dato tedesco), anche se il coro dei governatori della Fed ha ieri ribadito che i tassi sono destinati a crescere almeno di mezzo punto nei prossimi vertici della Banca. Stavolta, insomma, la Fed pensa di più all’economia reale che non alle esigenze della Borsa.

L’attesa di numeri migliori sull’inflazione favorisce stamane il rialzo dei future sui mercati Usa. Bene anche Il future dell’indice EuroStoxx 50, in rialzo dello 0,5%.

Ne traggono beneficio anche i listini asiatici, Cina compresa. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo del 2% a poche ore dalla pubblicazione dei dati sull’inflazione. Probabilmente anche per effetto delle restrizioni al movimento delle persone, i prezzi alla produzione sono saliti in aprile più del previsto, +8% anno su anno. Il consensus era +7,8%. I prezzi al consumo hanno accelerato lo scorso mese, +2,1% da +1,5% di marzo.

L’Hang Seng di Hong Kong è in rialzo dell’1,7% grazie alla spinta dei tech. A Tokyo, Nikkei +0,3%. Lo yen è sceso ai minimi da 20 anni, tornano a crescere i prezzi. Kospi di Seul -0,2%. BSE Sensex di Mumbai -0,1%.

Dopo un avvio brillante, gli indici americani hanno perso slancio nel corso della seduta. Il Nasdaq ha chiuso con un incremento dell’1%. S&P500 +0,2%. Molto sotto i massimi dell’apertura.

Il Wall Street Journal segnala che, a fronte delle vendite delle grandi case, prende consistenza l’esercito degli investitori individuali che comprano, ingolositi dai prezzi in calo: 28 miliardi di dollari ad aprile.

Elon Musk ha detto che “è stupido vietare a Trump l’uso di Twitter”: l’ex presidente tornerà a twittare dopo l’Opa.

Treasury Note a dieci anni a 2,97%, da 3,04% di ieri. I membri del board della Federal Reserve intervenuti nelle ultime ore hanno più o meno confermato la traiettoria della stretta monetaria. Loretta Mester della Fed di Cleveland ha spiegato che, se nella seconda parte dell’anno l’inflazione dovesse essere ancora molto alta, potrebbe esserci il bisogno di procedere con rialzi di 75 punti base. Raphael Bostic della Fed di Atlanta, stanotte ha invece detto che la Banca centrale potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di essere meno aggressiva.

Le materie prime tornano su dopo un inizio di settimana di ribasso. L’indice Bloomberg Commodity è in rialzo dello 0,7%. Petrolio Brent e WTI +1,5%, dal -3% di ieri. Il future del gas USA è in rialzo dell’1%. Gas europeo +5%. Ieri sera l’operatore ucraino del gas ha detto che a partire da oggi fermerà il flusso del gas russo, a seguito della distruzione di alcune infrastrutture per il pompaggio. Gazprom ha precisato che per ragioni tecniche, non è possibile mandare il gas attraverso un’altura condotta.

L’Europa frena dopo l’apertura di Wall Street

“L’epicentro di questa fase negativa è e resta negli Usa”, commenta Giuseppe Sersale di Anthilia. Il giudizio è giustificato dall’andamento della seduta di ieri. I mercati europei, grazie anche all’andamento dell’indice Zew e della produzione industriale italiana, hanno rialzato la testa in attesa delle indicazioni sull’inflazione Usa previste per oggi. Ma la risposta di Wall Street è stata debole. Intanto, il presidente della Fed di New York, John Williams, durante un evento in Germania, gelava le speranze: “Per frenare l’inflazione – ha detto – la Federal Reserve dovrebbe alzare i tassi d’interesse rapidamente da qui alla fine dell’anno”. E così nel pomeriggio il rialzo dei listini del Vecchio Continente è in buona parte rientrato.

Btp sotto il 3%, ma salgono i rendimenti dei mutui

In questa cornice, si sono rivisti gli acquisti sui bond governativi. Il BTP decennale scivola, seppur di poco, sotto il 3%, al 2,99%, con un progresso di 15 punti base sulla vigilia. Anche il Bund tedesco a 0,99% (-9 punti base) scende sotto la barriera dell’1%.

Si vedono però i primi effetti dell’aumento dei rendimenti. Per la prima volta da tre anni i tassi sui prestiti alle famiglie hanno superato il 2% (dall’1,85% rilevato a febbraio).

Nagel (Bundesbank): lo spread non ci riguarda. Per ora

Secondo Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, la Bce deve concentrarsi sulla lotta all’inflazione nell’area senza preoccuparsi delle conseguenze del rialzo dello spread. In futuro, ha detto il banchiere, dovremo occuparci della frammentazione tra i vari Paesi. “Ma per ora il nostro mandato è un altro”. Perciò, “la Bce dovrebbe aumentare i tassi di interesse a luglio per impedire che l’inflazione si rafforzi ulteriormente”.

Piazza Affari risale oltre i 23 mila punti.

I listini europei hanno così centrato il rimbalzo, ma hanno chiuso sotto i massimi.

Piazza Affari sale dell’1,04% e agguanta di un soffio i 23.069 punti base, in sintonia con Francoforte (+1,17%).

Sono più arretrate Amsterdam (+0,54%), Parigi (+0,51%), Londra (+0,35%) e Madrid (+0,09%).

Industria, l’Italia ha recuperato i livelli pre-pandemia

A dare una spinta al mercato italiano è il dato della produzione industriale di marzo, a sorpresa stabile, mentre era prevista una sensibile riduzione. In ogni caso, segnala Paolo Mameli di Intesa Sanpaolo, “l’Italia resta l’unico tra i quattro principali Paesi dell’Eurozona ad aver più che recuperato i livelli di produzione industriale pre-pandemici (+2,7% rispetto ai livelli di febbraio 2020, contro -1,4% in Spagna, un -5,4% in Francia e un -9,4% in Germania). La causa è probabilmente da ricercarsi nella minore quota della catena produttiva basata in Asia e nell’Europa dell’Est, le aree in cui si stanno verificando i maggiori problemi nelle forniture”.

Buone nuove, a sorpresa, anche dall’indice Zew tedesco: il dato sulla fiducia resta negativo, ma si segnala un miglioramento del sentiment.

Stoccolma, volano i fiammiferi svedesi (+24,5%)

Tra i singoli titoli, da rilevare l’impennata di Swedish Match: +24,5% alla Borsa di Stoccolma dopo avere confermato le trattative con Philip Morris per una possibile offerta di acquisizione da parte del colosso Usa delle sigarette.

Frena nel finale Renault (-0,3%), già in rialzo dopo la conferma delle trattative con la cinese Geely per la cessione della consociata coreana.

Bper superstar, riparte Unicredit

Banche in rally a Piazza Affari. In gran spolvero Bper (+7,85%), in testa al listino per l’intera seduta dopo i conti trimestrali. Seguono Unicredit (+5,46%), premiata dagli analisti dopo il primo parziale via libera al buy back da parte della Bce, ed Intesa San Paolo (+1,7%). Bene anche Credem e Pop Sondrio.

Pirelli vola dopo i conti

Molto forte Pirelli (+3,91%) dopo i conti positivi del primo trimestre dell’anno (ebot adiusted +35,4%) e la revisione della guidance sul fatturato, anche se l’azienda ha limato le aspettative sui volumi. Turchia e Romania hanno compensato il blocco degli impianti in Ucraina.

Stellantis Ok, ma Tavares lancia l’allarme batterie

Corre anche Stellantis (+1,17%), premiata da Berenberg con un buy. Carlos Tavares ha lanciato ieri un warning. Il settore, ha detto, potrebbe soffrire difficoltà di approvvigionamento di batterie intorno al 2025-2026. “E se non ci sarà una carenza di fornitura di batterie, allora ci sarà una dipendenza significativa del mondo occidentale nei confronti dell’Asia”.

In rally Campari, oggi Sace in soccorso di Tim

In rally anche Campari (+2,7%) dopo l’acquisto in Francia del marchio Picon (+2,69%).

In tensione Tim (+2,60%). Oggi la Sace darà l’Ok preliminare alla garanzia di 3 miliardi sui prestiti dell’azienda.

Tonfo di Saipem, aumento in salita

In terreno negativo Leonardo (-3%) e Diasorin (-2,65%). Ma la maglia nera spetta a Saipem (-6,6%). A pesare sui corsi l’annuncio dei vertici della oil service che puntano ad accelerare i tempi per il previsto aumento di capitale da 2 miliardi, lanciandolo in estate, nonostante le tensioni sui mercati.

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