Seduta positiva per Piazza Affari, che ha iniziato il mese di settembre col piglio giusto: trascinato soprattutto dal rally di Mps e Mediobanca, e in generale dai titoli bancari, l’indice Ftse Mib di Milano chiude in rialzo dello 0,68%, riconquistando quota 42.000 punti base. Svettano come detto le due banche, dopo l’ufficialità dell’acquisto di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena: la prima chiude guadagnando il 6,25%, la seconda il 5,9%, e sono seguite da Popolare Sondrio con il 2,85%, da Bper col 2,4%, da Intesa Sanpaolo con l’1,4%, e da Unicredit con un più tiepido 0,75%. I peggiori titoli in controtendenza sono risultati essere Campari -2,4%, Interpump -2%, Stm -1,7% e Amplifon -0,9%.
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Parigi regge, ma lo spread francese subisce l’aggancio di quello italiano
Oggi però l’osservato speciale dei mercati era ancora la Francia, in piena crisi politica, sociale e finanziaria. In attesa di un probabile declassamento del debito da parte delle agenzie di rating alla fine di questa settimana, dopo la caduta del premier François Bayrou, sfiduciato dal Parlamento, la Borsa di Parigi regge l’urto guadagnando lo 0,2%, ma aveva già metabolizzato la crisi perdendo molto nelle ultime settimane. E’ stata invece una giornata significativa sul fronte degli spread, col materializzarsi di un aggancio che da qualche tempo era nell’aria: il differenziale tra il Btp decennale italiano e il Bund tedesco è ormai pari a quello franco-tedesco. Oggi lo spread Btp Bund è sceso a 84 punti col rendimento italiano al 3,51%, praticamente lo stesso di quello dell’OAT francese. Gli altri listini europei sono contrastati ma nessuno va bene come Milano: Londra è sui livelli di Parigi mentre Francoforte chiude addirittura in rosso, -0,3%.
Wall Street cauta in attesa di inflazione e Fed
Seduta cauta per Wall Street, in attesa dei dati sull’inflazione Usa che arriveranno tra mercoledì e giovedì, e soprattutto dell’appuntamento cruciale della settimana prossima, quando la Federal Reserve si riunirà e secondo le attese dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base, dando verosimilmente ulteriore spinta alle Borse. Il Dow Jones a metà seduta negli Stati Uniti guadagna lo 0,3%, il Nasdaq è ancora più timido e oscilla sulla parità, e lo stesso fa lo S&P 500. Caso finanziario del giorno oltre oceano è Teck Resource, che guadagna oltre il 14% sul NYSE in scia alla notizia di una fusione alla pari con Anglo American. L’operazione porterà alla nascita di Anglo Teck, colosso canadese dei minerali critici e tra i primi cinque produttori mondiali di rame, con un’esposizione al metallo rosso superiore al 70%.
Petrolio, oro e euro/dollaro
Sul fronte delle materie prime e del mercato dei cambi, le notizie sono le seguenti. E’ in rialzo il petrolio, con il Wti che sale dello 0,74% a 62,73 dollari al barile e il Brent dello 0,73% a 66,5 dollari. Non si ferma l’oro, che aggiorna ulteriormente i massimi storici, con il contratto spot che ha toccato un picco di 3.659,38 dollari e si attesta ora a 3.642 dollari l’oncia e il future che ha toccato i 3.655 dollari ed è ora in aumento dello 0,21% a 3.645 dollari. Sul valutario, l’euro resta forte sopra 1,17 dollari, passando di mano a 1,176 (da 1,1758 alla chiusura precedente).