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Borsa in frenata, Btp in orbita, faro su Tim

Lo stress da virus rallenta i listini. Milano risente anche della revisione al ribasso delle stime Ue – Penalizzato il lusso – Sul segmento Star exploit di Tinexta – Con la Cina scende la domanda di petrolio

L’emergenza continua: i mercati azionari europei, dopo l’ondata di nuovi casi di coronavirus in Cina, perdono terreno ma restano vicini ai massimi. Piazza Affari, ieri al top dal 2008, è in calo di quasi l’1%, attorno a 24.600 punti. Più pronunciate le perdite degli altri mercati: Parigi e Francoforte cedono più dell’1%, Madrid -1,35%. Londra lascia sul terreno l’1,6% a fronte del calo del comparto delle materie prime (-1,2%). Meglio Zurigo (-0,24%), nonostante la frenata di Nestlé: la più grande azienda dello STOXX 600 per capitalizzazione scambia in ribasso del 2,13% dopo aver rimandato l’obiettivo di crescita per il 2020 ai prossimi due anni. Tra le blue chip europee in rosso anche Airbus, frenata dalle multe antitrust. Tra le banche, c’è il +5% di Commerzbank ed il +2,5% di Barclays dopo i dati del trimestre.

Successo annunciato per l’asta sui titoli a medio termine: il Tesoro ha assegnato 5 miliardi di euro, massimo dell’offerta, nelle aste dei Btp a 3 e 7 anni con rendimenti ai minimi storici, in linea con il collocamento record del nuovo 15 anni di martedì scorso. Il rendimento del Btp a 3 anni – la cui nona tranche è stata assegnata per 2,25 miliardi su una forchetta di 1,75-2,25 miliardi – è sceso a -0,10% da 0,18% di metà gennaio. La riapertura del sette anni – offerto per 2,25-2,75 miliardi – ha visto il tasso scendere a 0,48% da 0,94% di metà gennaio. Dopo le aste, lo spread è sceso a 127 punti al minimo da maggio 2018. Il Bund tratta a -0,41% (-3 punti base). Btp a 0,88%, da 0,91% di ieri.

Ancora in calo le previsioni di crescita dell’economia italiana. La Commissione europea prevede un’espansione economica dello 0,3% per quest’anno e 0,6% il prossimo, in entrambi i casi in calo rispetto a novembre. Per Moody’s, però, al momento non ci sono ragioni per tagliare le stime sulla crescita economica italiana: lo dice l’analista di riferimento dell’agenzia in un’intervista a Reuters.

Scende la domanda di auto in Cina (-18% a gennaio). La caduta delle prenotazioni ha costretto gli organizzatori a cancellare la fiera della telefonia di Barcellona, l’evento più importante del settore.

Torna a scendere invece la domanda di petrolio. Brent in calo dell’1% a 55,1 dollari il barile. La domanda di petrolio calerà su base annuale nel primo trimestre per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2009 secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia. “Secondo le nostre stime – si legge nel rapporto mensile – la domanda dovrebbe contrarsi di 435.000 barili al giorno nel primo trimestre, la prima flessione trimestrale in oltre un decennio. Per l’intero 2020, abbiamo ridotto le nostre stime per la crescita mondiale di 365.000 barili al giorno a 825.000 barili al giorno, ai minimi sin dal 2011”. A Piazza Affari Eni -1,5%, Saipem-2,4%.

Sul listino milanese prende il volo Tim (+3%): il fondo di private equity KKR sta trattando il suo ingresso nella nuova società della rete fissa per integrare la propria rete con quella di Open Fiber, creando un campione nazionale della fibra.

Debole l’automotive. Fiat Chrysler-1,5%. Il numero uno del gruppo in America Latina, Antonio Filosa, prevede un progresso dell’1,5% delle vendite di auto nella regione per l’anno in corso con una crescita guidata dal Brasile. In Argentina le stime sono per un calo tra il 10 e il 15%, ma le strategie di lungo termine giustificano il mantenimento della produzione nel paese, ha aggiunto Filosa.

La crisi del mercato cinese colpisce anche vini e liquori. Pernod ha lanciato un allarme sugli utili. Campari -0,8%.

Ancora in ribasso il lusso: Moncler -1,5%, Ferragamo -2%. Un’immobiliare di Hong Kong ha comunicato di aver abbassato di circa il 40% gli affitti ai negozianti ed alle attività commerciali.

Titolo Tinexta sospeso per eccesso di rialzo. La società ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 258 milioni di euro, in crescita del 7,7% su base annua (239,6 milioni nel 2018). L’Ebitda è arrivato a 72 milioni, +8,8% su base annua. Il piano strategico prevede, per il 2020, ricavi superiori a 270 milioni di euro, ed un Ebitda in crescita dell’8%.

Cerved (+1,7%) ha chiuso il 2019 con un Ebitda rettificato in crescita dell’11,3% a 236,6 milioni e ricavi in progresso del 13,7% a 520,6 milioni.

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