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BORSE CHIUSURA 13 MARZO: lunedì nero per banche e mercati europei. Milano la peggiore ma Wall Street svolta in positivo

Il crollo dei titoli bancari fa di Milano la peggior Borsa d’Europa – Ma Wall Street si è già ripresa e confida nell’effetto del salvataggio dei depositanti promesso da Biden e nel probabile rallentamento dei rialzi dei tassi della Fed

BORSE CHIUSURA 13 MARZO: lunedì nero per  banche e mercati europei. Milano la peggiore ma Wall Street svolta in positivo

La crisi bancaria Usa potrebbe essere il nuovo cigno nero dei mercati, ma a pagare il conto al momento sono soprattutto i listini europei, che oggi chiudono la peggior seduta da un paio di mesi a questa parte.

Piazza Affari è in coda con una perdita del 4,03%.

Si muove in territorio positivo invece Wall Street nella mattina americana, dopo un avvio molto volatile. Le banche Usa sono in ribasso e temono un effetto domino dopo la chiusura di Silicon Valley Bank e Signature Bank (il titolo di First Republic Bank è stato sospeso mentre era in calo di oltre il 66% e quello di Zions Bancorporation di oltre il 44%), ma il sentiment è risalito con le rassicurazioni di Joe Biden ai correntisti delle banche fallite e nella speranza che la Fed decida di ammorbidire i toni nei prossimi meeting. Gli analisti di Goldman Sachs, per esempio, non si aspettano più un innalzamento del costo del denaro nella riunione del 22 marzo e guardano con notevole incertezza anche al percorso successivo.

L’ipotesi di una Fed più colomba ha effetti sul dollaro, che perde quasi di un punto percentuale contro le principali valute. L’euro ritrova un cambio oltre quota 1,07.

Il quadro allarma anche il petrolio, che arretra ulteriormente dopo le perdite della scorsa ottava. Brent -0,63%, 82,26 dollari al barile; Wti -1,21%, 75,75 dollari al barile.

Si ferma il recupero del gas ad Amsterdam, che scende nuovamente sotto i 50 euro euro al Mwh.

Europa in profondo rosso con le banche; Piazza Affari è la peggiore

Per l’Europa la giornata è da dimenticare. Il rosso è particolarmente acceso a Piazza Affari, che riavvolge il nastro fino a 26.183 punti base, a causa del grande numero di titoli finanziari presenti sul listino. D’altra parte, sono state proprio le banche le grandi protagoniste del rally di inizio anno, con guadagni a due cifre percentuali per la maggior parte delle loro azioni.

Tra le peggiori blue chip del giorno ci sono Bper -9,51%, Unicredit -9,01%, Banco Bpm -8,09%, Banca Mediolanum -7,76%, Finecobank -6,32%, Intesa -6,1%. Nel settore oil continua la svendita di Saipem -7,29%. Intercettano invece i favori degli investitori titoli considerati difensivi come le utility, Italgas +1,05%, Snam +0,57%, Terna +0,61%. Mantiene di un soffio il segno più Leonardo, +0,09%, ancora in scia ai conti.

Le vendite nel settore creditizio pesano violentemente anche su Madrid -3,55%, Francoforte -3,08%, Parigi -2,9%, Londra -2,6%, Amsterdam -2,12%. Tra i titoli peggiori la svizzera Credit Suisse (-9,58%), che ha toccato nuovi minimi, la tedesca Commerzbank (-9,89%), la francese Société Générale (-3,41%), la spagnola Sabadell (-11,37%), la britannica Hsbc (-4,05%).

L’Europa insomma non ha beneficiato oggi della prospettiva di una banca centrale Usa più cauta, in attesa della riunione della Bce di giovedì, che a sua volta potrebbe decidere di limitarsi a un aumento dei tassi di 25 punti base. Molte autorità continentali inoltre hanno cercato in giornata di mandare messaggi rassicuranti a partire dal commissario UE all’economia, Paolo Gentiloni, secondo il quale in Europa “c’è la possibilità di un contagio indiretto, ma al momento non lo consideriamo un rischio specifico”. La Commissione UE ha chiarito che Svb ha una presenza limitata nell’Unione europea, anche se sta monitorando la situazione. Moody’s infine considera la riduzione del valore dei titoli in Borsa oggi moderato e per di più temporaneo.

In rally i titoli di Stato. Sale lo spread

Un effetto uguale e contrario rispetto all’azionario si registra oggi sui titoli di Stato, che mostrano rendimenti in calo sia in Europa sia negli Usa.

Per quanto riguarda i T-bond, il titolo a due anni sta registrando la maggior flessione dalla sessione successiva al Black Monday del 1987 e il suo rendimento è al momento di poco superiore al 4%, con un calo di circa 55 punti base rispetto alla chiusura di venerdì. La scorsa settimana il tasso del titolo era salito oltre il 5%, ai massimi dal 2006.

In Europa gli acquisti si sono diretti soprattutto verso i titoli di Stato francesi e tedeschi.

Anche la carta italiana chiude una seduta di acquisti e il rendimento del decennale arretra al 4,07% (dal 4,19% di venerdì), ma il Bund di pari durata fa meglio con un tasso al 2,25% (dal 2,47%), per uno spread che sale a 181 punti base (+4,94%).

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