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Borse avanti tutta, grazie all’asse Parigi e Berlino. Accordo in vista su estensione Efsf

Listini europei positivi sulla scia delle indiscrezioni sull’accordo che Sarkozy e la Merkel avrebbero trovato per incrementare il raggio d’azione del fondo di salvataggio della zona euro (Efsf) – Le speranze nell’intesa cancellano gli effetti negativi della bocciatura della Spagna da parte di Moody’s – Piazza Affari scommette su Lottomatica e Ansaldo

Borse avanti tutta, grazie all’asse Parigi e Berlino. Accordo in vista su estensione Efsf

BORSE AVANTI TUTTA GRAZIE ALLA LEVA PARIGI-BERLINO
PIAZZA AFFARI SCOMMETTE SU LOTTOMATICA E ANSALDO

Borse positive in tutta Europa, sostenute dalle indiscrezioni, riportate dal quotidiano inglese The Guardian, secondo cui Francia e Germania avrebbero raggiunto un accordo per incrementare il raggio d’azione del fondo di salvataggio della zona euro (Efsf) dagli attuali 440 miliardi a oltre 2000 miliardo grazie all’effetto leva. A Milano l’indice FtseMib sale dell’1,56%% a quota 16.219 punti, con rialzi diffusi in tutti i settori. In particolare avanza Lottomatica (+5%) dopo gli ottimi dati sulla crescita delle giocate del Lotto a settembre. Ansaldo guadagna il 5,2% su rinnovate attese di una prossima cessione e la controllante Finmeccanica sale del 2,2%.

Londra segna +1,06%, Parigi sale dello 0,96%, Francoforte +1,36%. La notizia positiva di un eventuale accordo fra Parigi e Berlino sembra cancellare gli effetti negativi sul mercato della bocciatura della Spagna da parte di Moody’s. L’agenzia di rating ha tagliato il rating sul Paese di due notch – da ‘AA2’ ad ‘A1’ – con un outlook negativo che riflette “rischi di uteriore escalation della crisi della zona euro”. La Borsa di Madrid sale dello 0,5%.

L’euro si è apprezzato stamattina tornando sopra quota 1,38 contro il dollaro, da 1,375 della chiusura di ieri sera. Sul mercato dei titoli di Stato, il Btp conferma i rendimenti di ieri sera al 5,87%. Lo spread con il Bund si riduce leggermente a 383 punti base (da 387 di ieri sera), grazie all’innalzamento del rendimento del titolo tedesco. Il petrolio Wti è balzato ieri sera del 2,3% a 88,5 dollari al barile e stamattina consolida la posizione a 88,4 dollari. Positiva Eni +1,1%, Saipem sale dell’1,7% dopo essere stata inserita da Morgan Stanley nell’elenco dei titoli preferiti. Fra le banche, Intesa sale dell’1,6%, Banco Popolare +0,7%, Unicredit scende dello 0,7%, al pari di MontePaschi.

Positive le assicurazioni: Generali +1,8% e Fondiaria-Sai +0,4%. Dopo un avvio positivo, si è fermato il rialzo del settore automotive, ieri in forte crescita: Fiat Industrial-0,9%, Pirelli -1%.

MARCHIONNE: IL 2012 NON SARA’ UN GRANDE ANNO
CITIGROUP SCEGLIE TELECOM ITALIA PER IL TRADING

Fiat scende dell’1% a 4,74 euro in una mattinata molto volatile per il titolo. Poco fa l’ad del gruppo, Sergio Marchionne, ha confermato gli obiettivi per il prossimo anno e ribadito che il target “finale” resta la fusione con Chrysler, senza specificarne la tempistica. Il merger con la casa automobilistica Usa, ha precisato il ceo, non è una priorità in questo momento. Malgrado il 2012 non sarà “un grande anno” per l’auto in Europa, Marchionne non vede nessuna necessità di rivedere le stime del gruppo. Il numero uno ha detto che non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia ed escluso un taglio dell’occupazione. Quanto ai recenti rumors sulla controllata Cnh, Marchionne ha ribadito che la società Usa non è in vendita.

Finmeccanica rimbalza del 2,2%. Ieri Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Finmeccanica, che controlla il 40% di Ansaldo Sts, ha ribadito in maniera molto netta che il suo intento è vendere le attività civili del gruppo. In particolare Orsi si riferiva a Breda, società non quotata controllata integralmente da Finmeccanica, che produce materiale rotabile ed è cronicamente in perdita. “Per queste attività o troviamo un partner che le renda eccellenti, o chiudiamo”. Ma la sensazione è che per potere vendere la poco appetibile Ansaldo Breda, Finmeccanica dovrà confezionare un “pacchetto unico” che comprenda il “gioiellino” Ansaldo Sts, una delle società leader a livello mondiale nel segnalamento ferroviario e le sue attività fanno gola a diversi gruppi internazionali che si sono già fatti avanti con Finmeccanica, dall’americana General Electric alla canadese Bombardier, dalla tedesca Siemens alla francese Alstom.

Telecom Italia sale dell’1,5% dopo che Citigroup ha segnalato la compagnia telefonica italiana tra i tre titoli del settore tlc su cui puntare nel breve periodo, le altre due sono Virgin Media e Freenet. Telecom Italia ha toccato il 12 settembre il minimo degli ultimi 12 mesi e da quel livello ha guadagnato il 23%. Grazie al rimbalzo dell’ultimo mese, il titolo si è allontanato dai livelli critici al di sotto dei quali Telco, la holding che detiene il 22,5% del gruppo, è tenuta ad integrare, aumentandolo, il pegno con le banche finanziatrici. L’accordo prevede che Telco debba versare del cash, o aumentare il numero delle azioni Telecom Italia date in pegno, se il titolo si mantiene mediamente intorno a 75 centesimi di euro in un arco temporale di 25 sedute.

Dopo la frana seguita alla presentazione del nuovo piano industriale prova a riprendersi Diasorin +0,7%. Stamattina Ubs ha detto che il giudizio sul titolo resta buy, premiando la trasparenza della strategia di lungo periodo. Il target price è stato abbassato a 34 da 38 euro. Unicredit ha tagliato il prezzo obiettivo a 34 euro, dai precedenti 43 euro, considerando però eccessiva e ingiustificata la recente correzione. Exane Bnp Paribas ha tagliato il target price del 14% a 30 euro con un giudizio neutral e sottolinea i rischi associati allo sviluppo di nuovi prodotti/mercati. Giudizio cauto anche da parte di Jefferies, che ha mantenuto la raccomandazione hold, tagliando il target price a 29 euro da 35 euro.

Le politiche di sostegno all’economia varate dai principali Stati europei non sono servite a nulla, ha sostenuto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Non abbiamo dovuto salvare le banche, non abbiamo potuto dare sostegno all’economia perché non avevamo soldi dovendo contenere il debito. Una felix culpa, i sostegni non sono serviti a nulla”, ha detto Tremonti analizzando le differenze nella politica di gestione della crisi economica tra Italia e altri Paesi europei. “Tutta Europa sta piegando verso politiche di rigore nei conti pubblici. Questa è fondamentalmente la nuova struttura, la nuova filosofia europea”, ha aggiunto il ministro intervenendo a Ostia all’inaugurazione dell’anno di studi della scuola tributaria della Guardia di finanza. Tremonti in questi giorni è tornato nel mirino dei colleghi ministri per la sua politica di rigore nei conti pubblici. Molti ministri ritengono che il rilancio dell’economia passi attraverso il ricorso alla spesa pubblica e premono sul titolare dell’Economia perché allarghi i cordoni della borsa in vista del varo del decreto sviluppo.

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