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BORSE CHIUSURA 26 APRILE: le banche mandano in rosso Piazza Affari, le Big Tech sostengono Wall Street

I ribassi dei titoli bancari – Bper, la più colpita, perde il 6% – spingono l’indice Ftse Mib sotto la soglia psicologica dei 27 mila mentre in America il Big Tech riprende quota e dà respiro al Nasdaq

BORSE CHIUSURA 26 APRILE: le banche mandano in rosso Piazza Affari, le Big Tech sostengono Wall Street

Le borse europee fanno il bis e chiudono oggi nuovamente in calo, nonostante il rosso si sia attenuato con il trascorrere delle ore guardando all’andamento incoraggiante di Wall Street, dove il Nasdaq (+1,2%) festeggia i conti di Microsoft (+8%). 

I mercati sono comunque nervosi in vista delle riunioni delle banche centrali della prossima settimana e soppesano la stagione delle trimestrali con l’intento di capire lo stato di salute dell’economia reale e le sue prospettive. Soffre soprattutto il settore bancario, con  la californiana First Republic Bank (-40%), che aggiorna il suo minimo  storico, dopo aver lasciato sul terreno quasi metà del suo valore nella seduta precedente.

Piazza Affari perde lo 0,54% e salva i 27mila punti base (27.107), nonostante le banche siano andate a picco. Rimbalza invece Telecom +1,62%, miglior blue chip del giorno.

Nel resto d’Europa arretra Parigi -0,86%, con i realizzi sui titoli del lusso, dopo il recente rally. In particolare non convince la trimestrale di Kering (-2,85%), il cui marchio più famoso è Gucci. Il bilancio di giornata è simile ad Amsterdam -0,77%, zavorrata da Asm International (-7,7%), che ha registrato un calo degli ordini nel primo trimestre. Arretrano Francoforte -0,49%, Londra -0,47% ed è piatta Madrid.
Il pessimismo si fa largo a Zurigo, -1,3%, anche se Credit Suisse e Ubs galleggiano.

Venti contrastanti da Wall Street

I venti provenienti da Wall Street, positivi in avvio, sono contrastanti. Il Nasdaq si muove in rialzo, al traino della buona trimestrale di Microsoft, mentre Alphabet è molto più timida (+0,8%) e si aspettano i numeri di Meta (+2,75%). A preoccupare è ancora una volta First Republic Bank, sospesa anche per eccesso di ribasso, dopo che la Cnbc, citando funzionari governativi, ha riferito che la Casa Bianca non intende partecipare all’operazione di salvataggio della banca regionale. Già ieri l’istituto californiano era crollato a seguito della notizia di una fuga massiccia dai depositi nel primo trimestre, mentre Bloomberg scriveva che la banca sta valutando la possibilità di vendere fino a 100 miliardi di dollari in asset, come parte di un piano di ristrutturazione. Il rischio che molti commentatori vedono è quello di una svendita. 

Al momento però la difficile situazione di First Republic Bank non sta contagiando altre banche regionali americane, dopo che PacWest Bancorp (+8,6%) ha comunicato che i depositi si sono stabilizzati alla fine di marzo e che c’e’ stato un “buon rimbalzo” ad aprile, allentando le preoccupazioni sulla salute del settore dopo la crisi scatenata lo scorso mese dalle chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank.

Mercati nervosi in attesa di Fed e Bce; oggi la banca svedese ha alzato i tassi dello 0,5%.

I mercati sono nervosi inoltre in attesa delle riunioni di Fed e Bce della prossima settimana. Ad orientare le scelte di Francoforte saranno anche i dati sull’inflazione europea in uscita il 28 aprile e il 2 maggio. Prosegue intanto la carrellata di governatori convinti che i tassi debbano crescere ancora, a causa di un’inflazione core persistente. L’entità del rialzo che verrà deciso il 4 di maggio e che i mercati stimano tra  25 e 50 punti base dipenderà anche dall’andamento dei prezzi che verrà reso noto nei prossimi giorni.

Oggi, sempre in Europa, è stata la banca svedese a mettere mano al costo del denaro, con un incremento dello 0,5%, che ha portato i tassi d’interesse al 3,5%. La Riksbank prevede inoltre di dover intervenire a giugno o a settembre con altri rialzi intorno a 25 punti base.

Valutario

Gli effetti della decisione di Riksbank sul mercato valutario testimoniano però la percezione di una banca svedese più accomodante delle attese. A seguito della stretta infatti la corona è andata giù dello 0,7% contro il dollaro. Eppure sul biglietto verde oggi sono tornate le vendite, dopo la fiammata di ieri. L’euro ne approfitta portando il cambio oltre 1,1.

Sono poco mossi i prezzi del greggio dopo le perdite della vigilia, mentre il gas va sempre più giù e chiude la seduta ad Amsterdam a 38,445 euro al MWH.

Piazza Affari fronteggia gli orsi con Telecom

Piazza Affari oggi fronteggia gli orsi con il rimbalzo di Telecom, dopo cinque sedute da dimenticare. Si apprezza inoltre Amplifon +1,24%, mentre il denaro ha fatto rotta su utility e petroliferi. Si parte da Tenaris +1,51% (nel giorno dei risultati trimestrali) e si prosegue con Hera +1,05% ed Eni +0,97%.
Il bilancio di giornata è pesante invece per le banche, a partire da Bper -6,77% (oggi l’assemblea ha approvato il bilancio 2022 e la distribuzione di un dividendo di 0,12 euro), Banco Bpm -5,29%, Banca Monte Paschi -4,93%. Si fanno notare i cali anche delle big, Unicredit -2% e Intesa -1,3%. Arretrano alcuni titoli industriali come Prysmian -3,15%, Cnh -1,58%, Leonardo -1,24%.

Il lusso nostrano segue l’andamento di quello dei cugini francesi e Moncler cede l’1,39%. Fuori dal paniere principale non c’è pace per la Juventus -3,32%, che tocca i minimi da febbraio. Un trader, sentito da Reuters, evidenzia come su questo titolo non ci siano investitori istituzionali e quindi si muova al ritmo dei risultati sul campo e delle indiscrezioni sulla possibile esclusione dalle coppe europee.

Spread poco mosso

Il clima è attendista sul secondario: lo spread tra Btp decennale e pari durata tedesco è indicato in chiusura a 188 punti base (-0,26%), con rendimenti rispettivamente a +4,26% e +2,38%.

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