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Borse e petrolio riprendono quota ma nel 2016 Piazza Affari ha perso l’11%

Il grande freddo della costa orientale degli Usa dà una mano al petrolio, che torna sopra i 32 dollari, e le Borse ringraziano anche per effetto delle banche centrali – Attesa per l’intervento della Yellen – Domani Padoan a Bruxelles per la bad bank – Mps prosegue la riscossa – La lente della Consob sull’aumento Saipem – Wall Street scommette su Apple.

Borse e petrolio riprendono quota ma nel 2016 Piazza Affari ha perso l’11%

Allacciate le cinture: l’ottovolante sta per ripartire. E il convoglio dei mercati, al traino delle banche centrali, punta vero l’alto. Stamane i listini asiatici stanno confermando la ripresa di fine settimana. Avanza Tokyo: +1,4% a metà seduta. Fanno ancor meglio Hong Kong (+2,5%) e i listini cinesi (Shanghai +1,1%, Shenzhen +1,8%). Dà una mano anche il grande freddo che ha investito la costa orientale degli Stati Uniti. Salgono, sotto la spinta della domanda, i prezzi del petrolio: il Brent tratta a 32,14 dollari il barile, il Wti a 32,77. 

Prevista partenza in rialzo per i listini europei. I futures segnalano rialzi iniziali per Londra (+38 pb a 5938) Parigi(+29 a 4.366) e Francoforte (+73 a 9.398). Tra i dati macro i più importanti riguardano l’Italia: L’Istat comunica i dati sulle vendite al dettaglio, sul fatturato e gli ordinativi dell’industria e sul commercio estero extra Ue di dicembre.

DOPO DRAGHI LA PAROLA PASSA ALLA YELLEN

Ancora una volta la ripresa delle Borse si spiega con l’intervento delle banche centrale. La svolta che ha consentito ai listini di recuperare tra giovedì e venerdì 1.300 miliardi di dollari (sui 7.800 miliardi bruciati da inizio 2016) è stata innescata dalle parole di Mario Draghi, che ha anticipato una nuova serie di stimoli monetari entro marzo. Stasera il presidente della Bce parlerà al Parlamento tedesco.

A Davos, anche il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda ha aperto a un’ulteriore espansione degli stimoli monetari in occasione del prossimo comitato monetario della Boj (in programma venerdì). 

La parola ora passa alla Federal Reserve: il 26-27 si terrà la riunione del comitato monetario della Banca centrale americana, la prima dopo il rialzo dei tassi a dicembre. Non ci sarà stavolta un nuovo aumento. La tensione sui mercati, compresi i segnali di rallentamento della Cina, consigliano la massima prudenza prima di procedere ad un’ulteriore stretta. 

Al contrario, le Borse confidano che Janet Yellen sfoderi il suo temperamento da colomba, aiutando a correggere gli effetti collaterali più pericolosi emersi negli ultimi mesi: il tonfo del petrolio e la drammatica contrazione dell’economia in Russia ed in Brasile.

MILANO ANCORA IN ROSSO. LA BORSA USA RIALZA LA TESTA

La frana del comparto bancario, provocata anche “dagli errori di comunicazione” da parte della Vigilanza Europea denunciati dal ministro Pier Carlo Padoan, ha provocato a Piazza Affari una nuova frana del comparto del credito che da inizio 2016 ha trascinato al ribasso l’intero listino. Nonostante i forti rialzi di giovedì (+4,2%) e venerdì (+1,6%) il bilancio complessivo delle ultime cinque sedute, tutte ad altissima volatilità, registra un calo dell’indice FtseMib dello 0,8%. Dall’inizio dell’anno la performance è -11,1%.

Non meno turbolenta la settimana di Wall Street, ma alla fine sia l’indice S&P (+1,4%) che il Dow Jones (+0,7%) hanno chiuso in terreno positivo per la prima volta nel 2016. 

PADOAN, DOMANI A BRUXELLES LA MISSIONE BAD BANK

Domani il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parte per Bruxelles per una missione che potrebbe essere decisiva per il varo della bad bank. E’ in programma infatti il confronto con la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, da cui si attende il via libera europeo al piano messo a punto dai funzionari di Bankitalia, del Mef e dai loro consulenti. 

In caso di accordo, il progetto potrebbe tradursi in un provvedimento legislativo in tempi brevi, arrivando probabilmente già sul tavolo del Consiglio dei ministri il 27 o il 28 gennaio, in contemporanea con la riforma delle Bcc e alcune modifiche alla legge fallimentare che dovrebbero favorire lo smaltimento delle sofferenze del sistema. 

Manca ancora però l’accordo sull’ammontare dell’impegno pubblico. In base a quanto ricostruito dall’agenzia Bloomberg, lo Stato potrebbe esporsi per un massimo di 40 miliardi (i Npl lordi arrivano a circa 200 miliardi). Non meno importante è la definizione del prezzo della garanzia.

MPS, PROSEGUE L’OPERAZIONE RISCOSSA 

A seguire con ansia gli sviluppi della partita bancaria sono senz’altro gli azionisti di Monte Paschi, reduce da oscillazioni da brivido. Non è bastato un progresso del 45% nelle due sedute finali per riportare in positivo il bilancio della settimana: -16% l’esito finale. Il Cda sui risultati d’esercizio, anticipato a giovedì 28, potrebbe coincidere o precedere di poco il varo della bad bank. Il presidente dell’istituto, Massimo Tononi, ha già anticipato che l’ultimo trimestre è “risultato in crescita rispetto al terzo, e il 2015 si profila come un anno migliore del precedente”.

AUMENTO SAIPEM SOTTO LA LENTE CONSOB

L’attenzione del mercato oggi sarà concentrata anche sull’avvio dell’aumento di capitale Saipem, preceduto venerdì dalla brusca caduta del titolo, scivolato giù del 20%. Ai soci saranno offerte in opzione azioni nel rapporto di 22 nuove azioni ogni 1 ordinaria e/o risparmio posseduta a un prezzo di emissione pari a 0,362 euro per azione. 

Il prezzo di sottoscrizione è stato determinato sulla base di quanto deliberato dall’Assemblea Straordinaria dei Soci e applicando uno sconto del 37% sul TERP delle azioni ordinarie Saipem calcolato sulla base del prezzo ufficiale di chiusura di Borsa del 21 gennaio 2016, pari a 5,26 euro.

La Consob ha fatto sapere che vigilerà sull’aumento di capitale monitorando “attentamente l’andamento delle azioni sul mercato” alla luce delle “caratteristiche di forte diluizione” dell’operazione. Queste caratteristiche, infatti, determinano “il rischio che durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni si verifichino anomalie di prezzo, consistenti in una sopravvalutazione del prezzo di mercato delle azioni rispetto al loro valore teorico”. Consob “raccomanda a tutti gli attori del mercato l’adozione di comportamenti virtuosi per minimizzare il rischio che durante il periodo di offerta in opzione si verifichino anomalie di prezzo”.

AL VIA LE ASTE DEL TESORO. PARTE L’OPA SU DELCLIMA

Al via oggi anche l‘offerta pubblica di acquisto di Mitsubishi Electric sul 25,03% di DeLClima. L’operazione, che prevede un corrispettivo di 4,5271 euro per azione, si concluderà il 12 febbraio 

Settimana intensa anche per i titoli di Stato. Mercoledì prenderanno il via le aste di fine mese del Tesoro. Si partirà con l’offerta di 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi. Stasera verranno comunicati i termini del collocamento dei titoli a medio-lungo termine previsto per giovedì. 

ARRIVANO I PRIMI CONTI DI FIAT CHRYSLER 

Occhi puntati sul consiglio di amministrazione di mercoledì 27 gennaio, quando si conosceranno i conti del primo esercizio di Fiat Chrysler Automobiles, ma anche l’aggiornamento del piano dei modelli con il possibile slittamento di alcuni lanci previsti per il 2015. Sotto la lente il Brasile e il debito, che Sergio Marchionne ha promesso di azzerare entro il 2018.

Le note liete arrivano dall’Italia. Per la Fim Cisl, che ha presentato venerdì un dossier sugli stabilimenti italiani di Fca, “il 2015 è stato un anno di svolta”: la produzione è aumentata del 66%, ci sono state 2.700 assunzioni di giovani, la cassa integrazione è crollata dal 30% del 2013 al 10%. A guidare il boom dell’auto è la fabbrica di Melfi che ha sfornato 390.000 vetture (180.000 Jeep Renegade; 120.000 Fiat 500X e 90.000 Punto) contro le 123.000 del 2014, il 217% in più. 

WALL STREET SCOMMETTE SULLE VENDITE DI APPLE

Sarà una settimana importante anche per i conti della Corporate America, dopo il tiro al bersaglio su Wall Street (-9% l’indice S&P 500 da inizio anno). Le trimestrali di Boeing, Mc Donald’s, 3M e United Technologies serviranno a capire l’impatto effettivo del rialzo del dollaro sulle grandi aziende esportatrici. 

Ma il test più rilevante riguarderà domani i conti di Apple, sotto tiro per i timori sul calo delle vendite dell’iPhone 6, anticipato dal taglio delle commesse ai fornitori. La pensa diversamente Gene Munster, analista di Piper Jaffray: il titolo, secondo lui, invertirà presto la rotta anticipando il lancio di iPhone 7 come già successo per le versioni precedenti. La previsione? Un rialzo del 50% entro settembre, data di lancio del nuovo modello.

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