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Borsa, da Ferragamo a Hermès: lusso in caduta libera

Il pericolo di essere contagiati dal nuovo virus che si sta diffondendo in Cina potrebbe spingere i consumatori a non viaggiare e spendere meno – I titoli del lusso, molto esposti verso Pechino, lasciano una scia rossa sui listini

Borsa, da Ferragamo a Hermès: lusso in caduta libera

Pioggia di vendite sui titoli del lusso. Da Milano a Parigi arrivando fino ad Hong Kong, le azioni dei colossi del lusso mondiale viaggiano in profondo rosso con perdite che in alcuni casi sfiorano il 4%.

Un bollettino di guerra che parte da Milano, dove Salvatore Ferragamo (-2,56%) e Moncler (-1,69%) si piazzano in fondo al Ftse Mib, mentre soffrono anche Tod’s (-1,35%) e Brunello Cucinelli (-3%). Stessa musica a Parigi con i big del lusso francese che zavoranno il CaC 40: Lvmh (-2,4%), Kering (-3,6%) Hermes (-2,2%). La scia rossa prosegue a Londra, dove Burberry cede il 3,78%, e scende giù verso Zurigo con Richemont (-3,6%) e Swatch (-2,9%). A Hong Kong Prada ha chiuso la seduta in ribasso del 2%.

A penalizzare il comparto mondiale del lusso sono le notizie provenienti dalla Cina sulla diffusione di un tipo di coronavirus simile alla Sars. Sei i morti, 291 i contagiati, mentre gli esperti della National Health Commission cinese hanno confermato che il virus si può trasmettere anche da uomo a uomo.

L’epidemia arriva a pochi giorni dal Capodanno cinese (25 gennaio), un periodo di festa in cui i consumatori cinesi, che rappresentano il 35% delle vendite di lusso di cui circa due terzi fuori dalla Cina, viaggiano, spendono, comprano.

“Il timore di contrarre la malattia potrebbe ridurre la propensione ai viaggi – sottolinea Equita in un report – e impattare sul mood di spesa nella regione, come già riflesso ieri dai titoli di settore (in calo del 2-3%)”.

Tutte le aziende del lusso mondiale hanno un’esposizione verso la Cina pari al 33-35% del fatturato, eccezion fatta per Brunello Cucinelli (12%) e Burberry (circa il 40%).

“Nel 2003 l’esposizione ai consumatori cinesi era minore (stimiamo meno del 10%) ma oggi la capacità di controllo delle autorità sanitarie e aeroportuali probabilmente maggiore”, dice ancora Equita.

Ciò che succede in Cina non influenza però solo la moda e il lusso. Tra  titoli più esposti verso Pechino ci sono anche Stm(circa 1/3 del fatturato) che perde l’1,9%, Brembo (12% del fatturato) che cede lo 0,3%, Pirelli (circa 10% del fatturato) in flessione dell’1,32%.

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