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Borse in altalena sulla scia di Brexit

L’annuncio dell’accordo tra Londra e la Ue infiamma le Borse e la sterlina ma il timore di una bocciatura del Parlamento britannico spegne gli entusiasmi della prima ora

Borse in altalena sulla scia di Brexit

Seduta in altalena con finale contrastato per i listini europei: l’entusiasmo per l’accordo fra UE e Gran Bretagna sulla Brexit è durato poche ore e la chiusura è rosso pallido per tutti, eccetto Londra (+0,13%).

Piazza Affari, dopo essere arrivata a guadagnare oltre un punto percentuale, perde lo 0,23% e scende a 22.375. Pesano le prese di beneficio su Pirelli -2,53%; Stm -1,98%; Ferrari -1,69%; Nexi -1,52%. Arretrano i titoli petroliferi, Tenaris -1,23% e Saipem -0,84%, con il nuovo calo del petrolio, in seguito all’inatteso aumento delle scorte settimanali Usa. Il Brent perde l’1,16% e scende a 58,73 dollari al barile. 

Tengono le banche, guidate da Mediobanca +1,44%, mentre sul secondario lo spread fra decennale italiano e tedesco si raffredda a 130 punti base (-0,63%), con il rendimento del Btp in leggero calo a 0,89%.

Fra le big cap segnano rialzi significativi Terna +1,27%; Amplifon +1,19%; Atlantia +1,17%. Bene il risparmio gestito con Azimut +1,14% e Poste +1,13%, che nei giorni scorsi ha raggiunto la capitalizzazione record di 14 miliardi di euro.

Nel resto d’Europa: Francoforte -0,1%; Parigi -0,42%; Madrid -0,45%; Zurigo -0,35%. 

Wall Street apre positiva e al momento si mantiene in progresso frazionale, con il focus su Brexit e dazi, ma anche sulle trimestrali. Fra le grandi banche Morgan Stanley guadagna il 2,6% in scia a profitti e ricavi superiori alle attese. Bene Netflix +3,6%, nonostante abbia mancato l’obiettivo sui nuovi abbonati per il secondo trimestre consecutivo.

L’euro sale su dollaro e sterlina. Il cambio con il biglietto verde si muove attorno a 1,128, mentre quello con il pound è a 0,8659.  Ad agitare il fronte valutario è l’accordo sulla Brexit, raggiunto fra Bruxelles e Londra a tre anni dal referendum. Resta però il difficile passaggio a Westminster, mentre è ancora vivo il ricordo delle tre bocciature ricevute da Theresa May. Boris Johnson cercherà di avere più successo, perché o così o no-deal, ma l’intesa è già stata bocciata da Dup, partito protestante nord-irlandese, e dai laburisti, benché da qui a sabato ci sia ancora tempo per trattare. Fra le materie prime l’oro è positivo e scambia vicino a 1500 dollari l’oncia.

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