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BORSA ULTIME NOTIZIE: prezzo del gas torna sotto i 100 euro, Borse in rialzo nonostante i segnali di recessione

Dal 14 ottobre il prezzo del gas è calato di circa il 30%, le Borse accelerano nonostante i segnali di recessione – In forte ribasso lo spread, giù anche i rendimenti

BORSA ULTIME NOTIZIE: prezzo del gas torna sotto i 100 euro, Borse in rialzo nonostante i segnali di recessione

Il prezzo del gas naturale è sceso sotto i 100 euro sulla Borsa di Amsterdam, un livello che non si vedeva dallo scorso giugno, mentre la sterlina si apprezza in vista della nomina a primo ministro del Regno Unito di Rishi Sunak, ormai data per certa dopo il ritiro di Boris Johnson dalla corsa alla leadership del partito conservatore e dunque alla premiership. Giornata positiva anche per l’obbligazionario, con il rendimento del Btp decennale in discesa rispetto al closing di venerdì e lo spread sul bund che si raffredda.

In questo contesto, le Borse europee corrono, nonostante lo spettro di una recessione ormai inevitabile e i dati negativi del Purchasing Managers’ Index (indice Pmi) su manifattura e servizi.

Il prezzo del gas torna sotto i 100 euro

Alle 12 di oggi, il prezzo del gas si attesta a quota 99 euro al megawattora (-12,8%) dopo aver toccato un minimo di 98,39 euro al MWh. Un livello così basso non si vedeva da quattro mesi. In dieci giorni, dalla chiusura del 14 ottobre, le quotazioni hanno perso il 30% circa. In forte calo anche le quotazioni a Londra, dove per singola unità termica (Mbtu) vengono chiesti 176,5 penny, il 13,53% in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso.  

I mercati continuano dunque a festeggiare l’accordo fissato venerdì da Bruxelles, apprezzando gli sforzi dell’Ue di far fronte comune per frenare i rincari. A contribuire al ribasso c’è poi la riduzione della domanda dovuta alle temperature più calde del solito questo autunno e alle abbondanti forniture di Gnl. I siti di stoccaggio del gas in Europa sono pieni per oltre il 92% e il tasso di stoccaggio della Germania ha raggiunto il 96%.

Sale la sterlina dopo la ritirata di Johnson: Sunak premier già oggi

Sul mercato valutario si segnala il recupero della sterlina, salita a quota 1,1349 dollari dai 1,1206 di venerdì sera. A spingere al rialzo la valuta inglese è il ritiro di Boris Johnson alla corsa alla premiership, che spiana la strada a Rishi Sunak che già stasera potrebbe diventare il nuovo primo ministro del Regno Unito. Una figura gradita ai mercati che sembrano disposti a concedere nuovamente un po’ di fiducia a Londra dopo il terremoto causato dalle politiche fiscali di Liz Truss. 

Frena lo yen, che si attesta a 149,16 dollari dopo le indiscrezioni relative a un nuovo maxi intervento della Bank of Japan per rafforzare la valuta giapponese simile a quello che sarebbe avvenuto venerdì. Il cambio euro dollaro è invece a 0,9845 (0,9807 venerdì).

Si raffredda lo spread 

Il differenziale tra Btp e Bund scende a quota 225 punti base (-3,92%) contro i 232 della chiusura di venerdì, segno che in mercati hanno già scontato l’insediamento del nuovo Governo a Palazzo Chigi e attendono di vedere quali saranno le prossime mosse prima di muoversi. Viaggia in ribasso anche il rendimento del BTp decennale benchmark che, dopo aver aperto la seduta al 4,62%, a metà mattinata è al 4,701%, contro il 4,77% di venerdì.

La corsa sfrenata verso la nuova premiership sta spingendo in basso anche i rendimenti dei titoli di Stato inglesi: il decennale rende il 3,90%, il 2 anni il 3,47%.

Le Borse europee in rialzo nonostante i segnali di recessione 

Si intensifica ad ottobre la contrazione economica dell’Eurozona. Dalla lettura dei dati preliminari “flash” l’indice S&P Global Pmi composito è diminuito da 48,1 di settembre a 47,1 di ottobre. A guidare la contrazione è stato il manifatturiero, i cui livelli produttivi sono diminuiti per il quinto mese a 46,6 (da 48,4) ad un tasso di ribasso mai visto da luglio 2012, ad eccezione del periodo pandemico. Anche l’attività terziaria è crollata e per il terzo mese consecutivo a 48,2 (da 48,8), segnando un valore di contrazione mai visto da maggio 2013, escludendo di nuovo i periodi di chiusure per pandemia.

“Considerato il calo maggiore della produzione e il peggioramento della domanda osservato ad ottobre, l’economia dell’eurozona pare sia destinata a contrarsi durante il quarto trimestre, aggiungendo speculazioni di una sempre più inevitabile recessione – ha affermato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence commentando i dati del PMI flash -. Malgrado il Flash PMI di ottobre sia rimasto coerente col crollo modesto del PIL dello 0,2%, la domanda è calata notevolmente e le aziende hanno espresso una crescente preoccupazione sul livello elevato delle giacenze e le vendite più basse rispetto alle aspettative, soprattutto con l’approssimarsi dell’inverno. I rischi sono quindi rivolti ad un ribasso destinato ad accelerare verso la fine dell’anno”.

In questo contesto, dopo una mattinata in altalena e la chiusura al ribasso delle Borse Cina, le Borse europee tornano sulla strada dei rialzi e a metà giornata sono tutte sopra l’1%: Francoforte e Parigi segnano +1,1%, mentre Madrid sale dello 1,4%. Sulla parità Londra.

Da segnalare in Europa la trimestrale di Philips. Il gruppo olandese ha registrato una perdita netta di 1,3 miliardi di euro nel terzo trimestre, principalmente a causa di un grosso addebito per un enorme richiamo di macchine per la respirazione dell’apnea notturna difettose, e ha annunciato il taglio di 4.000 dipendenti. 

I migliori e i peggiori a Piazza Affari

Anche il Ftse Mib, segue lo stesso andamento e a metà giornata si muove in rialzo di oltre l’1% a 21.843 punti trainato dalle performance della maglia rosa Telecom Italia, che sale del 3% in vista del Cda di mercoledì sui tempi dell’offerta di CdP per la rete. A fare da assist alle azioni contribuisce inoltre la promozione giunta dagli analisti di Banca Akros a “buy”. Tra i migliori Campari (+2,9%), Recordati (+2,76%) e Pirelli (+2,67). Acquisti su Saipem (+2,27%) nonostante il ribasso del Brent (-1,4% a 92,19 dollari al barile). 

Viaggiano in rosso invece Cnh (-1,67%), Amplifon (-1,53%), Moncler (-1,26%), e Leonardo (-0,87%).
Fuori dal FtseMib, WeBuild sale del 3% grazie alla nuova commessa in Romania per un lotto della linea ferroviaria che collegherà Cluj-Napoca a Episcopia in Romania. Si tratta della tratta da Alesd fino alla frontiera con l’Ungheria e il valore complessivo è di circa 490 milioni. Webuild è leader del consorzio realizzatore con una quota del 50%, insieme a Pizzarotti (30%) e Salcef (20%).

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