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Borsa in rosso sotto il peso di tassi e manovra, spread su

Il prossimo rialzo dei tassi Usa e il braccio di ferro tra Italia e Ue sulla manovra di Bilancio deprimono i listini a metà giornata. Il differenziale Btp-Bund risale oltre 300 punti – Tim e Leonardo affondano dopo i conti – Banche deboli, lusso sotto pressione con Tod’s e Moncler – Contrastate le utility

Borsa in rosso sotto il peso di tassi e manovra, spread su

La conferma del prossimo aumento dei tassi Usa e, soprattutto, le indicazioni in arrivo da Bruxelles sulla sempre più probabile apertura di una procedura d’infrazione a carico dell’Italia contribuiscono all’andamento negativo dei listini, anticipata all’alba dal netto ribasso dell’Asia. La Borsa di Milano guida i ribassi europei: -1,3%, poco sopra 19.100 punti. In rosso anche Parigi, Francoforte e Madrid con cali inferiori all’1%. Londra perde lo 0,6%

Cresce la tensione sui Btp, mentre si accende lo scontro tra governo italiano e UE. Il Btp a dieci anni tratta a 3,44%, con lo spread che risale nuovamente oltre la soglia dei 300 punti base.

“In questi giorni il governo è impegnato a predisporre la risposta alla Commissione europea sui punti più controversi della manovra. Manovra che il governo intende confermare nei suoi pilastri fondamentali”, ha detto stamane il ministro Giovanni Tria durante un’audizione in Parlamento. Intanto Luigi Di Maio ha ribadito che non appena sarà approvata la legge di Bilancio verranno varati il decreto sul reddito cittadinanza e la riforma della legge Fornero.

Il vicepresidente della Commissione Ue con delega all’euro, Valdis Dombrovskis, ha detto che l’esecutivo europeo sta valutando la necessità di aprire una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia se Roma non apporterà le modifiche richieste alla legge di Bilancio entro il termine di martedì prossimo, 13 novembre.

Continua intanto la discesa del petrolio, piatto attorno a 70,5 dollari.

A Piazza Affari tiene intanto banco il forte ribasso di Telecom Italia -6,2% a 0,51 euro dopo la decisione del cda di procedere alla svalutazione dell’avviamento e l’annuncio che non sarà raggiunto l’obiettivo di un rapporto debito/Ebitda di 2,7 volte. Il terzo trimestre si chiude con un calo dello 0,7% anno su anno delle attività italiane, a 3,79 miliardi di euro, leggermente meglio delle aspettative. Vivendi, all’opposizione ma in possesso della quota unitaria più importante, non esclude “nessuna iniziativa che sia idonea a tutelare i suoi interessi”, compresa la possibilità di convocare i soci per chiedere la revisione del consiglio di amministrazione.

Il portavoce del gruppo francese ha spiegato che la decisione di svalutare è stata presa dal consiglio con il voto contrario dei suoi rappresentanti.

Tim non è l’unico titolo in ribasso dopo i conti:

Leonardo -8,17%. Nel terzo trimestre i ricavi crescono del 4% a 2,61 miliardi di euro. L’Ebitda scende a 162 milioni di euro (-14%), un calo inaspettato dovuto all’aumento dei costi a livello di holding. La divisione elicotteri chiude il trimestre con 20 milioni di euro di Ebitda (+45% anno su anno). La società ha confermato gli obiettivi di medio periodo.

Tod’s -6,2%. Il direttore finanziario di Richemont dice stamattina che in Cina i tempi d’oro sono finiti, c’è da scordarsi i tassi di crescita superiori al 10%.

In calo anche Moncler (-4%) e Salvatore Ferragamo (+2,25%) che chiude il terzo trimestre con 298 milioni di euro, in rialzo di quasi il 3% a cambi costanti grazie alla spinta del canale all’ingrosso (+10% a cambi costanti).

Banche deboli. Intesa -2%, Unicredit -1,4%. Rallenta anche Banco Bpm -3,19%.

Bper Banca +0,14%. Nel terzo trimestre migliora il Common Equity Tier 1 a 12% da 11,63%, anche perché la banca è riuscita a ridurre gli effetti negativi derivanti dall’allargamento dello spread. Ricavi totali a 497 milioni di euro, in calo del 2,5%. L’utile operativo scende a 175 milioni di euro (-8%).

Nel risparmio gestito, Azimut -3,19%, FinecoBank  +0,1%. Tra le assicurazioni UnipolSai +0,7%, ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con un utile netto di 862 milioni da 430 milioni dello stesso periodo del 2017 e dopo la plusvalenza di 309 milioni generata dalla cessione della partecipazione in Popolare Vita. Il dato è sopra le stime del consensus.

Cattolica -3,89%, chiude i nove mesi con un utile netto di 93 milioni di euro e un solvency 2 Ratio al 160%.

Il documento dell’Authority dell’energia ha confermato di voler incrementare le tariffe: Enel -0,9%, Snam +1,38%, A2A, -0,2%. Vola Acea +7%.

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