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BORSE CHIUSURA 16 FEBBRAIO – Tenaris e Unicredit ma anche Pirelli e Tim regalano la leadership a Piazza Affari

Piazza Affari è ancora una volta la regina delle Borse d’Europa: ha cancellato tutte le perdite del 2002 ed è tornata ai livelli dell’inizio dell’anno scorso – Determinante il boom di Tenaris dopo l’utile record

BORSE CHIUSURA 16 FEBBRAIO – Tenaris e Unicredit ma anche Pirelli e Tim regalano la leadership a Piazza Affari

I prezzi alla produzione Usa di gennaio deludono e portano nuova volatilità sui mercati, perché l’inflazione corre ancora troppo forte e la banca centrale nordamericana dovrà tenerne conto. Wall Street, dopo un avvio in rosso, continua al momento a muoversi in ribasso nelle prime ore di scambi, ma i listini europei, dopo un momentaneo sbandamento, hanno resistito alle vendite per chiudere positivi grazie a una serie di trimestrali migliori delle stime.

Europa in verde guidata da Milano

Il panorama continentale è fatto oggi di molte sfumature e il verde di Piazza Affari è il più intenso: +1,16, 27.853 punti base, ai massimi da gennaio 2022, grazie al balzo di Tenaris +8,04% in seguito alla trimestrale. Hanno spinto sull’acceleratore anche Unicredit +4,26%, Pirelli +3,36% e Bper +3,12%.
Nel resto d’Europa si conferma effervescente Parigi +0,89%, in zona massimi storici, con il rally di Orange +6,5%, Airbus +4,94%, Pernod Ricard +3,41% (sui conti) e Kering +3,16%.
Sono molto più pallide Francoforte +0,18%, Londra +0,15%, Amsterdam +0,25% e Madrid +0,31%.

Il Toro scalpita, ma teme le banche centrali

Sui mercati c’è una gran voglia di acquisti, il Toro scalpita, ma i dati macro di questi giorni sembrano favorire un atteggiamento severo da parte delle banche centrali contro l’inflazione. Oggi in particolare i prezzi alla produzione Usa di gennaio hanno mostrato un incremento mensile dello 0,7% (atteso +0,4%), anche se, su base annua la corsa ha rallentato al 6% dal 6,2% del mese precedente.
Inoltre scendono di un migliaio le richieste settimanali alla disoccupazione, 194mila, contro 200mila attese, mentre soffre la manifattura dell’area di Philadelphia con l’indice sceso da -8,9 punti a -24,3, contro previsioni di -7,8; è l’ottavo dato in negativo negli ultimi nove mesi.

Per Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland, c’è poco da sperare: “I tassi d’interesse dovranno salire sopra il 5% e rimanerci per un lungo periodo. Quanto oltre il 5% dipenderà dai dati”, ma affinché non ci siano dubbi: “il ritorno alla stabilità dei prezzi sarà doloroso”.

Sul fronte europeo d’altra parte ieri la presidente della Bce Christine Lagarde ha chiarito: “a marzo alzeremo i tassi di 50 punti base, poi ci penseremo”.

Ad aprire alla speranza ha provveduto oggi Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della banca centrale europea: “Non dobbiamo guidare come un pazzo a fari spenti nella notte” nella lotta all’inflazione. “Questo non significa che non agiremo con decisione, significa che ci muoveremo con decisione nella giusta direzione”.
L’Europarlamento oggi ha raccomandato poi alla Bce di contrastare l’inflazione con maggior equilibrio. La posizione, espressa nelle raccomandazioni adottate, ha visto 376 voti favorevoli, 96 contrari e 35 astensioni.

Spread in leggero calo

Con l’animo carico di timori e speranze l’obbligazionario archivia una seduta positiva. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata chiude a 175 punti base (-1,8%). Il tasso del titolo italiano scende leggermente a +4,19%, mentre il titolo tedesco è indicato a +2,44%.
Per quanto riguarda il primario, il Mef oggi ha reso noto che la prima tranche del nuovo BTp a 30 anni è stata emessa per un importo pari a 5 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,559 corrispondente a un rendimento lordo annuo all’emissione del 4,578%.
Sul valutario l’euro-dollaro galleggia intorno a 1,068 e il petrolio azzera i guadagni della mattina e tratta sui livelli della vigilia (Brent 85,37 dollari al barile).

Piazza Affari in rally con banche e industria

Piazza Affari si conferma molto gettonata in questi primi mesi dell’anno e oggi sono andati bene i titoli industriali e le banche. A dare sprint oggi hanno contribuito i conti e le previsioni migliori delle attese di Tenaris, che ha registrato scambi vivaci.
Tornano inoltre gli acquisti sul settore bancario, dove anche Intesa si apprezza del 2,24% e fuori dal Ftse Mib, Monte Paschi +4,09%, beneficia del miglioramento dei rating da parte di Moody’s. Il settore a livello europeo beneficia anche dell’impennata di Commerzbank (+10,62%) che ha stupito con un utile trimestrale oltre le attese.

Tra le blue chip più comprate c’è Pirelli, nel giorno in cui l’azionista con il 37% del capitale, Sinochem, ha smentito il proprio disimpegno. “L’articolo di stampa secondo cui Sinochem sta valutando la cessione della sua partecipazione in Pirelli non corrisponde al vero – si legge in una nota – Sinochem non ha alcun piano di vendere la sua partecipazione in Pirelli”.

Bene Finecobank +2,76%, Telecom +2,48%, Amplifon +2,4%, Leonardo +2,25%, Iveco Group +1,99%.

I ribassi sono pochi e limitati. La blue chip peggiore del giorno è Inwit -0,81%. Segue Interpump, -0,48%, nonostante i buoni risultati del 2022 e l’outlook incoraggiante sul 2023 annunciati ieri, che hanno spinto alcuni broker ad alzare il target price (con ‘buy’ confermato per Akros ed Equita). Arretrano Enel -0,24%, Generali -0,22%, Terna -0,16%.

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