Condividi

Borsa in bilico tra Fmi e Grecia: calo leggero (-0,30%) e spread in ribasso a quota 466

Borse contrastate in uno scenario che da un lato preannuncia interventi anti-crisi del Fondo monetario ma dall’altro registra i crescenti rischi di default della Grecia – Stupisce l’incertezza della Merkel sul sostegno all’euro – Migliora lo spread – A Piazza Affari corrono Stm e Bpm, bene Unicredit e Fiat

Borsa in bilico tra Fmi e Grecia: calo leggero (-0,30%) e spread in ribasso a quota 466

Cala lo spread Btp-Bund a 463 punti mentre l’euro risale sopra quota 1,28 sul dollaro. Merito del Fmi che punta a raccogliere 500 miliardi di dollari e più di ulteriori risorse da prestare, partendo da stime di 1.000 miliardi di dollari di potenziali finanziamenti globali necessari nei prossimi anni. Le Borse positive in mattinata sulla scia delle indiscrezioni sul Fmi, lasciano poi spazio alle prese di profitto in attesa di maggiore chiarezza sull’evoluzione della crisi del debito europeo e chiudono contrastate: il Ftse Mib archivia un calo dello 0,31% e il Cac dello 0,15%, il Dax sale dello 0,34%, il Ftse 100 dello 0,15% . Il Dow Jones registra dopo la chiusura dei mercati europei un rialzo dello 0,34% e il Nasdaq dello 0,70%. Oggi a Wall Street Goldman Sachs ha diffuso risultati con utili del quarto trimestre in forte calo ma migliori delle attese degli analisti.

Il supporto arriva poi anche dal buon esito dell’asta portoghese, dove il governo ha varato oggi anche una dura riforma del mercato del lavoro. Lisbona ha collocato titoli di Stato a 3 e 6 mesi e a 11 mesi per il massimo importo prefissato di 2,5 miliardi, con tassi in calo e una buona tenuta della domanda. Il bond scadenza dicembre 2012 ha registrato un rendimento medio al 4,986% dal 5,902%

Da Londra il premier Cameron, che oggi ha incontrato Mario Monti, ha parlato a favore di un aumento delle risorse del Fondo Monetario ma, ha precisato, è “l’Eurozona che deve sostenere l’Euro”. Nel colloquio con il premier italiano, il tema sul tavolo sarebbe stata la volontà di lavorare per un mercato europeo unico. Niente “fiscal compact”, niente Tobin tax, niente eurobond. E Monti ha voluto chiarire anche la propria posizione verso la Germania: “L’Italia non chiede niente a nessuno. Noi non chiediamo nulla alla Germania ma va migliorata la governance dell’Eurozona che non è adeguata alla sfida, le regole e la disciplina”.

Ma intanto le agenzie di rating non lasciano in pace l’Italia. Dopo il downgrade di S&P e l’avvertimento di Fitch, oggi quest’ultima è tornata a parlare del possibile taglio del rating:

Il taglio di due livelli è una delle possibili opzioni – ha detto Alessandro Settepani, senior director dell’Agenzia di rating: l’eventuale accordo sul fiscal compact“ è uno dei fattori che sono presi in considerazione dal comitato di valutazione”. Molto dipenderà dai tempi con cui la soluzione verrà trovata. C’è poi l’approvazione per il governo Monti: “Finora il nuovo governo di Monti ha contribuito a ricostruire la fiducia sull’Italia”. Se per l’Italia neanche le agenzie di rating parlano, come ovvio, di rischio default, da Moody’s arriva un nuovo allarme recessione: l’Italia dovrebbe essere in recessione nel 2012, con un rialzo dei fallimenti aziendali e un calo dei prezzi immobiliari. Stessa sorte per Spagna Grecia e Portogallo mentre la Germania, seppur in brusca frenata, dovrebbe evitare la recessione.

LA CONSOB SCENDE IN CAMPO DOPO S&P

ULTIMI GIORNI PER I DIRITTI UNICREDIT

Mentre la Consob sta verificando l’andamento dei mercati di venerdì, dopo i rumors sul declassamento dell’Italia da parte di S&P, il mercato si prepara a un nuovo venerdì di importanti appuntamenti: il 20 ad Atene, su cui pesa la spada di Damocle di un default già a marzo, riprenderanno le discussioni con i creditori privati sulla ristrutturazione del debito dopo l’interruzione del negoziato. C’è poi la scadenza per presentare all’Eba i piani per la ricapitalizzazione da parte delle maggiori banche europee. E, infine, il termine per la negoziazione dei diritti Unicredit, in calo dello 0,36%, a 1,925 euro.

BPM SALE DOPO L’INSEDIAMENTO DI MONTANI

CADE UNIPOL, FONSAI CHIUDE A + XXX

La sottoscrizione dell’aumento di Piazza Cordusio terminerà il 27 gennaio. Ieri il fondo sovrano Aabar ha dichiarato la propria intenzione di salire fino al 6,5% in occasione della ricapitalizzazione. Il titolo chiude in flessione dell’1,20%. In rosso anche Bpms (-2,79%), Ubi Banca (-1,32%), Banco Popolare (-0,88%). In rialzo invece Bpm (+4,08%), dove si è insediato da pochi giorni il nuovo consigliere delegato Piero Monatni. La banca è al lavoro sulla soluzione del caso “convertendo”. Intesa Sanpaolo sale dell’1,26%.

Cade del 5,29% invece Unipol dopo che S&P ha ridotto il rating a BBB+ da A-, in linea con la decisione sull’Italia. Oggi Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop, organizzazione cui partecipano le grandi cooperative azioniste di Unipol tramite Finsoe, ha riferito che le Coop devono ancora prendere una decisione sull’aumento di capitale previsto nel piano di aggregazione tra Unipol e Fonsai. In calo anche Premafin (-1,83%) mentre chiude in territorio positivo Fonsai (+1,06%).

TM, LA SPINTA ARRIVA DA ASML

FINMECCANICA, ORDINI RECORD PER ATR

Stm (+5,48%) corre grazie ai risultati dell’olandese Asml , leader europeo dei macchinari per realizzare chip, e che potrebbe beneficiare nei prossimi mesi dalla ripresa del dollaro. In evidenza anche Diasorin (+2,84%), Lottomatica (+2%), la cui controllata Gtech eri ha firmato un’estensione contrattuale di cinque anni e mezzo in Colombia con il Grupo Empresarial en Linea (Gelsa), Finmeccanica (+2,53%) che ha chiuso un 2011 record sul fronte della joint venture Atr con 157 ordini per aerei e opzioni per altri 79 da 18 clienti in tutto il mondo che rappresentano circa l’80% degli ordini complessivi del segmento degli aerei regionali.

Commenta