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Borsa in rosso, realizzi su auto e moda

Tutti in leggero ribasso i listini azionari europei malgrado il recupero del prezzo del petrolio – A Milano (-0,46%) perdono quota soprattutto Ferragamo, Brembo, Exor, Ferrari, Fineco e Mediobanca – In controtendenza Prysmian, Azimut e Banca Generali – Banche a due velocità ma Intesa Sanpaolo chiude in rialzo in vista dell’ok finale all’operazione sulle banche venete.

Le borse europee chiudono la settimana senza entusiasmo, con i listini in frazionale ribasso, nel giorno dell’anniversario della Brexit. Milano cede lo 0,46%, a 20.833 punti. Le vendite colpiscono soprattutto Brembo -2,19% e Salvatore Ferragamo, -2,67%, in parte penalizzato da un report negativo. Acquisti invece su Prysmian, +2,47%.

In rosso Madrid -0,74%; Francoforte -0,47%; Parigi -0,38% e Londra -0,2%. Wall Street si muove in territorio moderatamente positivo, con le banche ben intonate. Crolla, però, in apertura, Blackberry (-8,7%) dopo aver presentato risultati trimestrali deludenti, lasciando invariata la guidance. Il petrolio tenta un parziale recupero per il secondo giorno di seguito: Brent +0,91%; 45,63 dollari al barile. In rialzo l’oro: +0,46%, 1255,74 dollari l’oncia. 

L’euro si rafforza sul dollaro, +0,43%, 1,12, mentre prende forma il nuovo asse Parigi-Berlino, con le dichiarazioni di Angela Merkel e Emmanuel Macron, al termine del Consiglio Ue. Per la cancelliera è stato “un Consiglio della speranza, dell’azione e della fiducia”. Per Macron “la simbiosi tra Francia e Germania è la condizione necessaria, anche se non e’ sufficiente per l’Europa”. Una sintonia che alimenta qualche timore sulla futura spartizione delle attività che Londra dovrà cedere con l’addio all’Unione, in particolare l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l’Autorità bancaria europea (Eba), cui concorre anche Milano. Sul secondario si assiste a qualche presa di profitto sulla carta italiana. Il rendimento del decennale chiude a 1,92%; il differenziale con il Bund si porta a 166.50 (+1,34%).

La questione bancaria resta di scena nel Belpaese, con la ricerca di una soluzione per banche venete. Secondo fonti dell’Ansa a Bruxelles, c’è un “clima positivo” e anche se i nodi da sciogliere non mancano, in questi ultimi giorni “c’è stata un’accelerazione” che potrebbe portare a una soluzione prima della pausa estiva. Sul piatto c’è solo l’offerta di Banca Intesa, di rilevare gli asset sani per il prezzo simbolico di un euro, ma per Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, “in Europa c’è chi vuole i licenziamenti e il fallimento di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Rischia di saltare tutto”. 

Oggi intanto la banca guidata da Carlo Messina in Borsa guadagna un piccolo 0,08%, in un contesto di titoli finanziari contrastati. Le vendite colpiscono soprattutto Ubi, -1,46%, appesantita dalla notizia di una richiesta a giudizio per l’istituto in virtù della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Anche Bpm cede l’1,25%. Bene Azimut +1,35%; giù Mediobanca -1,61%.

Debole l’automotive con Brembo, ma anche Cnh -1,07%; Ferrari -1,06%; Fiat -1,22%; Exor -1,17%. In cima al listino principale svetta Prysmian, grazie all’upgrade di Intermonte da ‘neutral’ ad ‘outpeform’ con target price a 30 euro. Fra i titoli  in luce c’è Luxottica +1,03%. Perde qualche posizione A2a -1,17%, dopo aver toccato i massimi ieri.  In parziale calo  Atlantia, -0,76%, che cederà al Principato di Monaco il 12,5% di Azzurra Aeroporti, azionista di maggioranza con il 64% di Aéroports de la Côte d’Azur (Aca). Ancora un ribasso per Stm, -0,37%.

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