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Borse, il rally pare finito: listini azionari quasi tutti in rosso e il nuovo stop russo alza i prezzi del petrolio

Tranne Madrid, tutte le principali piazze azionarie sono in rosso e Milano perde l’1% – Rai Way vola – Fibrillazioni sul petrolio – Attesa per il dato americano sull’inflazione

Borse, il rally pare finito: listini azionari quasi tutti in rosso e il nuovo stop russo alza i prezzi del petrolio

Piazza Affari perde l’1,05% e chiude a 22.488 punti la seduta di oggi, complici la rarefazione degli scambi nella fase clou delle ferie estive, l’avvio negativo di Wall Street e l’ondivago umore generale, in attesa dei dati sull’inflazione Usa in calendario domani e giovedì. Sono in rosso anche Amsterdam -1,5%, Francoforte -1,08% e Parigi -0,53%, mentre chiude in progresso Madrid +0,47% ed è piatta Londra.

Sulla corsa dei prezzi Usa si respira un cauto ottimismo dopo che un sondaggio della Fed di New York ha messo in luce aspettative d’inflazione in attenuazione a luglio. 

Vendite sui titoli tecnologici 

A pesare sui listini sono soprattutto le vendite sui titoli tecnologici, penalizzati dall’alta tensione tra Washington e Pechino, dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Oggi il ministro degli esteri di Taipei, Joseph Wu, ha detto che la Cina “sta usando le esercitazioni aeree e marittime per preparare l’invasione dell’isola e per cambiare lo status quo nella regione dell’Asia-Pacifico”.

Si fa sentire poi il calo di Micron Technology -4,5% a New York, a causa del taglio delle previsioni sugli utili per il quarto trimestre e free-cash flow negativo nel prossimo trimestre per il calo della domanda di chip da computer e smartphone. 

Male anche Softbank, specializzata, negli investimenti in nuove tecnologie: -7% a Tokyo, dopo perdite record per 23 miliardi di dollari nel trimestre.

Intanto il presidente Joe Biden oggi firmerà un disegno di legge per fornire 52,7 miliardi di dollari di sussidi per la produzione e la ricerca di semiconduttori statunitensi e per aumentare gli sforzi per rendere gli Usa più competitivi con gli sforzi scientifici e tecnologici della Cina.

Toro in ritirata con tensioni internazionali e interne ai vari paesi

A tenere al guinzaglio il Toro sono le crisi internazionali, ma anche le battaglie politiche che si fanno sempre più incandescenti in vista delle prossime elezioni. La questione riguarda l’Italia, ma anche gli Usa dove l’FBI ha perquisito la villa dell’ex presidente Donald Trump in Florida. Il tycoon potrebbe finire in carcere se avesse trafugato, come si dice, documenti coperti da segreto di Stato dalla Casa Bianca e non è chiaro se potrebbe candidarsi alle elezioni del 2024, come vorrebbe fare.

Superindice Ocse in calo

A condire la giornata finanziaria con qualche ulteriore dubbio è poi il superindice Ocse che anticipa ogni 6-9 mesi le tendenze economiche future. Questo si attesta nell’area a 99,2 punti a luglio, contro 99,4 di giugno. Nella zona euro passa da 99,2 a 99. In Italia a 98,7 da 98,9 punti. 

Trascinati al ribasso dall’inflazione storicamente elevata, dalla bassa fiducia dei consumatori e dal calo degli indici dei prezzi delle azioni, i Composite Leading Indicator (CLI) “rimangono al di sotto della tendenza e continuano ad anticipare una perdita di slancio di crescita nella maggior parte delle grandi economie dell’OCSE”, si legge nel rapporto.

Volatile il petrolio

Tra le materie prime cerca di rialzare la testa il petrolio, indebolito in mattinata dalla notizia di progressi nei colloqui per il rilancio dell’accordo sul nucleare iraniano 2015, che permetterebbe a Teheran di aumentare le esportazioni in un contesto di offerta limitata.

Il Brent, al momento, tratta in crescita dell’1% intorno a 97,6 dollari al barile.

Sul mercato valutario l’euro mantiene la buona intonazione vista ieri e tratta in rialzo contro dollaro in area 1,0224.

Piazza Affari soffre con Stm; brilla Rai Way

Sul principale listino milanese pesa il calo di Stm, -5,28%, in linea con i rivali europei e Usa. Fitte vendite anche su Interpump -4,15%, e Pirelli -3,38%. Le prese di beneficio fanno retrocedere la galassia Agnelli a partire da Stellantis -2,54%.

Si confermano in denaro invece Tenaris +1,01% e Bper +0,81%, quest’ultima in attesa delle decisioni del Tribunale di Genova sul ricorso presentato da Malacalza Investimenti che ha congelato le attività del nuovo cda di Bca Carige. Bene Snam +0,58%.

Generali sale dello 0,53%, mentre Unipol cede lo 0,51%, dopo la notizia della sanzione Antitrust per entrambe le società a causa di pratiche commerciali giudicate “ingannevoli e aggressive” nei confronti dei clienti RcAuto.

Fuori dal paniere principale il “gioco delle torri” spinge Rai Way +4,92%, sulle indiscrezioni stampa di una ripresa del progetto di fusione fra la controllata delle torri della Rai ed Ei Towers. Arretra invece Mediaset for Europe (-1,67%).

Bene Autogrill +1,07%, in scia al balzo di Dufry (+4,11%) a Zurigo, a seguito della netta ripresa dei ricavi nel primo semestre mentre “procede come previsto” l’operazione di fusione con Autogrill annunciata un mese fa. 

Spread poco mosso, ma le elezioni sono un’incognita

Seduta moderatamente negativa per il secondario italiano. Lo spread tra Btp 10 anni e pari durata tedesco resta a 210 punti base (+0,42%) con tassi rispettivamente a +2,96% e +0,86%.

Sul futuro incombono però le elezioni, che stanno creando non poca incertezza come mostra un sondaggio di Assiom Forex fra i suoi associati, condotto in collaborazione con il Sole 24 Ore Radiocor. Un mese fa infatti solo il 5% degli operatori ipotizzava uno sforamento duraturo di quota 250 punti, ora questa percentuale è salita al 24%. Il 52% dal 49% di luglio pensa poi che lo spread rimarrà stabilmente sopra quota 200 punti, mentre il 21% (dal 41%) del campione punta su un rientro sotto 200 punti. Per il 3% (dal 5%) è possibile una caduta del differenziale addirittura sotto quota 150 punti.

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