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BORSA ULTIME NOTIZIE: Bond sotto pressione. Btp decennale oltre il 4,7%, spread a 246, Piazza Affari in rosso

Mercato obbligazionario ancora sotto pressione e i Btp non fanno eccezione – In ribasso tutte le Borse e Piazza Affari perde oltre l’1%: Azimut, Leonardo e Tenaris i titoli più venduti

BORSA ULTIME NOTIZIE: Bond sotto pressione. Btp decennale oltre il 4,7%, spread a 246, Piazza Affari in rosso

I mercati finanziari europei archiviano una seduta volatile, dominata dal nervosismo per le vendite sui titoli di Stato, con i dati macro statunitensi e le banche centrali sul piede di guerra contro l’inflazione. Piazza Affari è in rosso, -1,27% (20.466 punti base) ma vola Mps (+10,07%), poiché il mercato scommette sul successo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Il resto dell’azionario europeo vede Madrid in maglia nera, -1,3% e perdite frazionali ad Amsterdam -0,81%, Parigi -0,25%, Francoforte -0,37%.

Fuori dalla zona euro resta basso il morale di Londra, -0,9%,

Oltreoceano Wall Street, dopo un avvio incerto, si muove in cauto rialzo in attesa della pubblicazione, in giornata, dei verbali dell’ultima riunione della Fed e del dato sull’inflazione in uscita domani. La domanda che tiene con il fiato sospeso gli investitori è: quanto lontano sarà pronta a spingersi la banca centrale Usa sul rialzo dei tassi?

In Europa la presidente della Bce Christine Lagarde ribadisce che l’aumento dei tassi d’interesse è la soluzione più appropriata per combattere l’inflazione ed Eurotower ha avviato una discussione su quando iniziare il quantitative tightening, vale a dire il ritiro del programma lanciato quando la grande sfida da combattere era quella della deflazione. Per il presidente della banca centrale olandese Knot in eurolandia ci vogliono almeno altri due rialzi significativi.

Sul mercato valutario l’euro si conferma in area 97 centesimi contro il dollaro.

La forza del biglietto verde penalizza le materie prime. Il petrolio tipo Brent arretra del 2% circa a 92,35 dollari al barile, anche perché l’Opec ha rivisto al ribasso la crescita della domanda mondiale nel 2022 di 0,5 milioni di barili al giorno.

Il prezzo del gas a metà giornata si muoveva intorno a 158 euro al megawattora (+1,2%), mentre Putin si diceva pronto a far ripartire il Nord Stream 2, attraverso la Turchia, ma avvertendo che non darà gas a chi mette un tetto e mandando così un messaggio ai ministri Ue dell’energia riuniti a Praga.

Germania e Olanda in un documento non ufficiale hanno messo nero su bianco le loro proposte, dove si parla di acquisti comuni di gas per gli stoccaggi, di una diplomazia energetica più coordinata con partner affidabili, di una ulteriore riduzione della domanda, di un indice più rappresentativo, ma su base volontaria, al Ttf.

Piazza Affari nervosa, vola Mps ma le blue chip soffrono

Piazza Affari ha sbandato più volte in direzioni opposte nel corso della seduta, per chiudere con quasi tutte le blue chip in rosso. Fuori dal listino principale vola però Mps. Secondo l’Ansa, Anima Holding (-3,87%) è intenzionata a convocare, nel più breve tempo possibile e compatibilmente con i tempi tecnici richiesti dall’istruttoria, un cda per deliberare il suo intervento nella ricapitalizzazione.

Sul Ftse Mib a soffrire di più sono i titoli delle società del risparmio gestito: Azimut -5,6%, Finecobank -3,83%, Banca Moediolanum -2,68%.

Le vendite hanno colpito gli oil service: Tenaris -4,69% e Saipem -4,05%.

Chiude in netto ribasso Leonardo -4,72%.

Nella zona verde del listino si trovano solo quattro titoli: Moncler +2,77%, Pirelli +0,44%, Campari +0,38%, Banco Bpm -0,08%.

Sale lo spread; rendimento Bot ai massimi da 10 anni; svendita di titoli di Stato britannici

Chiude in rosso il mercato secondario dei titoli di Stato, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco cresce a 246 punti base (+3,48%) e i tassi continuano a salire pericolosamente: +4,79% per il Btp; +2,34% per il Bund.

Nell’asta odierna di sei miliardi di euro di Bot 13 ottobre 2023 il rendimento è salito al livello più alto da oltre dieci anni: 2,532%, top da agosto 2012, rispetto al 2,091% registrato nel collocamento di metà settembre.

Le cose non vanno bene neppure nel Regno Unito dove i Gilt ventennali sono saliti oltre il 5% e quelli a 10 anni hanno toccato livelli record, al 4,57% per poi ridimensionarsi leggermente al 4,5%.

A innescare quest’ondata di vendite sui titoli di Stato britannici l’annuncio della banca centrale inglese di chiudere venerdì il programma di sostegno, dopo che ieri il Financial Times aveva scritto che il programma di emergenza di acquisto di bond da 65 miliardi di sterline poteva essere prolungato. Sembrava rafforzare questa ipotesi ieri la decisione della BoE di intensificare il suo intervento per l’acquisto di Gilt e obbligazioni indicizzate all’inflazione.

Prezzi alla produzione Usa superiori alle attese

A condire la giornata di ulteriore malumore hanno contribuito i dati sui prezzi alla produzione Usa nel mese di settembre, cresciuti oltre le attese. Un andamento che non promette nulla di buono in chiave inflazione in vista dell’andamento dei prezzi al consumo che usciranno domani.

I prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,4% rispetto ad agosto (atteso +0,2%) e dell’8,5% rispetto a un anno prima (contro stime di +8,4%). Per il dato core (privo degli elementi più volatili come alimentari, energetici e servizi commerciali) gli incrementi sono rispettivamente +0,4% e +5,6%.

Dalla zona euro invece le notizie macro uscite in mattinata erano buone: ad agosto la produzione industriale è salita oltre le attese, dell’1,5% su base mensile e del 2,5% su base annua.

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