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Borsa, l’aggravarsi della recessione frena Piazza Affari

Il peggioramento delle prospettive macroeconomiche, evocate da Confindustria, zavorra la Borsa italiana, anche se titoli farmaceutici e delle tlc vanno in controtendenza – In ripresa anche Exor

Borsa, l’aggravarsi della recessione frena Piazza Affari

La recessione tiene al guinzaglio le Borse, che stentano a recuperare nonostante il rally del petrolio. La chiusura dei listini europei è contrastata e Piazza Affari fallisce il rimbalzo, -0,9%,16.852 punti base. Gli acquisti premiano il settore farmaceutico e recupera la galassia Agnelli, ma le tensioni Usa-Cina penalizzano i titoli tecnologici e le banche sono deboli. Nel resto d’Europa: Francoforte +1,17%, Parigi +0,11%; Madrid -1,03%; Londra +1,06%

È in perdita Wall Street, stonata fin dall’avvio, fiaccata dai dati macroeconomici e dalla guerra fredda con la Cina. Negli Usa le vendite al dettaglio di aprile sono crollate del 16,4% contro aspettative di -12,3%; la produzione industriale ha segnato -11,2%, peggior calo di sempre. Intanto un decreto del governatore Andrew Cuomo di ieri ha prolungato il lockdown nella città di New York fino al 13 giugno.

Male la zona euro, con il dato del Pil trimestrale: -3,8% rispetto al trimestre precedente, -3,2% su base annua. Il stop alle produzioni ha fatto danni anche in Germania: -2,2%. In maglia nera la Francia -5,8%, seguita da Slovacchia -5,4% e Spagna -5,2%; -4,7% l’Italia.

Per il Belpaese Confindustria ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita sull’intero anno. La nuova stima è -9,6%, da -6% stimato a fine marzo. 

In chiaroscuro sono le notizie provenienti da Pechino: la produzione industriale cinese è cresciuta del 3,9% annuale ad aprile, anche se i consumi sono rimasti deboli. La notizia ha spinto gli acquisti sul petrolio, che si muove in rialzo: Il greggio texano si apprezza del 4,9% e scambia a 28,9 dollari al barile; il Brent +2,1%, 31,79 dollari al barile.

A rivelare il pessimismo degli investitori è la corsa dell’oro, che in questo momento si muove in crescita oltre il 1755 dollari l’oncia.

Sul mercato valutario il dollaro accusa il colpo dei dati macro. L’euro recupera e il cross è intorno a 1,0817.

Debole il secondario italiano: lo spread fra Btp 10 anni e Bund sale a 237 punti base (+1,19%) e il rendimento del titolo tricolore ritocca al rialzo a 1,84%.

Da segnalare che lunedì 18 maggio prenderà il via il collocamento della prima emissione di Btp Italia per il 2020: è la sedicesima tranche per il titolo indicizzato all’inflazione dedicato ai piccoli risparmiatori ed è interamente destinata a finanziare le spese dell’emergenza Covid-19. Questa emissione prevede una scadenza per la prima volta a 5 anni e un premio fedeltà pari all’8 per mille (il doppio rispetto alle precedenti emissioni) per coloro che acquistano il titolo all’emissione e lo detengono fino a scadenza, nel 2025. Il tasso reale annuo minimo garantito è stato determinato all’1,4%, mentre il tasso reale annuo definitivo verrà comunicato il 21 maggio, prima dell’apertura della seconda fase. 

In Piazza Affari la colonna delle blue chip più vendute si apre con Stm, -2,92%; seguita Banca Mediolanum -2,27%; Leonardo, -2,19%, dopo il brusco calo di ieri, penalizzato dalla decisione di Morgan Stanley di tagliare il prezzo obiettivo a 6,4 euro da 6,75 euro precedente; Enel -2,09%.

Gli acquisti premiano Recordati +6,05%; Diasorin +4,07%; Exor +3,13%; Nexi +2,56%. Bene Atlantia, +1,05%, nella prospettiva di un ritorno alla libera circolazione in tutto il Paese a partire dal 3 giugno. Nel corso della seduta si è leggermente ridotto l’appetito su Telecom, +0,75%, riacceso dalla trattativa di Bt per cedere Openreach. Una prospettiva che rilancia l’ipotesi di una rete unica anche in Italia.

Si ricorda infine che lunedì numerose società quotate a Piazza Affari staccano le cedole (fra le blue chip A2a, Buzzi, Azimut, Eni, Generali, Italgas, Prysmian, Recordati e Saipem) e quindi quella di oggi era l’ultima seduta per posizionarsi sul fronte dividendi. 

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