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Borse in altalena ma Piazza Affari regge

Gli alti rendimenti dei bond seminano incertezza sulle Borse di tutto il mondo – Però Piazza Affari, trainata dai titoli petroliferi ed energetici, chiude in rialzo -Powell rassicura

Borse in  altalena ma Piazza Affari regge

 I listini europei chiudono contrastati, ma si allontanano dai minimi di seduta nel finale grazie al rally del petrolio, mentre Wall Street appare instabile. Dopo un avvio incerto, al momento tutti e tre gli indici principali di New York sono in lieve rialzo.

L’attenzione dei mercati mondiali è rivolta in queste ore a quello che dirà (oggi alle 18 ora italiana) il presidente della Fed, Jerome Powell, al Jobs Summit del Wall Street Journal. Una forte ripresa dell’economia, grazie all’ampia campagna vaccinale e al nuovo maxi piano di aiuti da 1900 miliardi di dollari dell’amministrazione Biden, porteranno a un’impennata dell’inflazione e costringeranno la banca centrale a modificare la sua politica monetaria? Powell ne ha già parlato, dando rassicurazioni, ma gli investitori non sono convinti, vista anche la crescita dei rendimenti dei Bond. Quello di oggi sarà l’ultimo intervento pubblico del presidente della banca centrale prima del policy meeting del 16-17 marzo.

Nell’attesa il tasso dei Treasury pare al momento congelato sui livelli della vigilia a 1,471%. Il Beige Book della Federal Reserve, ieri, ha confermato che l’attività economica negli Stati Uniti continua a crescere a passo “modesto” nella maggior parte del Paese, ma c’è ottimismo sui prossimi 6-12 mesi. Intanto delude il dato settimanale sulle richieste di disoccupazione. Il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidio è aumentato, a causa, probabilmente, delle brutali tempeste di metà febbraio nel sud densamente popolato. 

Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,2% a 23.093 punti, con le vendite su tecnologici, moda e banche compensate dagli acquisti su utlity e petroliferi.

Tenaris guida i rialzi con un incremento del 3,55%. Rimbalza finalmente Saipem, +3,49% e anche Eni risulta in progresso del 2,24%. Fra le blue chip migliori del giorno Enel, +2,85%, dopo una serie di performance negative. Utility in spolvero con Hera +1,79% e Italgas +1,6%, quest’ultima sulla scia dell’aggiudicazione della gara per l’Atem Torino 1.

Telecom (+2,58%) è sostenuta dalle valutazioni positive degli analisti di Kepler a valle del piano 2021-23.

Le vendite penalizzano Stm, -3,59%, in calo come tutto il settore dei semiconduttori a livello europeo.

In ribasso Moncler -2,24%.

Dopo i recenti guadagni si sgonfia Unicredit -1,49%. I nuovi consiglieri saranno 13 e fra questi il cda ha proposto Pietro Carlo Padoan alla carica di presidente e Andrea Orcel come amministratore delegato. Dalle comunicazioni diffuse dalla Consob il 3 marzo 2021 si apprende inoltre che il 23 febbraio scorso il colosso tedesco Allianz ha incrementato dall’1,132% all’1,255% la quota detenuta nel capitale del gruppo bancario.

In ribasso Banco Bpm -0,95% e Bper -1,05%. Nuova seduta in rosso per  Amplifon -1,62%.

Sul secondario sale lo spread a 105 punti base (+0,61%) e il rendimento del Btp decennale che cresce a +0,74%.

Nel resto d’Europa Francoforte perde lo 0,18%; Amsterdam -0,86%; Londra -0,35%. Piatta Parigi, in progresso Madrid +0,3.

Il petrolio galoppa, nel giorno della riunione Opec+. A innescare il rally è stato l’invito alla cautela su una riduzione dei tagli da parte dal ministro saudita dell’Energia, il principe Abdulaziz bin Salman. Secondo indiscrezioni stampa i partecipanti alla riunione avrebbero deciso di non aumentare di 500.000 barili al giorno la produzione ad aprile, che perciò resterà invariata. Il Brent guadagna oltre il 5% e scambia a 67 ,35 dollari la barile; analogo progresso per il greggio texano, che si muove oltre quota 64,4 dollari.

Sul mercato valutario il cambio euro dollaro staziona intorno a 1,2. 

Sul tema vaccini e guerra dei vaccini si registra oggi la notizia stampa (pubblicata per primo dal Financial Times) che l’Italia e la Commissione europea hanno bloccato l’invio in Australia di 250.000 dosi di vaccini AstraZeneca prodotti nello stabilimento di Anagni.

L’esecutivo italiano ha respinto la richiesta di esportazione pervenuta dal gruppo farmaceutico con il sostegno della Commissione europea, dicono fonti Reuters. Intanto l’Ema, l’autorità farmaceutica europea, rende noto di aver avviato la valutazione del vaccino russo Sputnik V.

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