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Borsa in rosso, le banche trascinano il Ftse Mib sotto quota 20 mila

La discesa dei titoli bancari, zavorrati anche dallo stop dell’Antitrust all’operazione Intesa-Bper, spinge giù Piazza affari – Ma anche gli altri listini azionari sono in rosso

Borsa in rosso, le banche trascinano il Ftse Mib sotto quota 20 mila

Molto nuvoloso, con rovesci temporaleschi e qualche schiarita. È apparso incerto-variabile oggi il cielo dei listini europei, simile a quello delle nostre città: Milano chiude in calo dell’1,49%; Francoforte -1,55%; Parigi -1,55%; peggio Madrid -1,84% e Londra -2,15%; in controtendenza Zurigo +0,2%.

Le piazze europee hanno cercato di ridurre le perdite nel finale, quando Wall Street, dopo un avvio negativo, ha recuperato dai minimi. La festa dei giorni scorsi non sembra finita a New York, almeno per ii il Nasdaq che al momento si muove in territorio moderatamente positivo a rimorchio dei Faang. Sui mercati si lotta fra Orsi e Tori, pensando da un lato ai danni che il Covid ha inflitto a economia e imprese, dall’altro agli interventi monetari e fiscali senza precedenti e alla possibilità di una ripresa in tempi rapidi. Sul fronte della politica monetaria l’attenzione in queste ore è rivolta alla Fed e alla riunione che si concluderà domani con una decisione sui tassi, la pubblicazione delle prime stime economiche dalla fine del 2019 e la conferenza stampa del numero uno, Jerome Powell.

Piazza Affari in ogni caso scivola sotto la soglia psicologica dei 20mila punti (19.930), soprattutto a causa delle banche. Le prese di profitto prevalgono nel settore a seguito della raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico (Cers) per uno stop alla distribuzione di dividendi fino alla fine di quest’anno. Non giova neppure l’innalzamento dello spread:+2,75%, 176 punti base, con un tasso del Btp in salita a 1,45%.

Sul principale listino milanese la maglia nera spetta a Ubi -5,04%, seguita da Intesa -4,62%. Si complica fra l’altro il percorso dell’Offerta di Intesa su Ubi, a seguito delle prime valutazioni negative dell’Antitrust. L’autorità ritiene che la concentrazione fra le due banche “non sia allo stato degli atti suscettibile di essere autorizzata” in quanto idonea a “produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante” di Intesa “in numerosi mercati” senza che l’accordo per la cessione di un ramo d’azienda a Bper “possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali”. L’Antitrust ha quindi fissato per il 18 giugno il termine “di chiusura della fase di acquisizione degli elementi probatori” e autorizzato le parti a presentare memorie scritte e documenti fino al 15 giugno.

In questo contesto non se la cava bene nemmeno la banca modenese, che cede  l’1,43%. Fanno peggio Unicredit -3,71%, Mediobanca -3,22%, Banco Bpm -2,92%. Le vendite prevalgono sul risparmio gestito: Azimut -4,28%; Banca Mediolanum -3,83%; Poste -3,08%. Fra i maggiori ribassi Fca, -4,39%, dopo i timori emersi ieri sul fronte Antitrust Ue in merito alla fusione con Psa. Nella scuderia Agnelli si apprezzano invece Cnh +2,16% e Ferrari +1,15%.

Rimbalzano Nexi +2,53% e i titoli della salute come Amplifon +1,59% e Diasorin +1,19%.

Fra gli industriali perde Leonardo -4,14%, nonostante la notizia della firma di un accordo quadro con l’agenzia per il procurement militare danese per la manutenzione dei sistemi di difesa in servizio con la Marina. Il contratto, della durata di 20 anni e del valore di 70 milioni di euro, comprende il supporto post vendita e il potenziale aggiornamento dei cannoni navali 76/26 Super Rapido.

Franano titoli petrolieri, Eni -2,98%, con l’oro nero che si muove in calo dopo le perdite di ieri. Il Brent cede lo 0,5% e scende a 40,60 dollari al barile.

L’avversione al rischio favorisce l’oro, che viaggia ben intonato verso i 1723 dollari l’oncia.

Euro-dollaro in favore della moneta unica, con il cambio a 1,134.

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