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Borsa, maggio promette record. Trimestrali dei Big al via

Equita spinge sull’acceleratore e prevede un mese alla carica per Piazza Affari. Tris d’assi con Enel, Intesa e Stellantis in settimana – Stagione di grazia per le banche che viaggiano ai massimi. Resta l’incognita debito pubblico visto il rialzo dei Btp ma il clima è migliorato

Borsa, maggio promette record. Trimestrali dei Big al via

“Italia, se non ora quando?”. A suonare la carica per Piazza Affari è nientemeno che Equita, il broker più presente sul listino italiano, testimone di tutte le false partenze che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del mercato di casa nostra, inchiodato al pari dell’economia ai valori dello scorso millennio dalla crisi più lunga da più di un secolo. Ma adesso, complici l’arrivo dei fondi Ue e la carica dei vaccini anti Covid -19, il vento della ripresa che soffia dagli Stati Uniti potrebbe importare dalle nostre parti il reflation trade, cioè crescita più elevata abbinata ad “un’inflazione strutturalmente più alta che possa proseguire continuando a guidare i mercati azionari”.

Vale la pena forse di rovesciare le pillole di saggezza tradizionale seminate da Wall Street: stavolta niente “sell”, semmai è il caso di “buy in may” per cogliere a tempo il consiglio che arriva da oltre Oceano. Un incoraggiamento arriva dall’indice della manifattura, salito stamane a quota 60,7 da 59,8 a testimonianza che la ripresa, pur moderata, prosegue e gratificare con qualche lieta sorpresa i conti delle nostre società principali che vantano in media prezzi inferiori ai concorrenti europei e Usa. 

Resta l’incognita del debito pubblico, vista la tensione al rialzo dei Btp con uno spread che ha superato i 111 punti. Ma per i tecnici in fenomeno è legato alla politica aggressiva del Tesoro che ha accelerato i collocamenti per anticipare il probabile rialzo generalizzato dei rendimenti previsto a fronte dell’aumento delle richieste del Tesoro Usa.

La prudenza, insomma, resta d’obbligo viste le tante fragilità nostrane, ma non manca molto per aver modo di verificare sul campo la consistenza dell’ottimismo che fa capolino anche presso osservatori in genere cauti. Il primo banco di prova saranno i conti dei tre Big che da soli valgono quasi un terzo della capitalizzazione del mercato italiano: Enel, Intesa e Stellantis. 

Il 5 maggio, in particolare, sarà la volta di Intesa (+0,47% a 2,33 euro) che farà da battistrada alle altre trimestrali del settore (il 6 daranno i conti Unicredit e Banca Bpm).  Nell’attesa dei numeri, il mercato vive una stagione di grazia: l’Indice Ftse delle Banche italiane apre la settimana con un rialzo dell’1% e si muove a un passo dai massimi degli ultimi tredici mesi. E’ il settimo rialzo consecutivo, sostenuto tra l’altro dalla risalita dei rendimenti di mercato. La nota più negativa arriva dalla Banca d’Italia che nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria sottolinea che il principale rischio deriva dal peggioramento della qualità dell’attivo, che potrebbe generare nel biennio 2021-2022 perdite su crediti per circa 9 miliardi di euro. Ma stamane il vicepresidente della Bce De Guindos rileva che i timori di qualche mese fa si sono ridimensionati.

Gli operatori, in attesa che l’istituto guidato da Carlo Messina, eroghi i ricchi dividendi già previsti, guardano alle prossime mosse della banca leader del Paese, con una quota di mercato del 21%. Il Ceo ha già anticipato di non veder possibili nuove mosse sul mercato interno, perciò si guarda ad operazioni che possono rafforzare la presa dell’istituto sul mercato del gestito e delle polizze nonché mosse sul fronte europeo.   

Ma non è il caso di sedere sugli allori: Mario Orcel, neoamministratore di Unicredit, nell’incontro con i sindacati ha sottolineato che tra le prime missioni dell’istituto c’è quella di recuperare posizioni rispetto ad Intesa.

Tempo di conti anche per Stellantis +1,3% investita, come le altre big del settore, dalla crisi di approvvigionamento dei chips. Da oggi per l’intesa settimana resterà chiuso per mancanza di componenti lo stabilimento di Melfi. Ma la vera emergenza riguarda gli Usa: il gruppo guidato da Mike Manley prevede per l’inizio estate il lancio di nuove jeep a partire dal Wagoneer e dal Grand Suv Wagoneer, il prodotto di punta della casa per intercettare i consumi della platea dei consumatori arricchiti dai sostegni versati da Washington. Ma la grande festa minaccia di essere guastata dalla penuria di chips che potrebbe ritardare le consegne. In Europa peraltro il gruppo, primo nelle vendite a marzo, ha i numeri giusti per intercettare la ripresa della domanda. Primo test stasera con i risultati di aprile in Italia

Infine Enel, il peso massimo che da sola rappresenta più del 15% di Piazza Affari. Il colosso arriva al test dei conti dopo aver ceduto, con ottima plusvalenza, il 10% di Open Fiber a Cdp al prezzo di 530 milioni, corrispettivo determinato sulla base dei 2,65 miliardi offerti da Macquarie per il 50% dell’operatore della fibra ottica e comprensivo dello shareholder loan concesso a Open Fiber. L’aumento dei tassi di interesse è sulla carta destinato a pesare sulla più importante utility europea. Ma le prospettive di crescita della green economy giocano a favore della società di Francesco Starace, una dei leader dell’energia rinnovabile, appena ammessa nell’indice clean energy di Standard & Poor’s.

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