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Borse europee alla deriva, vola lo spread Btp-Bund

I listini sono affossati dalle vendite a raffica sulle banche (Milano viaggia ormai sul -5%) – Le cause Usa fanno tremare i colossi del credito di mezzo mondo – In Europa Francoforte è uno degli epicentri della crisi – Per l’Italia la nota più dolente è l’evoluzione dei Btp decennali, con un rendimento al 5,35% e uno spread con i Bund ha toccato i 365 punti

Borse europee alla deriva, vola lo spread Btp-Bund

LE BANCHE AFFOSSANO LE BORSE EUROPEE
LO SPREAD TRA BTP E BUND SALE A 345 BP

Si aggrava il ribasso delle Borse europee, trascinate all’ingiù dalle vendite a raffica sulle banche, nonostnate il divieto di vendite allo scoperto. A Milano l’indice Ftse/Mib scende del 3,63% a quoita 14.513, Parigi addirittura il 4,03%, Francoforte -3,66%. Il ribasso ha preso consistenza con il passare delle ore, dopo un’apertura già in forte caloper tutte le Borse europee. Francoforte, con una perdita attorno al 3% fin dall’apertura, si conferma uno degli epicentri della crisi, anche sull’onda dei rovesci elettorali del cancelliere tedesco Angela Merkel, che accentua le difficoltà dell’Europa di proseguire in una politica coordinata di sostegno ai Paesi in difficoltà. Nelle elezioni regionali del Land del Mecklenburg-West Pomerania, i Cristiano democratici (Cdu) della Merkel sono scesi al 23%, il risultato peggiore dal 1990. I Socialdemocratici sono saliti al 36,1%.

I DECENNALI AL 5,35%, 22 PUNTI SOPRA MADRID
SI TEME L’ALT DEI GIUDICI TEDESCHI SUGLI ACQUISTI BCE

Ma la nota più dolente è rappresentata ancora dalle forti tensioni sui titoli di Stato italiani e, in minor misura, spagnoli. Le vendite sul Btp decennale hanno fatto salire il rendimento di 13 punti base al 5,35%. Lo spread con il Bund tedesco è di 345 punti base, il livello più alto da quando la Bce ha avviato il programma di acquisto dei titoli di Stato italiani. Sul mercato, l’Italia va peggio della Spagna: il Bono decennale di Madrid rende il 5,13% (+4 punti rispetto a venerdì) e lo spread con il Bund è di 323 punti. L’euro si sta indebolendo verso il dollaro a 1,414 (da 1,4205 di venerdì sera) e verso il franco svizzero, salito a 1,1140. La settimana è densa di appuntamenti cruciali per testare la solidità de tentativi di risolvere la crisi del debito sovrano nella zona euro. Mercoledì una sentenza della Corte costituzionale federale tedesca potrebbe ridurre la libertà del governo tedesco a finanziare Paesi in crisi, come la Grecia. La Corte dovrà infatti dire se Berlino, finanziando il salvataggio di paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda, stia infrangendo le leggi nazionali e i trattati europei, secondo un’opinione condivisa dallo stesso presidente della Repubblica Chistian Wulf. Il giorno dopo la Banca centrale europea, divisa al suo interno sugli interventi sul mercato obbligazionario per Btp e Bonos, farà una valutazione del piano in atto nell’incontro mensile del direttorio, previsto per giovedì. L’istituto di Francoforte dovrebbe infatti decidere se continuare ad acquistare titoli di stato italiani. Infine, questa settimana la Grecia scoprirà quanti investitori privati hanno accettato lo swap sui titoli di stato. Entro venerdì pomeriggio le banche dovranno dire se sono interessate o meno allo swap.

LE CAUSE USA FANNO TREMARE I BANCHIERI
DB, CREDIT SUISSE, BARCLAYS PERDONO IL 7%

La crisi del debito sovrano si fa sentire soprattutto sul fronte delle banche. Hanno iniziato male i titoli delle banche, oltre a materie prime e costruzioni. Nel settore del credito, in particolare, i cali maggiori sono concentrati sulla City, dove Royal bank of Scotland e Barclays scivolano rispettivamente dell’8,94% e del 7,38%. Molto male a Zurigo anche Credit Suisse, sotto del 7,5%. Société Générale è sotto del 7,5%. Deutsche Bank a Francoforte perde il 7,5%. A complicare la congiuntura delle grandi banche contribuisce la decisione del governo degli Stati Uniti di fare causa a un gruppo di 17 banche per i danni subiti dalle agenzie statali Fannie Mae e Freddie Mac sui titoli subprime. Fra le 17 banche figurano anche Deutsche Bank, Credit Suisse, Royal Bank of Scotland. La Federal Housing Finance Agency (Fhfa) ha depositato il ricorso al Tribunale di New York e alla Corte federale del Connecticut. L’accusa della Fhfa è di avere dato informazioni fuorvianti a Fannie Mae e a Freddie Mac sulla solidità dei mutui ipotecari che erano alla base dei titoli subprime, che le due agenzie decisero di garantire. Nel ricorso della Fhfa si legge che Deutsche Bank “vendette” a Fannie Mae e Freddie Mac titoli per 14,2 miliardi di dollari, a Credit Suisse per 14,1 miliardi, a Rbs per 30,4 miliardi, a Société Générale per 1,3 miliardi e a Barclays per 4,9 miliardi.

A MILANO SI DIFENDE SOLO MEDIOBANCA
PIOGGIA DI VENDITE SUGLI INDUSTRIALI

A Milano in forte calo Bpm (-3,9%). Ma fanno peggio Intesa -4,8% e Unicredit -4,3%. Mediobanca, unico titolo in rialzo in mattinata, ora prende l’1,1%. . Ma l’Orso colpisce anche i valori industriali: Fiat -3,3%, Fiat Industrial – 4,1%, Finmeccanica -5%, Prysmian -3% così come Italcementi -4,7% (il titolo peggiore tra quelli ad elevata capitalizzazione) e Buzzi -3%. Su Enel Green Power -3,8% pesa il downgrading da parte di Bank of America. L’unica nota positiva riguarda Poltrona Frau +3,8%: la società ha reso noto venerdì che l’amministratore delegato del gruppo Dario Rinero ha comprato 25mila azioni a un prezzo di 1,099 euro. Un investimento avvenuto successivamente alla pubblicazione dei risultati del primo semestre 2011 che hanno evidenziato: un fatturato pari a 128,7 mln di euro, -2% su base annua (ma +6% su base trimestrale), un Ebitda di 6,9 mln eu in crescita del 14% sempre su base annua ma sopratutto un Ebit di 3,4 di milioni, molto meglio dei 300mila euro del giugno 2010. Per la seconda parte dell’anno il management si aspetta la prosecuzione del trend di crescita evidenziato nell’ultimo trimestre grazie a un portafoglio ordini che da inizio anno mostra una crescita del 6,5%. Edison oggi al centro dell’atteso incontro tra il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, e il presidente di Edf, Henri Proglio ha perso quota dopo un avvio brillante. Intanto trova conferma l’indiscrezione per cui Acea si è detta disponibile ad intervenire. In Edison dopo la richiesta del ministro dello sviluppo Paolo Romani che ne ha sondato la disponibilità per un investimento per le centrali Edipower (al 50% di Edison).

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